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Deontologia e privacy
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CODICE MEDIA E SPORT–
Agcom e novità introdotte
dal Dlgs 44/2010. Fa discutere
il “product placement” nei
programmi sportivi, in opere
cinematiografiche, film,
programmi di intrattenimento.
Modifiche al regolamento sulle procedure di vigilanza e sanzionatorie. Disposizioni a tutela dei minori. Il decreto legislativo 44/2010 (in allegato, ndr) ha inoltre introdotto un nuovo articolo all’interno del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 che disciplina il product placement televisivo nei programmi sportivi, oltre che in opere cinematografiche, film e serie prodotti per servizi media audiovisivi, programmi di intrattenimento leggero con esclusione di quelli per bambini. Il “posizionamento di prodotto”, ossia quella pratica pubblicitaria che consiste nell’inserire un prodotto o un marchio in una produzione audiovisiva all’interno del contesto narrativo così da legare la comunicazione alla dinamica espressiva dei soggetti pur mantenendo la natura funzionale riconducibile allo scopo pubblicitario. L’inserimento di prodotti può avvenire sia dietro corrispettivo monetario che dietro fornitura gratuita di determinati beni e servizi. Il contenuto e la programmazione dei programmi non devono essere influenzati dalle modalità di inserimento dei prodotti in maniera tale da compromettere la responsabilità ed indipendenza editoriale del fornitore dei servizi media. Inoltre, il product placemente non deve essere attuata in maniera tale da incoraggiare direttamente l’acquisto o la locazione di beni e servizi. Previste sul punto procedure di autoregolamentazione e la comminazione di sanzioni.
analisi di Andrea Maria Mazzaro
per www.medialaws.eu 21/4/2011 (26/04/2011)
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Cassazione penale:
i nomi presenti nelle
sentenze sono da
oscurare soltanto
quando le sentenze
sono pubblicate nelle
riviste giuridiche
(anche telematiche).
Il “Testo unico della privacy” 196/2003 dà piena libertà ai giornalisti di pubblicare le sentenze con i nomi degli imputati, ma nel rispetto delle regole deontologiche della professione: è proibito diffondere i nomi dei minori, delle persone che hanno subito violenza sessuale o che abbiano contratto l’aids, delle parti nei procedimenti in materia di “delicati” rapporti di famiglia o di stato delle persone. “Il rilascio di copia della sentenza o di altro provvedimento giurisdizionale in favore di un soggetto diverso dalla parte del relativo procedimento e non titolare di uno specifico interesse processuale non è, già, un'attività di diffusione della decisione, e non soggiace, perciò, alla disciplina di cautela prevista dall'art. 52 del Codice in materia di protezione dei dati personali”. L’art. 52 del dlgs 196/2003 “interviene soltanto a disciplinare il momento della diffusione della sentenza o del provvedinento giurisdizionale per finalità di informatica giuridica”.
LA NOTIZIA. Con la sentenza 4239/2009, la quinta sezione penale della Cassazione, ha ribadito la liceità della pubblicazione di una sentenza (della Corte dei Conti) in una rivista telematica nel rispetto dell’articolo 52 del Dlgs 296/2003 sulla privacy.
NOTA DI FRANCO ABRUZZO (09/02/2009)
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Messaggio di Benedetto XVI
per la 42° Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali
La critica del Papa ai media:
"Bisogna evitare che diventino
megafoni del materialismo
economico e del relativismo
etico. C’è il rischio che
vengano usati per fini
ideologici e per la
collocazione di prodotti
di consumo mediante
una pubblicità ossessiva”.
“I media, nel loro insieme, non sono soltanto mezzi per la diffusione delle idee, ma possono e devono essere anche strumenti al servizio di un mondo più giusto e solidale. Non manca, purtroppo, il rischio che essi si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento. E’ il caso di una comunicazione usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva. Con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza. Vi è infine la possibilità che, attraverso i media, vengano proposti e sostenuti modelli di sviluppo che aumentano anziché ridurre il divario tecnologico tra i paesi ricchi e quelli poveri”.
"Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Si costata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi. Questo pericoloso mutamento della loro funzione è avvertito con preoccupazione da molti Pastori". (25/01/2008)
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