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Tesi di laurea
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150° dell’Unità.
1811-1813. Cosenza:
Vincenzo Federici
“il Capobianco”
ed il primo moto
carbonaro
del Risorgimento.
Non avvenne in Piemonte, ma in Calabria. Solo che questo pezzo importante della storia del nostro Paese, purtroppo, è stato dimenticato. Così com'è stato dimenticato, da molti ma non da tutti, l'apporto (anche a livello di vite umane) dato alla causa dell'unità d'Italia da molti meridionali, calabresi e siciliani. In queste due regioni, prima ancora dei moti piemontesi del 1820-21, prima ancora del sacrificio dei fratelli Bandiera (1844), si scrissero alcune tra le più belle pagine della nostra storia risorgimentale. Pagine che oggi andrebbero recuperate, rilette e rivalutate, primo fra tutti sui libri di storia. Noi cominciamo a raccontarvene qualcuna. E partiamo da un uomo che già nel 1811, cinquant'anni prima dell'Unità d'Italia, coltivava il sogno di un governo costituzionale e di una nazione (avete capito bene: di una nazione non di una provincia o regione) libera dallo straniero. Questo servizio è stato pubblicato sul Quotidiano della Calabria dell'11/09/2011
di Tamara Ferrari e Francesca Canino (24/09/2011)
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INFORMAZIONE ALLA DERIVA.
A qualcuno le notizie piacciono
morbide (soft news) solo perché
costano meno delle “hard news”
in un’epoca in cui "una verità
mediatica" si contrappone
senza regole alla realtà
"sostanziale o processuale".
In questi anni uno dei cambiamenti più notevoli nel giornalismo è stata la proliferazione smisurata delle "soft news", le notizie morbide, di intrattenimento, che costano poco, non causano rogne e piacciono a molti lettori. Stanno conquistando spazio ovunque, soppiantando le hard news, le notizie che trattano i fatti più importanti, le questioni di maggiori rilevanza politica e sociale, le notizie e le inchieste che rispondono alle cinque domande canoniche": chi, come, dove, quando e perché. Le notizie morbide spadroneggiano su internet, occupano sempre più spazio sui quotidiani, ultimamente sgomitano anche sui telegiornali. In Italia i fenomeni giornalistici più preoccupanti dell'ultimo decennio sono questa invasione di campo della fiction nel mondo dell'informazione, il prevalere delle opinioni sui fatti, e l'oscuramento di tematiche e di notizie di grande rilevanza sociale: lotte sindacali, campagne sociali a favore degli esclusi, la mafia e i suoi affari sporchi che si sviluppano nella zona grigia, al confine fra lecito e illecito. Temi oscurati da scelte "a monte" o da pressioni indebite e, nei casi più gravi, dall'uso della violenza nei confronti dei giornalisti, un fenomeno testimoniato dai numerosissimi casi di cronisti minacciati o sotto scorta di cui si occupa l'osservatorio Ossigeno della Fnsi e dell'Ordine dei Giornalisti.
di ALBERTO SPAMPINATO per Left (30/12/2009)
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