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Giornalisti. Unci: "Intimidatoria richiesta di danni dell'Inpgi a 14 colleghi". Querela/bavaglio nel silenzio della Fnsi. Aver raccontato l'inchiestat Sopaf dal 2009 al 2017 con correttezza e puntualità non può essere e non è un crimine. La Cassazione e la CEDU insegnano sul punto. IN CODA a questo Notiziario il paragrafo 7 sulla vicenda Sopaf.

.CASSAZIONE. Nell'ambito della cronaca giudiziaria la verità della notizia mutuata  da un provvedimento giudiziario sussiste ogni qualvolta essa sia fedele al contenuto del provvedimento stesso, senza alterazioni o travisamenti; pertanto per il riconoscimento  dell'esimente del diritto di cronaca è sufficiente che l'articolo pubblicato corrisponda al contenuto di atti dell'autorità giudiziaria, senza che sia richiesto al giornalista di dimostrare la fondatezza delle decisioni e dei provvedimenti da essa adottati. - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=24299


(AGI) - Milano, 22 giugno 2018. - "Una situazione kafkiana", secondo il presidente nazionale dell'Unci (Unione cronisti italiani), Alessandro Galimberti, è l'azione civile per complessivi 1 milione di euro, avviata dall'Inpgi, ente pensionistico dei giornalisti, nei confronti di 14 colleghi "per i loro articoli scritti a margine del processo Sopaf". Tra questi, ad aver ricevuto una richiesta di risarcimento (in sede civile per 75.000 euro in solido) ci sono anche due milanesi, Manuela  D'Alessandro, collaboratrice AGI, e Frank Cimini, che sul loro  blog 'Giustiziami' hanno pubblicato nel 2015 un commento critico che ha portato l'ente a far notificare, circa due settimane fa, l'atto legale ai due colleghi, firmato dalla presidente dell'Inpgi Marina Macelloni. La vicenda riguarda il  processo sulla societa' di partecipazioni Sopaf, il cui ex vicepresidente, Giorgio Magnoni, e' stato condannato per bancarotta patrimoniale e corruzione. Dalle indagini erano emersi i presunti danni causati agli enti di categoria tra cui l'Enpam (medici), la cassa dei ragionieri e lo stesso Inpgi, che avevano fatto investimenti nella societa'. Se pero' la cassa dei medici si era costituita immediatamente parte civile nel processo, l'Istituto dei giornalisti in un primo periodo non lo aveva fatto. Il 12 marzo 2015 una critica a questa decisione era stata pubblicata dal blog Giustiziami a firma D'Alessandro: "Cari giornalisti - ci si chiedeva nel pezzo - siete contenti che l'ente che custodisce le vostre pensioni non cerchi di rimettere in cassa quasi otto milioni rubati agli iscritti attraverso una presunta truffa?", citando poi anche l'allora presidente dell'ente, Andrea Camporese, in quel momento ancora coinvolto nell'indagine. Un anno dopo, nel 2016, l'Inpgi aveva pero' deciso di compensare la mancanza e costituirsi parte civile, mentre nel giugno 2017 Camporese fu assolto. A chiedere i danni, a distanza di tre anni (e dunque scaduti anche i termini per una querela in sede penale) non e' pero' l'ex presidente Camporese in persona, ma l'Inpgi (indicata dalla Procura come parte offesa) in quanto ente che si ritene "colpito nella reputazione e nell'immagine". "E' bizzarro - ha sottolineato Galimberti - che un ente che rappresenta tutta la categoria si rivalga contro suoi appartenenti con una richiesta di denaro: un'azione che appare aggressiva e intimidatoria". Ad essere in discussione, secondo il presidente dell'Unci, ci sono "il diritto di cronaca e di critica" ed e' "paradossale" a suo dire che "la Federazione Nazionale della Stampa, finanziata dall'Inpgi" non difenda dei giornalisti anzi "smentisca con questo silenzio la sua costante campagna contro le querele temerarie". "Scioccante" per D'Alessandro ricevere questa richiesta proprio dall'Inpgi "dopo aver pubblicato oltre mille pezzi sul nostro blog e non aver mai ricevuto una querela". "Avremmo volentieri pubblicato un comunicato o una richiesta di rettifica senza essere oggetto di
questa azione spropositata e fuorviante", ha sottolineato Cimini. (AGI)
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Giornalisti. Presidente Unci: cronisti intimiditi da causa Inpgi.  Galimberti: citati per articolo di critica su blog Giustiziami.
(ANSA) - MILANO, 22 giugno 2018. - "E' una situazione kafkiana, e' bizzarro e scioccante che un istituto che rappresenta tutti i giornalisti italiani decida di intentare un'azione civile cosi' aggressiva e intimidatoria nei confronti di due colleghi". Cosi' Alessandro Galimberti, presidente dell'Unci (Unione nazionale cronisti italiani) e presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, ha dato conto, in una conferenza stampa al Palazzo di Giustizia di Milano, di una causa civile promossa dall'Inpgi, l'istituto di previdenza dei giornalisti, con una richiesta danni per 75mila euro contro due cronisti giudiziari per un articolo comparso sul loro blog Giustiziami.it.  Nel marzo 2015, ha spiegato Galimberti, su Giustiziami.it, il blog di Manuela D'Alessandro e Frank Cimini che si occupa di  cronaca giudiziaria, e' stato pubblicato un articolo "di  riflessione critica - ha aggiunto Galimberti - per raccontare che in quel momento l'Inpgi non si era costituito parte civile nel procedimento Sopaf-Magnoni anche a carico dell'ex presidente dell'istituto Andrea Camporese". L'Inpgi, ha ricostruito Galimberti, "si costitui' poi parte civile circa un anno dopo quell'articolo e inseguito nel processo milanese Camporese venne assolto" nel 2017. Nell'articolo, ha proseguito il presidente Unci, i cronisti "si chiedevano se i giornalisti fossero contenti che la loro cassa non si era costituita a tutela degli eventuali danni, come avevano fatto invece le altre casse che nel procedimento risultavano danneggiate". Per Galimberti "non e' accettabile dal punto di vista dell'opportunita', e soprattutto della liberta' di  stampa, un'azione intimidatoria come quella dell'Inpgi di fronte ad un articolo, a mio modo di vedere, assolutamente pacato e  corretto". Per i due cronisti l'udienza e' fissata per il 19 novembre al Tribunale civile di Roma. Galimberti, infine, ha affermato che "un'altra dozzina di colleghi per la stessa vicenda sono stati raggiunti da atti di citazione dall'Inpgi per un ammontare di circa un milione di euro di richieste danni". (ANSA).


 


 


 



 



 


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7. CASO SOPAF




 





22.12.2017 - Caso Sopaf: definitiva la sentenza di assoluzione per Andrea Camporese (ex presidente dell'Inpgi). La Procura della Repubblica presso il Tribunale penale di Milano non ha impugnato la decisione. - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=24219

 



 


 


 


 


 


 


 










31.10.2017 - Depositata la motivazione della sentenza (PUBBLICATA QUI SOTTO). È per mancanza di testimoni e di documenti a sostegno dell'ipotesi della Procura di Milano che l'ex presidente dell'Inpgi Andrea Camporese è stato assolto con formula piena dalle accuse di corruzione e truffa nel processo con al centro il crac della finanziaria Sopaf. - di ilmattino.it - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23980





 


 


 


17.6.2017 - SOPAF. BRUCIANTE SCONFITTA PER LA PROCURA DI MILANO. ASSOLTO L'EX PRESIDENTE DELL'INPGI ANDREA CAMPORESE CON FORMULA PIENA, "PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE", DALLE ACCUSE DI CORRUZIONE E TRUFFA. IL PM GAETANO RUTA AVEVA CHIESTO PER LUI UNA CONDANNA A 4 ANNI E MEZZO. NEL PROCESSO DI MILANO 6 CONDANNE, 8 ANNI A GIORGIO MAGNONI. - IN CODA dichiarazioni di Camporese all'Ansa e le reazioni Fnsi, Casagit e Usigrai. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23518







 


 


 


 


 


 


 





21.6.2017 - INTERVISTA. Parla il padovano Andrea Camporese, 48 anni, ex presidente dell'Inpgi - I MIEI TRE ANNI DI CALVARIO E L'ASSOLUZIONE - Assolto con formula piena dalle accuse di corruzione e truffa. L'ente di previdenza dei giornalisti aveva investito 43 milioni nella società di partecipazioni finanziarie Sopaf, poi insolvente - di Ivano Tolettini/ilgiornaledivicenza - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23534





 





31.12.2017 - LA CRONISTORIA DELLA VICENDA SOPAF/INPGI DAL 2009 AD OGGI. TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17216





 





.CRONACA GIUDIZIARIA. CASSAZIONE: “Il giornalista  NON È NÈ GIUDICE NÉ  POLIZIOTTO. DIA le NOTIZIE SENZA SUGGESTIONARE E NON ANTICIPI  I POSSIBILI SVILUPPI”. "Ciò posto, nell’ambito della cronaca giudiziaria si ritiene che sia certamente legittima l’esposizione di fatti recanti discredito all’onore ed alla reputazione altrui, purché i "fatti in questione trovino rispondenza in quanto espresso dalle autorità inquirenti ovvero nel contenuto degli atti processuali, dovendosi altresì considerare che per il cronista giudiziario il limite della verità delle notizie si atteggia come corrispondenza della notizia al contenuto degli atti e degli accertamenti processuali compiuti dalla magistratura, con la conseguenza che il fatto da dimostrarsi vero, al fine dell’accertamento della scriminante, è unicamente la corrispondenza della notizia agli atti processuali a prescindere dalla verità dei fatti da questi desumibili”. In CODA il commento di Sabrina PERON e il testo della sentenza. - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6135





 





.CEDU. Diffamazione, il giornalista non è un Pm. Se i tribunali condannano il cronista senza tener conto di quest’aspetto e senza valutare il diritto della collettività a essere informata su questioni di interesse generale è certa la violazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tanto più nei casi di una sanzione pecuniaria elevata. -  di Marina Castellaneta/www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16977





 





.CASSAZIONE. Nell’ambito della cronaca giudiziaria la verità della notizia mutuata  da un provvedimento giudiziario sussiste ogni qualvolta essa sia fedele al contenuto del provvedimento stesso, senza alterazioni o travisamenti; pertanto per il riconoscimento  dell’esimente del diritto di cronaca è sufficiente che l’articolo pubblicato corrisponda al contenuto di atti dell’autorità giudiziaria, senza che sia richiesto al giornalista di dimostrare la fondatezza delle decisioni e dei provvedimenti da essa adottati. - TESTO IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=24299





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