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INPGI. PUBBLICATO IL BILANCIO CONSUNTIVO 2016 DELL'ISTITUTO (SOSTITUTIVO DELL'AGO/INPS). INDISPENSABILE LEGGERE LA RELAZIONE DELLA PRESIDENTE MARINA MACELLONI PER CAPIRE LA SITUAZIONE DRAMMATICA DELLA FONDAZIONE. La ripartizione dei trattamenti pensionistici alla data di chiusura del bilancio ha riguardato 6.757 trattamenti di pensioni dirette (6.427 nel 2015) e 2.253 trattamenti erogati ai superstiti (2.216 nel 2015) per un totale di 9.010 trattamenti (8.643 nel 2015). ll rapporto tra gli iscritti attivi ed i pensionati nel 2016 continua a scendere, passando dall'1,87 del 2015 all'1,71 del 2016, mentre il rapporto tra uscite per pensioni lvs ed entrate per contributi lvs correnti passa dal 138,90 del 2015 al 139,48 del 2016. La gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso continua a registrare anche nel 2016 un risultato negativo pari a 114,3 milioni di euro, rispetto a 111,9 del 2015. Il Collegio dei sindaci ha invitato il Cda "a valutare il proseguimento della politica delle riforme secondo le indicazioni dei Ministeri Vigilanti". (Analisi di Pierluca Danzi: "Questi numeri non sono accompagnati da una soluzione della crisi dell'Inpgi a meno che non si voglia aspettare il 2039, quando, secondo l'attuario, ci sarà la svolta nei bilanci dell'Istituto. Una traversata di 22 anni, mentre le entrate dei giornali calano e le redazioni si spopolano. Frattanto nei primi mesi del 2017 il numero dei pensionati è cresciuto di 300 unità e la valanga non si arresta. La relazione di Marina Macelloni elenca tutti i dati negativi. Eppure pensiero e azione dovrebbero coesistere. Lo sbocco è obbligato ma presuppone una legge ad hoc: o l'Inpgi torna pubblico o confluisce nell'Inps. Non c'è una terza via").



(TESTO ANCHE IN ALLEGATO. CLICCA IN ALTO O IN BASSO PER SCARICARE IL DOCUMENTO)


I numeri che testimoniano la profondità e la rilevanza sociale della crisi dell'editoria sono anche quest'anno ben evidenti nel bilancio dell'lnpgi. Ogni pagina del consuntivo 2016 mostra le ferite di una sofferenza industriale del settore dell'informazione che ormai dura da quasi un decennio. E che si accompagna a un mutamento demografico forte che riguarda la nostra categoria come tutto il resto del Paese.


L'indicatore più evidente riguarda anche quest'anno il numero degli attivi che a fine dicembre registra una ulteriore diminuzione di 802 unità, che porta il numero totale degli stessi sotto i 16mila (con uno flessione del 4,96% rispetto alla stessa data del 2015). ll rapporto tra attivi e pensionati scende così all'1,71 (era dell'1,9 nel 2015 e del 2,5 cinque anni fa). Allo stesso tempo l'lnpgi ha continuato a sostenere un forte impegno a tutela dei colleghi con la spesa per ammortizzatori sociali che anche quest'anno arriva a  un importo totale di 36,8 milioni, in lieve calo rispetto allo scorso anno grazie soprattutto alla frenata delle spese per disoccupazione. Nei cinque anni l'Istituto ha sostenuto spese per ammortizzatori sociali pari a 167,3 milioni di euro, un vero e proprio investimento a sostegno e tutela delle persone.


Queste cifre restituiscono lo fotografia di un anno che non è certo stato di inversione del ciclo. Gli sgravi contributivi messi in campo dal Governo hanno avuto un impatto limitato e non hanno raggiunto l'obiettivo di rilanciare l'occupazione. La riforma dell'editoria che aiuterà la ripreso del settore è solo in queste settimane in dirittura di arrivo e quindi dispiegherà i suoi effetti solo a partire dai prossimi mesi. Le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro, che ci auguriamo inclusivo, sono appena all'inizio.


Di fronte a questo scenario il Consiglio di Amministrazione può rivendicare di aver rispettato gli impegni presi un anno fa e di aver messo in campo tutto il possibile per riportare i conti dell'istituto sulla strada della sostenibilità di medio-lungo periodo.


La riforma delle prestazioni, varata alla fine di settembre 2016 e approvata a febbraio 2017 dai Ministeri vigilanti, dai prossimi esercizi consentirà di raffreddare lo spesa. L'avvio positivo del piano di dismissioni immobiliari, conseguenza del cambio di modello di gestione, aiuterà a reperire liquidità per fare fronte ai flussi delle passività previste. Ma nello stesso tempo abbiamo cercato di spingere al massimo l'efficienza della gestione amministrativa. Un esempio per tutti i doti sui contributi, cioè i nostri principali ricavi, che nel totale crescono di oltre 21 milioni rispetto al 2015, ben oltre i 9 milioni di incremento che avevamo previsto con il bilancio di assestamento. Questo risultato è stoto ottenuto grazie al nostro lavoro di accertamento sia sul 2016 che sugli anni precedenti e grazie all'impegno sul fronte delle ispezioni che hanno portato oltre 3 milioni di contributi in più. ll disavanzo della gestione previdenziale resta fortemente negativo passando dai 111,9 del 2015 a 114,3 milioni. Anche in questo caso però va segnalato un miglioramento rispetto a quanto previsto in sede di bilancio di assestamento (121 milioni) ma soprattutto una frenata all'allargamento della forbice tra costi e ricavi della gestione previdenziale che ha avuto un andamento molto ripido negli ultimi cinque anni ma che nel 2016 mostra un aumento contenuto al 2,09% rispetto al 2015 (1). L'utile di gestione arriva a 9,4 milioni contro gli 1,7 previsti nell'assestamento e si raggiunge sempre grazie al contributo fondamentale della gestione patrimoniale mo anche con una maggiore efficienza della gestione caratteristica.


Sono piccoli segnali positivi che certo non bastano a considerare esaurito lo sforzo di risanamento. Siamo impegnati  a monitorare gli effetti della riforma e l'impatto reale delle dismissioni immobiliari e contemporaneamente siamo al lavoro per raggiungere, insieme alle porti sociali e ai nostri interlocutori istituzionali, un reale allargamento della platea degli iscritti. Ci muoviamo in un contesto che sappiamo difficile non solo per noi ma per tutte le casse di previdenza dei professionisti, alle prese con un generalizzato calo dei redditi ma anche con tentativi di riforma del sistemo spesso brutali e provvedimenti normativi non sempre amichevoli.


Siamo consapevoli di navigare ancora in un mare rischioso ma abbiamo messo le basi per poter almeno immaginare di avere un futuro.


La massa retributiva imponibile di competenza denunciata dalle aziende è, invece, passata da 1.046,4 milioni del 2015 a 1.028,4 milioni, con una diminuzione di 18 milioni pari all'1,72%.


La contrazione dei ricavi deriva dalla diminuzione dei rapporti di lavoro in essere - cui è seguita lo riduzione della massa imponibile - con un crescente ricorso a strumenti quali: contratti di solidarietà, CIGS, esodi incentivati, prepensionamenti.


Tra i fattori normativi che hanno determinato maggiori ricavi - rispetto al 2015 - troviamo: da una porte l'aumento dell'aliquota IVS con decorrenza  1/01/2016, così come rideterminato dall'Istituto e approvato dai Ministeri Vigilanti, che si attesta nella misuro complessiva del 33% dello retribuzione imponibile (con il 9,19% a carico dipendente e del 23,81% a carico datore di lavoro), dall'altro il Decreto del Ministero del Lavoro del 25/01/2016 con cui sono aumentate - con decorrenza 01/01/2016 - le retribuzioni convenzionali da prendere a base per il calcolo dei contributi dovuti per l'assicurazione obbligatoria a favore dei giornalisti operanti all'estero.


Tra i provvedimenti che, invece, hanno determinato minori ricavi rispetto all'anno precedente, troviamo: il ricorso agli ammortizzatori sociali (ClGS, controttí di solidarietà, prepensionamenti, esodi incentivati, ecc.) e la chiusura di aziende sottoposte a procedura concorsuale, con conseguenti effetti sullo diminuzione dei rapporti di lavoro e sullo contrazione della massa retributiva imponibile; l'innalzamento della fascia retributiva annua, oltre la quale deve essere versato il contributo aggiuntivo dell'1% a carico del giornalista, che passa da 44.888 euro dell'anno precedente a 45.896 euro dell'anno in esame; i benefici contributivi previsti dalla Legge 223/91 e dalla Legge 236/93 concessi alle aziende che hanno stipulato rapporti di lavoro a tempo indeterminato con giornalisti disoccupati da lunga durata, in CIGS o in mobilità; ed infine i benefici contributivi concessi, ex delibera INPGI n. 59/2011, ai datori di lavoro che hanno stipulato rapporti di lavoro a tempo indeterminato con giornalisti cassaintegrati e/o disoccupati ovvero privi di rapporto di lavoro da almeno 6 mesi e/o nei cosi di trasformazione di rapporti di lavoro a termine o di co.co.co..


Per quanto riguarda, invece, i ricavi riferiti agli accertamenti dei contributi degli anni precedenti, questi ammontano a 11,9 milioni di euro (+ 33,7% rispetto all'anno precedente), di cui 3,8 derivanti da attività ispettiva e 8,1 milioni di euro da quanto recuperato in via amministrativa dal Servizio entrate contributive. L'azione di recupero dell'ente, peraltro, è sempre più orientata a sondare ambiti e settori di informazione anche diversi da quello dell'editoria inteso in senso tradizionale, per conseguire l'obiettivo di far emergere fenomeni sconosciuti all'Istituto e, soprattutto, di monitorare come evolve e si manifesta la professione.


ll dato delle uscite previdenziali evidenzia che la spesa per i trattamenti pensionistici per IVS ammonta nel 2016 a 485,8 milioni di euro, con un incremento - rispetto al 2015 - del 5,4O%, pari a circa 25 milioni di euro.


La ripartizione dei trattamenti pensionistici  alla data di chiusura di bilancio ha riguardato 6.757 trattamenti di pensioni dirette (6.427 nel 2015) e 2.253 trattamenti erogati ai superstiti (2.216 nel 2015) per un totale di 9.010 trattamenti (8.643 nel 2015).


ll rapporto tra gli iscritti attivi ed i pensionati nel 2016 continua a scendere, passando dall'1,87 del 2015 all'1,71 del 2016, mentre il rapporto tra uscite per pensioni lvs ed entrate per contributi lvs correnti passa dal 138,90 del 2015 al 139,48 del 2016.


Anche per l'esercizio in esame, il perdurare della crisi editoriale in atto ha determinato un massiccio ricorso agli strumenti di ammortizzazione sociale, con un costo complessivo che - nonostante il risparmio derivante dalla diminuzione dei trattamenti di disoccupazione - è stata pari a 36,8 milioni di euro nel 2016 (rispetto ai 37,6 dell'esercizio precedente).


Questo, nel dettaglio, la spesa sostenuta dall'ente per gli ammortizzatori sociali:


- per lo disoccupazione - pari a 13,8 milioni di euro - una diminuzione dell'8,73%;


- per lo solidarietà - pari a 17,4 milioni di euro - una diminuzione dello 0,41%;


- per la cassa integrazione straordinaria - pari a 5.5 milioni - un aumento del 13,26%;


- per la mobilità - pari a 0,2 milioni- un aumento del 22,0%.


La gestione previdenziale e assistenziale nel suo complesso continua a registrare, quindi, anche nel 2016 un risultato negativo pari a 114,3 milioni di euro, rispetto a 111,9 del 2015.


Per quanto riguarda la gestione patrimoniale nel suo complesso, l'avanzo del 2016 è pari a 171,6 milioni di euro, in riduzione di 13,5 milioni (pari ol 7,32%) rispetto all'esercizio precedente, per effetto della flessione del risultato economico della gestione immobiliare, a seguito della riduzione degli affitti conseguente agli apporti degli immobili al Fondo Inpgi - Giovanni Amendola, flessione parzialmente contenuta dalla crescita del risultato economico della gestione mobiliare.


Analizzando nel dettaglio i risultati della gestione del patrimonio 2016 dell'Ente troviamo:


.4,8 milioni di utili derivanti da canoni di locazione (in flessione del 75,95% per le considerazioni sopra esposte);


.2,4 milîoni di interessi su mutui (che, giova ricordare, non vengono erogati dal 2015) e 2 milioni di interessi sui prestiti;


.94,8 milioni derivanti da utili da operazioni di realizzo e da differenze attíve sui cambi di valuta. Entrando nel merito della gestione immobiliare diretta dell'Istituto si registrano 81,7 milioni di euro di plusvalenze derivanti dalle operazioni di apporto degli immobili al Fondo lnpgi-Giovanni Amendola.


ll rendimento finanziario conseguito dal portafoglio mobiliare per l'esercizio in esame, che comprende anche gli investimenti in fondi immobiliari e quindi anche il Fondo lmmobiliare Giovanni Amendola, così come determinato dal calcolo dello performance da parte del Risk Manager, è stato pari all'1,96% (anno precedente 2,21%).


Gli investimenti  mobiliari dell'Istituto al 31/12/2016 presentano un valore di mercato complessivo pari a 1.557 milioni di euro. La composizione del portafoglio è costituita da titoli rappresentati da quote di fondi comuni d'investimento, comprese quote di fondi di fondi hedge, fondi immobiliari e fondi private equity.


La spesa complessiva sostenuta dell'Istituto per il personale nel 2016 è stata pari a 17 milioni di euro, in lieve aumento (+ 3,47%) rispetto ai 16,5 milioni dell'anno precedente.


Tale incremento si giustifica con il nuovo assetto organizzativo dell'Ente che dal 1° luglio 2014 ha accorpato in capo alla Gestione Principale i costi dell'intero personale addetto alla Gestione Previdenziale Separata. La quota di toli costi è stata comunque riaddebitata a quest'ultima. Le stesse considerazioni valgono per quanto concerne l'accrescimento dei costi del personale dello gestione commerciale (Portieri degli stabili) a seguito degli ulteriori conferimenti degli immobili al Fondo Immobiliare. Se infatti depuriamo la speso sopra indicata (pari a 17 milioni di euro), dei circo 4,9 milioni di riaddebito, otterremo un costo netto del personale pari a 12,02 milioni di euro per l'esercizio in esame, in riduzione di 0,54 milioni rispetto al 2015. Si segnala, sul punto, che, per effetto del blocco del turnover, il personale amministrativo in forza al 31/12/2016 è pari a n. 201 unità contro le n.205 unità dell'anno precedente. -  Marina Macelloni


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(1) - Il totale dei contributi accertati nel 2016 ammonta complessivamente a 419,7 milioni di euro (+ 5,37% rispetto al 2015), di cui 348,2 per IVS corrente (+ 4,96% rispetto al consuntivo precedente).


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IL BILANCIO CONSUNTIVO 2016 DELL'INPGI CON LE RELAZIONI DELLA PRESIDENTE, DELLA DIRETTORA GENERALE  E DEL COLLEGIO DEI SINDACI IN http://www.inpgi.it/sites/default/files/7.%20INPGI%20AGO_BILANCIO%20CONSUNTIVO%202016.pdf


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20.4.2017 - INPGI, NEL BILANCIO 2016 NUOVO TONFO: 100 INCASSA E 127 PAGA. Squilibrio della gestione previdenziale: risultato negativo per 114,28 milioni con un peggioramento di 2,34 milioni rispetto a – 111,94 milioni del 2015. Le plusvalenze di carta (81,7 mln) salvano il bilancio contabile che chiude con un “avanzo di gestione” di 9,41 milioni. Le plusvalenze d carta legate alla rivalutazione degli immobili. INCHIESTA/1 - di Gianni Dragoni/consigliere generale Inpgi - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23158





21.4.2017 - INPGI, FABBISOGNO DI 150 MILIONI NEL 2017. IL PATRIMONIO LIQUIDO SCENDE A 500. Quanto durerà questo patrimonio? Al ritmo di erosione attuale il patrimonio liquido si esaurirebbe prima di quattro anni. INCHIESTA/2 - di Gianni Dragoni* - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23176





20.5.2017 - LIBEROQUOTIDIANO - Intervista alla presidente Inpgi Marina Macelloni - PUR DI NON FINIRE ALL'INPS I GIORNALISTI VENDONO CASA - Più pensionati che contribuenti attivi: l'Istituto di previdenza di categoria costretto a cedere il patrimonio immobiliare per restare autonomo.  (Franco Abruzzo, presidente di Unpit: "Ancora una volta Marina Macelloni dimentica che le pensioni Inps, a differenza di quelle Inpgi, sono garantite dallo Stato. In caso di default nel futuro dell'Istituto ci sono commissariamento e liquidazione con le pensioni ridotte allo standard di assegno sociale: 501,89 euro. C'è il diritto alla pensione ma non al quantum dice la Consulta. Serve urgentemente una legge per trasferire l'Inpgi nell'Inps come è avvenuto per Inpdai, Enpals e Inpdap. Gli editori non  assumono e le entrate calano, mentre il numero dei pensionati  aumenta. Basta con la favola dell'autonomia professionale garantita dall'Inpgi. L'autonoia è garantita solo dal rispetto della deontologia fissata per legge come recita l'articolo 1 del Cnlg"). - di SERGIO LUCIANO/Liberoquotidiano - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23365 





18.5.2017 - ASR sulla nuova legge per l'editoria: dal Gabinetto Gentiloni risposte insufficienti per la crisi in atto. Il principio base sul quale ha lavorato il Governo è questo: l'editoria non deve godere di particolari privilegi rispetto al sistema generale. Non deve avere norme di favore su ammortizzatori, prepensionamenti e pensioni.  Si alla mobilitazione della categoria. (1. Pierluca Danzi e Spartaco Ense pongono  una domanda inquietante: "Incombe la profezia di Philipp Meyer: nel 2043 sarà venduta l'ultima copia di un giornale cartaceo. Ma l'Inpgi dice che nel 2039 ci sarà la svolta positiva per il bilancio dell'Istituto. Lo assicura l'attuario. Dobbiamo crederci o è più prudente chiedere subito il passaggio all'Inps?".).  - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23346 





10.5.2017 - INPGI. Marina Macelloni (presidente) audita dalla Commissione Lavoro della Camera: “La riforma avviata dall’Istituto è in grado di invertire la dinamica di squilibrio, bisogna resistere fino al 2039, poi ci sarà la svolta positiva. La crisi persistente dell'editoria determina frattanto l'aumento del numero dei giornalisti pensionati e il calo degli attivi/contribuenti. Presto la pensione di anzianità,  come chiedono i Ministeri vigilanti, scatterà  con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. L'allineamento alle regole dell'Inps è ormai cosa fatta anche in tema di pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi) e di calcolo contributivo per gli assegni. L'età della quiescenza aumenterà in base alle aspettative di vita".  - di Pierluca Danzi e Italpress - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23285









 









 








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