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INPGI, FABBISOGNO DI 150 MILIONI NEL 2017. IL PATRIMONIO LIQUIDO SCENDE A 500. Quanto durerà questo patrimonio? Al ritmo di erosione attuale il patrimonio liquido si esaurirebbe prima di quattro anni. INCHIESTA/2.

di Gianni Dragoni *


21.4.2017 - L’Inpgi ha consumato il proprio patrimonio per coprire le perdite di gestione nel 2016. L’erosione patrimoniale è proseguita l’anno scorso, a causa del disavanzo pari a -114,28 milioni di euro della gestione previdenziale e assistenziale dell’Inpgi 1. Nel bilancio contabile l’Inpgi ha coperto larga parte di questo buco utilizzando le plusvalenze per 81,7 milioni derivanti dal conferimento degli immobili al Fondo Giovanni Amendola, plusvalenze che esistono solo sulla carta perché gli immobili non sono stati venduti, ma sono stati inseriti in una scatola che appartiene al 100% all’Inpgi.


Da quest’operazione l’Inpgi non ha incassato neppure un euro. L’unico incasso effettivo con la dismissione del mattone l’istituto lo ha realizzato con la vendita di un immobile a Padova in via San Marco 104, per 230.000 euro, rispetto a un costo storico di 228.180. Si tratta di briciole rispetto a ciò di cui l’Inpgi ha bisogno. Però quest’operazione può essere significativa per un altro aspetto: il maggior valore ottenuto con la vendita è di appena 1.820 euro superiore al costo storico, a Padova non c’è stata una plusvalenza come invece avviene nelle perizie fatte dall’”esperto indipendente” Protos per il conferimento della quasi totalità degli immobili dell’Inpgi al Fondo Amendola.


Si assottiglia il patrimonio dell'istituto - Poiché per tutte le sue esigenze l’Inpgi spende più di quanto incassa, l’istituto ha dovuto procurarsi i soldi in un altro modo. Il rendimento del patrimonio non è sufficiente a coprire la differenza tra spese ed entrate.


L’istituto ha venduto titoli del suo portafoglio liquido per procurarsi la cassa necessaria a pagare pensioni, ammortizzatori sociali, cassa integrazione, stipendi dei dipendenti, altre spese di funzionamento e tasse.


Di quanti soldi ha bisogno l’Inpgi? Il calcolo fatto dagli uffici finanziari dice che il fabbisogno è pari alla somma algebrica tra il disavanzo della gestione previdenziale e assistenziale (114,28 milioni) e i costi di struttura (25,8 milioni), pertanto per il 2016 a circa 140 milioni di euro.


Secondo il consulente Mangusta Risk, a fine 2016 l’Inpgi aveva un portafoglio titoli del valore di 1.808 milioni, di cui 1.166 milioni costituito dal valore delle quote del Fondo Amendola e altri immobili di proprietà, il resto fondi azionari e obbligazionari e, per 70,9 milioni, mutui e prestiti.


A fine 2015 il medesimo portafoglio valeva 1.917,2 milioni, di cui 1.164,9 milioni costituito da Fondo Amendola e immobili, mutui e prestiti per 96,6 milioni, il resto fondi azionari e obbligazionari. Questo significa che nell’ultimo anno, pur calcolando il rendimento del patrimonio, l’Inpgi ha “perso” circa 109 milioni di patrimonio, questa è la fetta venduta per fare cassa.


La quota venduta è maggiore, perché in questa somma ci sono anche le cedole incassate sui fondi, per qualche decina di milioni. In pratica, possiamo calcolare che circa 140 milioni del patrimonio siano stati consumati per pagare il fabbisogno di cassa dell’Inpgi dovuto agli squilibri tra entrate e uscite.


In questa opera di vendita l’istituto ha realizzato plusvalenze per circa 87 milioni su “negoziazione titoli”, perché ha venduto quote di fondi a prezzi superiori a quelli di carico, queste sono plusvalenze reali (e non di carta come quelle immobiliari), iscritte tra i proventi del conto economico; ci sono ulteriori 7 milioni circa di plusvalenze da variazione cambi sui fondi in titoli esteri, in totale quindi le plusvalenze su titoli ammontano a 94,8 milioni.


L’altra grave conseguenza di questa situazione è che il patrimonio liquido dell’istituto si è ridotto a circa 500 milioni. La vendita del patrimonio proseguirà quest’anno, l’ultima stima interna era di un fabbisogno di cassa di 150 milioni per il 2017. Ma bisognerà vendere anche nei prossimi anni, perché rimarrà lo squilibrio tra costi e ricavi della gestione.


Quanto durerà questo patrimonio? Al ritmo di erosione attuale il patrimonio liquido si esaurirebbe prima di quattro anni. Oltre a questo, bisognerà valutare quali saranno gli incassi delle dismissioni di immobili fatti dal Fondo Amendola. Le prime operazioni sono state completate in queste settimane, per un incasso valutato in circa 55 milioni.


I soldi comunque non vengono incassati direttamente dall’Inpgi ma dal Fondo, gestito dalla Investire Sgr. Sarà il gestore a decidere la quota della liquidità incassata da restituire all’Inpgi come dividendo.


Il prestito agli editori per la ex Fissa - Per procurarsi liquidità l’Inpgi ha inoltre sospeso l’erogazione di nuovi mutui da gennaio 2015 e sollecita il rientro dai mutui in essere. A fine 2016 i crediti per mutui erano ridotti a 37,7 milioni, rispetto ai 69,6 milioni di un anno prima. Anche i prestiti si sono ridotti, da 38,3 a 33 milioni.


Tra i prestiti ci sono anche 11,52 milioni di credito residuo verso il Fondo integrativo contrattuale Fieg (ex Fissa), a fronte del finanziamento di 12 milioni erogato a giugno 2015, “in esecuzione di accordi intervenuti tra le parti sociali”, dice il bilancio. In totale il prestito deliberato per questa finalità dal cda Inpgi è di 35 milioni, di cui 12 milioni già erogati.


Un’altra voce preoccupante del bilancio è il calo delle disponibilità liquide. La liquidità a fine 2016 ammontava a 38,2 milioni, rispetto ai 46,25 milioni di fine 2015, una voce che già era in calo rispetto agli anni precedenti. Anche questa riduzione è conseguenza dell’assorbimento di cassa nella gestione dell’istituto a causa dello squilibrio tra entrate e uscite.


Aumenta la svalutazione crediti verso editori - Per il quarto anno consecutivo è aumentata la svalutazione dei crediti dell’Inpgi verso le aziende editoriali. Nel 2016 l’istituto ha accantonato 22,17 milioni per svalutazione crediti verso editori, la relazione dice che questo è stato fatto “per l’adeguamento della consistenza del fondo al rischio d’inesigibilità dei crediti preesistenti”.


Nel 2015 erano stati svalutati crediti verso editori per circa 17 milioni. Negli anni precedenti la medesima svalutazione era stata inferiore: 14,83 milioni nel 2014, 10,35 milioni nel 2013, 7,97 milioni nel 2012.
L’Inpgi a fine 2016 aveva crediti verso aziende editoriali per 300,45 milioni (304,2 milioni nel 2015).


L’importo si riferisce per 240,8 milioni a crediti per contributi e per 59,65 milioni a crediti per sanzioni e interessi. Il saldo alla fine dell’esercizio è stato ridotto di 17,12 milioni “per perdite su crediti inesigibili e per i quali si è utilizzato il relativo fondo svalutazione crediti”, cioè il fondo costituito con gli accantonamenti per 22,17 milioni come indicato in precedenza.


Questo fondo è salito nel 2016 da 131,4 a 136,4 milioni ed è arrivato a coprire il 45% di tutti i crediti verso gli editori (era il 43% a fine 2015). Questo movimento assomiglia alla copertura che le banche fanno dei crediti in sofferenza verso i clienti. Ci chiediamo se l’Inpgi abbia scarsa fiducia di poter incassare questo volume importante di crediti o se sappia già che in larga parte non saranno incassati.


L'aumento dei costi di struttura - Secondo il bilancio, i costi di struttura dell’istituto nel 2016 sono aumentati del 3,52% a 25,83 milioni, l’incremento è di 877.223 euro rispetto ai 24,95 milioni del 2015. La voce più importante è il personale, il cui costo è aumentato di 571.906 euro a 17,04 milioni (16,47 milioni nel 2015). Il personale amministrativo a fine esercizio è diminuito da 205 a 201 dipendenti. La relazione al bilancio fa una puntualizzazione, afferma che “a livello gestionale” i costi del personale si riducono a 12,027 milioni, in diminuzione di 547mila euro rispetto all’analogo dato del 2015, per effetto dei riaddebiti per 5,018 milioni, in parte per le quote dei costi del personale impiegato presso la gestione separata (2,844 milioni) e in parte “per il corrispettivo annuale relativo ai servizi tecnico/amministrativi e portierato” (2,17 milioni) svolti dal personale dell’istituto in forza al servizio immobiliare, per conto della società di gestione del Fondo immobiliare, cioè Investire Sgr.


Insomma, con questo tortuoso giro di parole l’Inpgi afferma che i costi del personale sono in realtà inferiori a quelli che nel bilancio vengono descritti con questa voce, perché ci sono recuperi di spesa dalla gestione separata (Inpgi 2) e dalla società che gestisce il Fondo Amendola.


Abbiamo però due osservazioni da fare al riguardo:


1) facciamo notare che la gestione separata è sempre cosa dell’Inpgi;


2) quanto agli addebiti di spesa a Investire Sgr, osserviamo che questa società gestisce il Fondo Amendola che è al 100% dell’Inpgi. Pertanto ci chiediamo se gli addebiti alla società di gestione non diventino comunque un costo che, come una partita di giro, si ribalta sempre sull’Inpgi.


Il costo per gli organi dell’ente è aumentato di 202.683 euro, da 1,335 a 1,538 milioni. Su questa spesa ha inciso l’onere per le elezioni degli organi statutari, consiglio generale e collegio sindacale, risultato pari a 275mila euro. Nelle precedenti elezioni erano stati spesi 348mila euro.


Escludendo l’onere per le elezioni, i costi complessivi per i componenti degli organi statutari, relativi alle voci indennità, gettoni di presenza, rimborsi trasferte e spese di rappresentanza ammontano a 1,263 milioni, con una riduzione di 72mila euro, da attribuire in prevalenza alla riduzione degli oneri per compensi e indennità. Da ricordare inoltre che da giugno 2016 c’è stata “l’interruzione del riconoscimento dei gettoni di presenza per le riunioni collegiali, a esclusione dei consiglieri privi di redditi da lavoro”.


Nel dettaglio, i compensi e le indennità riconosciuti agli organi collegiali ammontano a 646mila euro, in calo di 130mila euro; i compensi e indennità al collegio sindacale ammontano a 234mila euro, in calo di 11mila; gli oneri per rimborsi spese e funzionamento commissioni ammontano a 282mila euro, sono aumentati di 63mila. Le spese di rappresentanza diminuiscono di mille euro a 15mila euro. Gli oneri previdenziali e assistenziali aumentano di 7.000 euro a 86mila euro.


L’Inpgi ha continuato nel 2016 a sussidiare la Fnsi e le associazioni regionali della stampa per poco meno di 2,5 milioni, la cifra esatta è di 2,441 milioni, 49mila euro in meno del 2015 (-1,99%). Queste spese vengono giustificate come “spese sostenute nel corso dell’esercizio per i servizi resi dalle associazioni regionali della stampa e dalla Fnsi”.


Inpgi Futuro ha già da tempo criticato questa spesa, di fatto un “pedaggio” pagato al sindacato oltre che un onere sostanzialmente incomprimibile. Questa spesa non appare sempre giustificata da reali servizi resi, né sempre supportata da un’effettiva e trasparente rendicontazione delle spese effettivamente sostenute.  (2. fine)


* Consigliere generale per Inpgi Futuro, commissione bilancio - in https://www.puntoeacapo.org/2017/04/20/inpgi-fabbisogno-150-milioni-nel-





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20.4.2017 - INPGI, NEL BILANCIO 2016 NUOVO TONFO: 100 INCASSA E 127 PAGA. Squilibrio della gestione previdenziale: risultato negativo per 114,28 milioni con un peggioramento di 2,34 milioni rispetto a – 111,94 milioni del 2015. Le plusvalenze di carta (81,7 mln) salvano il bilancio contabile che chiude con un “avanzo di gestione” di 9,41 milioni. Le plusvalenze d carta legate alla rivalutaZione degli immobili. INCHIESTA/1 - di Gianni Dragoni/consigliere generale Inpgi - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23158


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20.4.2017 - INPGI, approvati i bilanci consuntivi 2016 della Gestione sostitutiva dell'Inps) e della Gestione separata. Disavanzo della gestione previdenziale principale pari a 114,3 milioni; il numero dei giornalisti  attivi registra una diminuzione di ulteriori 802 unità, che porta il numero totale degli stessi sotto i 16 mila; il bilancio contabile chiude con un utile di gestione di 9,4 milioni di euro (grazie alle plusvalenze immobiliari per 81,7 mln, ndr). "I numeri nel bilancio dell'lnpgi - ha commentato la Presidente Marina Macelloni - testimoniano anche quest'anno la profondità della crisi dell'editoria".  - di Inpgi.it - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23159


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21.2.2017 - INPGI/I Ministeri vigilanti approvano la riforma, il passaggio al  sistema di calcolo contributivo  e il provvedimento che introduce per via amministrativa e per tre anni il contributo di solidarietà sulle pensioni superiori ai 38mila euro. FRANCO ABRUZZO (PRESIDENTE DI UNPIT): "I vertici dell'Istituto festeggiano, ma c'è poco da festeggiare da parte di chi ha 30-40-50 anni. L'assegno si allontana, mentre la situazione finanziaria dell'ente resta fortemente critica tra aumento del numero dei pensionati e calo dei redattori che versano i contributi. Una forbice che stritola la Fondazione. Quest'anno dovranno essere smobilitati titoli per 150 milioni per fronteggiare le esigenze di cassa, mentre la dismissione degli immobili è ferma. Il quadro era e resta fosco. Senza pensione giornalisti e giornaliste che, a seguito della cessazione del rapporto di lavoro, sono stati ammessi alla prosecuzione volontaria della contribuzione oppure dipendenti da aziende in stato crisi ovvero disoccupati per cessazione del  rapporto di lavoro da aziende in crisi. Inpgi come l'Inps in tema di adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita. Solo le pensioni Inps sono garantite dallo Stato".  In allegato la riforma punto per punto spiegata da Mimma Iorio (dg dell'ente). - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22731





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Il Ministro Poletti (in dissenso con il collega Padoan) ha avallato una delibera del Cda dell'Inpgi che impone un prelievo sulle pensioni dei giornalisti dai 38mila euro in su. Un caso unico nel mondo della previdenza italiana. Franco Abruzzo (presidente Unpit): "La parola ai giudici".


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15.4.2017 - Pubblichiamo la Nota n. 36/1945 (del 20/2/2017) con la quale il ministro vigilante del Lavoro ha approvato il contributo straordinario sulle pensioni dei giornalisti dai 38mila euro in su come richiesto dal Cda dell'Inpgi (delibera n. 63/2016). Alla Nota è allegato il parere del Mef (a firma del Ragioniere generale dello Stato). La Cassazione ha bocciato il prelievo imposto per via amministrativa dalle Casse dei dottori commercialisti e dei ragionieri. Le prestazioni patrimoniali possono essere deliberate solo per legge come recita l'articolo 23 della Costituzione. Il Ragioniere generale dello Stato nella sua Nota 27.1.2017 (prot n. 15917) indirizzata al Ministero del Lavoro ha richiamato le "criticità sul prelievo" già espresse dai Ministeri vigilanti (Lavoro e Mef) con la Nota 2.2.2016 n. 36/1379 quando hanno bocciato il prelievo sulle pensioni dei giornalisti previsto dalla delibera n. 24 del 27 luglio 2015. - di Franco Abruzzo/presidente di Unpit - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23150





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15.4.2017 - INPGI/1 - Il Ministero del Lavoro, dopo le riforme del 2015 e del 2016, ipotizza - con la Nota 36/1944 del 20.2.2017 -  una TERZA riforma che ha come perno l'articolo 76 della legge 388/2000: "Le forme previdenziali gestite dall'INPGI devono essere coordinate con le norme che regolano il regime delle prestazioni e dei contributi delle forme di previdenza sociale obbligatoria, sia generali che sostitutive". Si va verso la stretta sulle pensioni di anzianità: la si potrà conseguire a qualsiasi età con 42 anni e 10 mesi di contributi (gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (le donne). L'Istituto sollecitato ad "adottare con l'urgenza necessaria ulteriori, severe e rigorose misure per consentire la stabilità delle gestioni". "I risultati di esercizio sono stati, negli ultimi anni, non del tutto negativi solo per effetto di operazioni di dismissione del patrimonio immobiliare di proprietà, esaurite le quali, però, l'andamento negativo dei saldi previdenziali difficilmente potrà essere compensato, determinando il definitivo sbilanciamento dell'Istituto". L'ente "non può invocare l'intervento riequilibratore dello Stato". Come dire: o ce la fate da soli o il commissario è dietro l'angolo. IN ALLEGATO  la Nota 36/1944 del 20.2.2017  con il parere del Mef.  - di Franco Abruzzo/presidente di Unpit - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23151





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12.4.2017 - L'INPGI HA NEGATO L'ACCESSO, MA LA DIREZIONE PREVIDENZA DEL MINISTERO DEL LAVORO HA MESSO A DISPOSIZIONE DEL PRESIDENTE DELL'UNPIT, FRANCO ABRUZZO, LE NOTE NN. 36/1944 E 36/1945 (compresi i pareri correlati del Ministero dell'Economia)  CON LE QUALI IL 20 FEBRAIO SONO STATE APPROVATE IN PARTE O IN TUTTO LE DELIBERE nn. 62 E 63/2016 DELL'ISTITUTO SULLA RIFORMA REGOLAMENTARE E SUL PRELIEVO A CARICO DEI GIORNALISTI PENSIONATI. LE NOTE (con gli allegati) VENGONO SUBITO MESSE A DISPOSIZIONE DEI PENSIONATI PERCHÉ SE NE AVVALGANO IN SEDE GIUDIZIARIA EX  ARTT. 23 E  24 DELLA COSTITUZIONE. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23133









 






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