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Sole 24 Ore - L'assemblea di
redazione delibera 3 giorni di
sciopero contro il passaggio (al buio)
al formato tabloid: isolato il direttore
Gianni Riotta sostenuto
da un solo redattore, mentre
un secondo si è astenuto.
Attesa per le delibere del CdA.
E' guerra in viale Monte Rosa.
Controffensiva degli amici di Riotta
guidati da Nino Ciravegna.
Confindustria deve decidere
in fretta per salvare il giornale.
La redazione di Radiocor
è in stato di agitazione.

Documento del CdR del Sole 24 Ore: "Il passaggio al tabloid non potrà essere accettato se si presenterà come un taglio dissimulato della foliazione del quotidiano, attraverso il quale far passare, magari non oggi, un taglio del corpo redazionale. Il materiale con cui si costruisce un giornale di qualità sono i giornalisti: risorse da valorizzare e non costi superflui da sforbiciare. Un concetto che vale per il quotidiano come anche per tutte le testate del gruppo: se devono essere fatte ristrutturazioni, che avvengano valorizzando i redattori e non rinunciando alla loro professionalità, magari reimpiegandoli, mai mortificandoli".

Milano, 11 gennaio 2011. Assemblea-fiume al Sole 24 Ore dalle 15.30 alle 19.15.  Con voto pressoché unanime (un solo voto contrario e un astenuto) ha deliberato di mettere a disposizione del CdR tre giorni di sciopero da attuare appena si conosceranno le deliberazioni (sul passaggio al formato tabloid) del CdA convocato per il 16 gennaio. L’assemblea si è trasformato in un lungo processo al direttore, che ha perso  54mila copie negli ultimi 18 mesi, mentre la trasformazione del “domenicale” in formato tabloid si è rivelato un flop. Riotta spinge perché al più presto tutto il giornale  adotti il formato tabloid. Il rischio è  quello di perdere non solo altre copie ma anche  dal 15 al 30 per cento delle entrate pubblicitarie secondo uno studio rivelato dal redattore Nicola Borzi (già membro del CdR). Borzi ha reso pubbliche  le vere cifre del bilancio". Frattanto Confindustria ha negato  “categoricamente” voci di vendita della testata accreditate dall’Unità e dal fatto. La lettera di Borzi alla redazione si può leggere in  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6020.


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Documento del CdR del Sole (poi rafforzato dall'assemblea con lo stato di agitazione e il pacchetto di 3 giorni di sciopero)


 


Il 4 dicembre del 2009 azienda e comitato di redazione firmavano l’accordo sull’apertura dello stato di crisi – poi ratificato il 2 marzo – che prevede tra l’altro il pensionamento anticipato di 31 colleghi della redazione del Quotidiano e di tre colleghi di Radiocor. Una misura d’emergenza dettata dalle condizioni finanziarie del gruppo, avviato a chiudere quell’anno con una perdita netta di 53 milioni di euro, la prima nella sua storia. I prepensionamenti arrivavano come ultimo di una serie di sacrifici accettati dalla redazione nel 2009 per tagliare i costi e contribuire al risanamento dei conti. In rapida sintesi: abolizione del compenso per le rubriche, abolizione dei corrispettivi per le collaborazioni tra sezioni (salvo l’eccezione dei Rapporti), riduzione dei pagamenti ai collaboratori esterni, smaltimento delle ferie arretrate. L’accordo sui prepensionamenti introduceva infine il blocco delle assunzioni, salvo motivate eccezioni.
Accettando tutte queste misure, adottate in un clima di confronto con l’azienda a volte aspro ma mai pregiudizialmente conflittuale, la redazione del Quotidiano ha confermato il senso di responsabilità e l’attaccamento al giornale che l’ha sempre contraddistinta. Del resto, in questo gruppo, l’attenzione al lettore, la cura per la qualità, lo stimolo all’innovazione sono sempre venuti dal corpo redazionale. E due accordi pionieristici siglati sulla multimedialità sono lì a dimostrarlo.
I tagli varati nel 2009 erano peraltro accompagnati da un piano di rilancio industriale finalizzato a conseguire due obiettivi tra gli altri: fermare l’emorragia di vendite del quotidiano e invertire il trend di contrazione dei ricavi del gruppo. Il punto cruciale di questo piano era individuato nel passaggio del Quotidiano al formato tabloid. Qual è la situazione dopo un anno di applicazione dello stato di crisi?
Il gruppo fa ancora i conti con una perdita netta significativa; l’emorragia di copie sembra solo rallentata; la raccolta pubblicitaria delude; di nuovo, ci troviamo a discutere del passaggio al formato tabloid, travagliato progetto rispolverato dal cassetto, dove era rimasto tutto questo tempo. Verrebbe da dire che abbiamo perso un anno. Ma le cose stanno peggio di così. Perché durante questo anno i concorrenti si sono mossi, hanno riportato i bilanci verso l’utile e soprattutto hanno fatto crescere quella linea di ricavi che per il Sole 24 Ore continua invece a scendere  in quasi tutte le sue componenti. Durante questo anno “perso”, però, la redazione la sua parte l’ha fatta, dedicandosi a tutti i progetti di rilancio annunciati, avviati e in qualche caso addirittura lasciati in sospeso (come sta accadendo per l’i-Pad o per il potenziamento dell’informazione giuridico ed economica regionale sull’online). La redazione ha fatto fronte alla riduzione degli organici determinata dal blocco delle assunzioni, dai  prepensionamenti, e dal programma di smaltimento delle ferie arretrate. Soprattutto, durante questo anno, 12 colleghi hanno lasciato in anticipo l proprio posto collocandosi in pre-pensionamento.  Insomma, ai sacrifici da parte della redazione non è corrisposto un egual impegno da parte di un’azienda, per troppo tempo distratta dalla lunga teoria di avvicendamenti manageriali, che ne ha lasciato scoperti i ruoli chiave in una fase delicatissima. Un grande gruppo però ha bisogno di stabilità del management, di organizzazione e professionalità, anche nella valutazione delle operazioni finanziarie, che pure nel recente passato hanno visto l’azienda impegnare preziosa liquidità in acquisizioni dai controversi ritorni industriali e ora anche patrimoniali. Qui entrano in gioco le responsabilità dell’editore, che in questa fase di crisi appare lontano e distratto. La redazione, invece, ha fatto la sua parte e continuerà a farla nel rispetto degli accordi siglati. Anche qui altrettanto non si può dire dell’azienda, che fatica persino a valersi degli strumenti che le sono messi a disposizione da quelle intese per contenere i costi e che trascina nel tempo il rispetto degli impegni presi, come nel caso dei Dorsi, la cui equiparazione al Quotidiano, sancita dal piano del 2 marzo, non è ancora stata eseguita. Un episodio grave, che getta un’ombra sul futuro delle relazioni industriali. Un’ombra che chiediamo di scacciare ripristinando il rispetto degli impegni e delle regole.


Date queste premesse, l’assicurazione da parte dell’azienda di non volere, per ora, procedere a ulteriori tagli del costo del lavoro giornalistico nel  perimetro del Quotidiano rappresenta la presa d’atto dei sacrifici già fatti da quella stessa redazione che ha costruito nel tempo il successo del Sole 24 Ore.
Ma altre sono le rassicurazioni che la redazione si attende. Se dopo un anno di tentennamenti non del tutto chiariti, l’azienda ora decide di lanciarsi  nel progetto tabloid deve sapere che i giornalisti del Sole 24 Ore esigono la garanzia che l’operazione sia correttamente valutata, esigono la garanzia che non si tratti di una mossa da ultima spiaggia e che non risponda a un’ottica di mero taglio dei costi. Il comitato di redazione non intende contestare pregiudizialmente la scelta del tabloid, ma neppure è disposto a sposarla acriticamente. In una fase di difficoltà che comunque riguarda ancora tutto il
 settore, ma il nostro giornale ormai più degli altri, salti nel vuoto sarebbero da sconsiderati. Per questo il comitato di redazione pretende che il processo di innovazione della Testata avvenga coinvolgendo a tutti i livelli i giornalisti del Sole 24 Ore. Il passaggio al tabloid non può avvenire senza un’analisi dell’impatto sui lettori, sul prezzo degli spazi pubblicitari, sulla foliazione, sull’organizzazione del lavoro nella redazione, sui livelli occupazionali. Tutti elementi che devono essere illustrati compiutamente alla redazione, come previsto dall’accordo sullo stato di crisi. Di più, il passaggio al tabloid, se mai ci sarà, non può avvenire al di fuori di un vero piano di rilancio industriale ed editoriale della testata che contempli finanche concreti programmi di sviluppo dell’offerta informativa sui nuovi media. Inoltre, la riduzione del formato rappresenta un’occasione per una riflessione sul profilo dell’offerta informativa sinora proposta ai lettori, riflessione che il Comitato di redazione tenta di portare avanti da tempo. Se vendite in edicola e abbonamenti continuano a calare diventa opportuna l’apertura di una fase di ripensamento e aggiustamento, che faccia leva sul vantaggio competitivo che ci viene dall’essere un giornale specializzato nei temi dell’economia, della finanza, delle norme e della politica.
Il passaggio al tabloid non potrà essere accettato se si presenterà come un taglio dissimulato della foliazione del quotidiano, attraverso il quale far passare, magari non oggi, un taglio del corpo redazionale. Il materiale con cui si costruisce un giornale di qualità sono i giornalisti: risorse da valorizzare e non costi superflui da sforbiciare. Un concetto che vale per il quotidiano come anche per tutte le testate del gruppo: se devono essere fatte ristrutturazioni, che avvengano valorizzando i redattori e non rinunciando alla loro professionalità, magari reimpiegandoli, mai mortificandoli.
Il Comitato di redazione ricorda che la quasi totalità dei progetti illustrati in questi mesi, alcuni dei quali da poco operativi, comportano investimenti pari a zero. Serve la capacità di indirizzare nuove risorse sui settori realmente strategici, confermando la centralità del Quotidiano, vera forza del brand Sole 24 Ore.


 


Il Comitato di redazione del Sole 24 Ore
Davide Colombo, Gianluca Di Donfrancesco; Alessandro Galimberti; Giovanni Negri


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E' guerra in via Monte Rosa. Parte l'offensiva degli amici di Riotta contro il documento con i 3 giorni di sciopero. E' guidata dal caporedattore Nino Ciravegna che ha espresso l'unico "no" alla decisione dello sciopero. Il CdA deve decidere su Riotta: dentro fuori. Questo è il documento:


 


 


Lettera di Nino Ciravegna alla redazione del Sole 24 Ore:


“Noi ci buttiamo un milione per co-finanziare investimenti aggiuntivi al Sole”


 


Non mi riconosco nella mozione varata faticosamente dall’assemblea, la ritengo vetero-sindacale, sono convinto che non abbia centrato il vero obiettivo. Sul Sole scriviamo che situazione nuove richiedono soluzioni nuove. Noi abbiamo risposto in modo classico, vecchio. Abbiamo fatto la Fiom-cellula di viale Monte Rosa, Fcvmr in sigla, i diritti acquisiti non si toccano, quello che è scritto va rispettato alla lettera.


Ritengo che si possa far meglio, essere più innovativi perché con il modo classico di fare sindacalismo si risolve poco o niente in questa situazione nuova per tutta l'editoria italiana.


1) Lo sciopero è un’arma spuntata. Tutti i colleghi, nei loro interventi assembleari, hanno evidenziato lo stato comatoso dei conti del gruppo. E poi? La soluzione è stata individuata nello sciopero, dimenticando che in un’azienda che perde lo sciopero fa risparmiare soldi, non danneggia il padronato. Tre giorni di sciopero vuol dire regalare 400-450mila euro al Sole. Tanto vale, allora, concordare con l’azienda dieci giorni di sciopero l’anno, magari nei giorni scarichi di pubblicità: in qualche anno possiamo tornare al pareggio. Davvero vogliamo regalare soldi (perdendone noi) a coloro che l’assemblea reputa i responsabili di tutti i mali del Sole?


2) L’assemblea si è intignata sul tabloid, che non ritengo argomento sindacale. E’ come se la Fiom volesse discutere con Marchionne se scommettere sulla Punto o se è meglio la Ypsilon. Non è mestiere sindacale programmare, il sindacato deve chiedere investimenti e tutelare l’occupazione.


3) Quasi tutti gli interventi hanno evidenziato come la redazione abbia già dato, che altri sacrifici non si possono più chiedere. La verità, anche se è scomodo ammetterlo, è che noi non ci abbiamo rimesso neanche un centesimo in questa crisi, non abbiamo perso un minimo privilegio, non siamo stati danneggiati in nulla. Casomai sono stati colpiti i colleghi che non aspirano al prepensionamento, non noi che restiamo. Basterebbe mettere il naso fuori dalla cellula di viale Monte Rosa per vedere un po’ di concreta, pesante crisi, vedere i livelli retributivi della gente normale (e anche nei giornali normali) per capire che noi finora siamo stati privilegiati, altro che già dato. Siamo solo agli inizi del dare.


4) Prima di Natale c’era forte preoccupazione per la possibile Cassa integrazione per i giornalisti del gruppo. Cento giornalisti in Cig, si diceva, di cui 40 al quotidiano. Poi ci sono state rassicurazioni verbali (verbali, sottolineo, niente di scritto – ci sarà un perché) che il quotidiano sarebbe stato risparmiato. Sospiro di sollievo di tutti, meglio che la Cig tocchi agli altri. Il vetero-sindacato aveva un minimo di solidarietà, noi abbiamo preso il peggio del nuovismo, meglio a loro che a noi. Davvero possiamo essere contenti, o girare la parte dall’altra parte, mentre colleghi di altre redazioni se ne vanno in Cig? Davvero pensiamo che siano possibili sostanziosi risparmi mettendo in Cig colleghi delle Guide o di BusinessMedia, che guadagnano quattro lire? Se  vuoi risparmiare devi tagliare dove c’è la ciccia, cioè da noi. E prima o pi, è inevitabile, che la Cgi arrivi a noi, se non si corregge la rotta.  


5) Il Cdr è stato rassicurato – verbalmente, ripeto – che quest’anno il quotidiano non sarà interessato alla Cig. Quest’anno. Io penso che non siamo fatti per tirare avanti un anno con l’incubo Cig nel 2012. A interrogarci come e quando arriverà, quanto sarà pesante. Non vogliamo vivacchiare un anno, perché sappiamo che rinviare provvedimenti porta a un solo risultato: quando arriveranno saranno più pesanti. Più si rinvia, più si paga, un classico dell'economia. Noi non possiamo permetterci il lusso di rinviare e nemmeno il lusso di vivere in una situazione precaria per il giornale.


6) Dalla crisi se ne esce un solo modo, o quantomeno c’è un solo modo per tentare di uscire dalla crisi: investire, investire e investire. Noi non sappiamo cosa prevede il piano dell’azienda, ma possiamo tranquillamente dire: non ci basta, vogliamo di più, servono più investimenti. Abbiamo bisogno di massicci investimenti per il quotidiano di carta (tabloid o lenzuolo che sia), abbiamo l’urgenza di massicci invesimenti per il web, l’iPad, Twitter, tablet e tutte quelle cose che arriveranno presto, new media per sintetizzare.   


7) Tutti i sindacati, Fiom in testa, chiedono investimenti. Noi anche. L’azienda dice che non ci sono soldi, la Fiom-cvmr sciopera, loro risparmiano, poi si comincia una lunga trattativa per raccattare 200mila euro per qualche app dell’iPad, 100mila per un’iniziativa, 80mila per un’altra – il modo migliore per perdere tempo e la sfida. La strada maestra per peggiorare tutto.    


8) Noi dobbiamo essere innovativi, sparigliare le carte, sorprendere. Giocare d’anticipo. Dobbiamo uscire dallo stereotipo “stato di agitazione-sciopero delle firme-tre giorni di sciopero per fare risparmiare l’azienda”.


9) Si può essere innovativi, chiedere e ottenere investimenti adeguati per un vero rilancio del Sole? Sì. A patto di non seguire la cellula Fiom di viale Monte Rosa.


10) Noi dobbiamo – arrivo finalmente alla proposta (il sindacalese non esige sintesi) – fare un patto con l’azienda: un piano aggiuntivo di investimenti forte, credibile, con timing certo. In cambio noi ci offriamo di co-finanziarlo. Noi buttiamo sul tavolo un milione se l’azienda ne aggiunge altri, molti. Se aggiunge milioni al risicato piano che ha messo a punto con limitate risorse. Noi diciamo: ci crediamo così tanto che siamo disposti a metterci soldi nostri. Diventiamo più credibili, così, nel chiedere investimenti. Conquistiamo – in quanto co-finanziatori – il diritto di discutere-concordare il piano e controllarne, passo dopo passo, la tempistica. Siamo più forti, obblighiamo l’azienda a seguirci, non si rinuncia facilmente a un milione inaspettato.  


11) E il mutuo? E i figli? Molti colleghi hanno impegni in essere, non possono-non vogliono rinunciare a un solo euro (almeno fino a quando saranno costretti a Cig, contratti di solidarietà o altro). Quindi come fare? Io penso che sia possibile buttare sul tavolo un milione per rilanciare gli investimenti con piccole deroghe, limitate nel tempo, al contratto nazionale.    


12) Qualche ipotesi? Rinunciamo tutti a tre giorni di ferie, noi non perdiamo un euro ma possiamo accumulare 250-300mila euro per co-finanziare il piano di investimenti. Meglio tre giorni per investire che tre giorni di sciopero regalando soldi all’azienda.  Diciamo che per avere diritto alla corta settimanale si debba lavorare almeno metà settimana, invece di un solo giorno - altro denaro sonante che accumuliamo.  Per un periodo limitato 2-3 anni, fino a quando i conti torneranno in ordine, possiamo rinunciare all’indennità di trasferta, storicamente nata per i disagi dei vecchi trasporti – ora non conosco collega che preferisca stare al deck invece di affrontare pesanti viaggi. Possiamo mettere in discussione l’indennità notturna, concordare limiti (senza esagerare) all’utilizzo del cellulare. Possiamo decidere che tutti  lavoriamo almeno una-due domeniche all’online con restribuzione di un giorno normale. Limitare le auto aziendali a singoli marchi, se questo garantisce sostanziosi risparmi. Optare per il low cost ovunque sia possibile. I colleghi dei Dorsi possono accettare di rinviare l’adeguamento dei livelli retributivi – ne hanno tutti i diritti, ma il momento di chiederlo è dannatamente sbagliato. Insomma, io penso sia possible mettere insieme un milione per gli investimenti senza far uscire un euro dalle nostre tasche. Certo, le ferie significano qualità della vita, ma avere certezze sul posto di lavoro in questo momento è qualitativamente più importante che stare a casa rimuginando sui rischi di Cig. Fantastico no? Raggranellare un milione, senza tirare fuori un euro, per garantirci  anni migliori.  


13) Noi mettiamo un milione per co-finanziare un massiccio piano di investimenti aggiuntivi. Penso che il Cdr – non la cellula Fiom – debba definire la cornice, mentre un gruppo di colleghi (con esperienza nei new media e nella carta) debba diventare l’interlocutore di direzione e azienda per mettere a punto il piano, definirne la tempistica, verificarne l’attuazione passo dopo passo. Non il Cdr, penso, perché questi colleghi “advisor della redazione” debbono poter accedere anche ai numeri riservati con l’impegno di non metterli a dispozione dei professionisti spandi-merda sul Sole. Debbono confrontarsi con esperti, co-progettare. Devono superare la contrapposizione sindacati-azienda. Servono colleghi motivati, con esperienza, non gente come me, che tra 17 mesi matura i requisiti minimi per il prepensionamento.


14) Francamente non so se siamo ancora in tempo a correggere la rotta imposta dalla Fiom-cvmr, ma un tentativo lo farei. Non so bene cosa preveda la liturgia sindacale in questi casi, forse bisogna raccogliere un po’ di firme per chiedere un “referendum sull’accordo per co-finanziare gli investimenti aggiuntivi anche in deroga al contratto nazionale”. Io ci proverei, male che vada conquisterò l’onore di qualche altra mail velenosa – mi secca essere surclassato da Rocca -  ma almeno posso dire di aver  provato a sparigliare le carte.


15) Ci proviamo?


16) Sono un vecchio del Sole, la mailing list non è aggiornata, chiedo scusa ai colleghi che non raggiungo.


Nino Ciravegna


caporedattore


tel 02 30222240 - cell. 335 5648321


 


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La redazione  di Radiocor  in  stato di agitazione


Milano, 11 gennaio 2010.  L'assemblea dei redattori del Sole 24 Ore-Radiocor, preso atto della reannunciata intenzione dell'Azienda di procedere a ulteriori interventi sui costi e in vista della presentazione del piano industriale di gruppo, sottolinea di avere già in corso un piano di ristrutturazione biennale. Ricorda poi che detto piano prevede tre prepensionamenti, che comportano una riduzione dell'8 per cento della forza lavoro giornalistica. L'assemblea segnala inoltre di aver accettato per senso di responsabilità di sottoscrivere nella primavera dell'anno scorso l'accordo sullo stato di crisi, nonostante mancasse il prescritto e necessario piano di rilancio e sviluppo, a fronte dell'impegno dell'Azienda, preso durante il confronto aziendale e rafforzato poi al tavolo con Fnsi  e Fieg, di presentarlo entro il 31 luglio scorso. L'assemblea sottolinea sia che l'impegno é stato disatteso e che nulla é stato presentato entro il 31 luglio sia che, nonostante successive assicurazioni sulla presentazione del piano entro lo scorso novembre, l'Azienda é a tutt'oggi inadempiente. Tanto più che, come previsto dall'accordo sullo stato di crisi, il piano va preventivamente discusso con la rappresentanza sindacale. In questi mesi é stato al contrario costante l'impegno della redazione ad attuare quanto previsto dal piano di ristrutturazione, sia avviando i prepensionamenti che perseguendo un continuo miglioramento dell'efficienza. Negli ultimi 3 anni il fatturato di Radiocor é sempre cresciuto a due cifre e il trend positivo sarà confermato anche dal bilancio 2010 nonostante la crisi, generale e di settore. Performance in controtendenza rispetto al mercato editoriale in generale e a quello delle agenzie di stampa in particolare. L'assemblea sottolinea poi sia la disponibilità della redazione ad avviare, quasi due anni fa, la produzione quotidiana di notiziari televisivi sia l'accordo con direzione e Azienda per l'avvio della sinergia con Radio24, deciso nella scorsa estate. Una collaborazione, rapidamente intensificatasi, che, secondo quanto comunicato dalla comune Direzione giornalistica, ha già portato benefici al conto economico di entrambe le testate. L'assemblea sottolinea come il costante miglioramento dei conti e l'ulteriore sviluppo delle nuove iniziative non sarebbero possibili a fronte di una riduzione della forza lavoro nella redazione dell'Agenzia, che già nei prossimi mesi é destinata a subire una significativa contrazione se fosse confermata l'intenzione dell'Azienda di non procedere alle sostituzioni di maternità.


 L'assemblea dei giornalisti del Sole 24 Ore-Radiocor  denuncia l'inadempienza dell'Azienda in merito all'impegno a presentare il piano di sviluppo per l'attuazione dello stato di crisi e sollecita con forza una sua pronta formalizzazione. L'assemblea, alla luce di questa inadempienza e dell'intenzione, preannunciata dall'Azienda, di attuare ulteriori tagli di costi, proclama all'unanimità lo stato di agitazione e si riserva di valutare ulteriori iniziative sindacali, incluso un pacchetto di scioperi, riconvocandosi non appena saranno rese note le delibere del consiglio d'amministrazione.


 L'Assemblea, infine, condivide e fa propria la posizione espressa dal comitato di redazione del Quotidiano nel corso dell'assemblea del 10 gennaio scorso. "Il materiale con cui si produce un'informazione di qualità sono i giornalisti: risorse da valorizzare e non costi superflui da sforbiciare. Un concetto che vale per il quotidiano come per tutte le testate del gruppo: se devono essere fatte ristrutturazioni, che avvengano valorizzando i redattori e non rinunciando alle loro professionalità, magari reimpiegandoli, mai  mortificandoli".  (Il Sole 24 Ore Radiocor) -


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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5852


IL SOLE 24 ORE - Un azionista scrive al presidente di Confindustria.


"Dall'Ipo alla gestione: ecco perché mi sento


un azionista truffato. Destituisca Cerutti e Riotta”.


“Parliamoci chiaro: la più grande fregatura degli ultimi anni, i risparmiatori l'hanno avuta dall'editore del giornale che tutti leggono prima di comprare un titolo e da una delle poche istituzioni che ha resistito agli scandali. Questa debacle ha due responsabili: il presidente del Cda ed il direttore del quotidiano. Gentile presidente, dalle sue continue esternazioni io ho inteso un filo comune: chi sbaglia paga. Allora destituisca il cav. Giancarlo Cerutti ed il dott. Gianni Riotta”.


di www.affaritaliani.it  dell’1.12.2010


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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6020 -


Il Sole 24 Ore/ La mail


del giornalista ed ex


membro del Cdr


Nicola Borzi: "Ecco le


vere cifre del bilancio".


“Secondo gli ultimissimi dati ADS sulla diffusione dei quotidiani (comunicati dalla nostra Azienda, dunque ufficiali), resi noti il 21 dicembre scorso, che ho rielaborato, tra maggio 2009 e settembre 2010 (ultimo dato disponibile), in appena 16 mesi il nostro quotidiano ha visto la diffusione media calare di oltre 54mila copie, le vendite complessive scendere di oltre 52mila copie (-16,9%) e gli abbonamenti pagati contrarsi di addirittura il 27,4% a meno di 95mila copie..... La perdita a livello di risultato netto, nei primi nove mesi del 2010, è di 24,6 milioni, aumentata dell'11,64% rispetto all'anno precedente". Confindustria nega categoricamente voci di vendita della testata.


di www.affaritaliani.it


 



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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6007


Buio in viale Monte Rosa.


Tutti i numeri amarissimi.



Editoria. Panino al Sole.


In attesa di decidere sul


tabloid il giornale cerca copie.


 


I numeri dicono che il quotidiano, sotto la direzione di Gianni Riotta, ha perso oltre 40 mila copie, che tradotte in vil denaro vogliono dire una diminuzione dei ricavi pari a circa 16 milioni di euro. Il Domenicale, l'inserto culturale del dì di festa che avrebbe dovuto fare da avanguardia dell'intera trasformazione in tabloid, dopo il primo numero è incorso nel temuto effetto soufflé, sgonfiandosi nelle successive edizioni. In più, una manina guascona ha ritirato fuori da qualche cassetto lo studio sugli effetti della riduzione di formato sulla raccolta pubblicitaria, che Andrea Chiapponi aveva opportunamente predisposto. Per l'ex capo della System, la concessionaria di pubblicità del gruppo, l'operazione avrebbe comportato una diminuzione degli introiti stimabile tra il 15 e il 25% della raccolta.


di Giovanna Predoni per www.lettera43.it


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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6036


Editoria. Dal Sole a Saturno.


Chiaberge rifà il Domenicale. Ma al Fatto Quotidiano.


di Bruno Giurato per www.lettera43.it


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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5970


NUOVA EDIZIONE STRAORDINARIA.


Ore difficili al SOLE 24 ORE.


Documento del CdR: “L’azienda ha espresso


l'intenzione di non intervenire


sul corpo redazionale del


quotidiano  imponendogli


ulteriori sacrifici”: rientrano


per ora 40 provvedimenti di Cigs.


Via libera indiretta alla Cigs


per 36 redattori di periodici,


Agenzia Radiocor e Radio 24.


Il CdA deciderà il 16 gennaio.


Durante la gestione Riotta, la


testata ha perso 50mila copie.


Il rimedio non è il formato tabloid


né la distribuzione di copie omaggio.


 


“L'azienda riconosce che un piano di interventi limitati alla compressione dei costi sarebbe insufficiente per il  rilancio del gruppo. Il piano industriale che verrà presentato al consiglio di amministrazione dei primi di gennaio prevederà, secondo i vertici aziendali,  interventi ad ampio raggio sul fronte del contenimento dei costi e del rilancio della testata anche attraverso nuovi investimenti. A partire dal passaggio al tabloid del quotidiano. L'azienda ha sottolineato che questo cambiamento di formato avverrà non in una logica di taglio dei costi, ma assieme a una serie di misure di rilancio adottate pur in un contesto di crisi perdurante della raccolta pubblicitaria”.


 


Milano, 24 dicembre 2010. Pubblichiamo qui sotto il “rapporto” del CdR alla redazione di “Il Sole 24 Ore” dopo gli incontri con il direttore e i vertici dell’azienda. E’ un documento importante e significativo: rientrano per ora 40 provvedimenti di Cigs nell’ambito del quotidiano. Via libera indiretta, invece, alla Cigs per 36 redattori di periodici, Agenzia Radiocor e Radio 24. Il CdA deciderà il 16 gennaio. Durante la gestione Riotta, la testata ha perso 50mila copie. Il rimedio non è il formato tabloid né la distribuzione di copie omaggio. Dal testo  del documento si arguisce, però,  che il CdR non ha sollevato il tema dell’azionista, che, con lettera aperta pubblicata da www.affaritaliani.it, ha denunciato di sentirsi “truffato” per la perdita di valore (-80%) subita in Borsa  dal titolo targato “Il Sole 24 Ore”, aggiungendo che “la fallimentare svolta generalista della testata ha fatto perdere, identità, lettori e abbonati”. L’azionista ha chiesto al presidente di Confindustria di “destituire il presidente del CdA e il direttore del quotidiano”. Mettere la testa sotto la sabbia non è una scelta politica che paga alla lunga. Il CdR non può far finta che non sia successo nulla. (La lettera dell’azionista si può leggere in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5852).


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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=6015 -


TESTIMONIANZA


di Vittorio Emiliani:


“Dal 2 gennaio ho


preso la ‘storica’


(per me) decisione


di non acquistare più


regolarmente, tutti


i giorni, il Sole 24 Ore”.


 


“..…ne ho seguito tutte le trasformazioni fino a quella, decisiva, di Gianni Locatelli e del domenicale diretto da Armando Torno, al quale ho collaborato attivamente e piacevolmente. Un quotidiano che non riconosco più e che, a parte taluni commenti (rimpiangerò certamente gli editoriali di Stefano Folli), non mi dice più granché. Davvero peccato averlo buttato via così”.


 


Ore decisive e drammatiche: per il 10/1 è prevista la riunione dell’Assemblea dei redattori e per il 16 il CdA del Gruppo. L’azionista


dovrà compiere scelte dolorose, ma necessarie, per avviare la ripresa della testata. Il futuro del quotidiano è il suo passato di primo giornale economico/finanziario/normativo/politico/culturale d’Europa. IN CODA le vicende più recenti legate alla testata “Il Sole 24 Ore” e una lettera di Nicola Borzi alla redazione: "Ecco le vere cifre del bilancio".


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Diffusione dei quotidiani.


A giugno 2009: Repubblica -7,2%


Corriere della Sera -9,3%


Gazzetta dello Sport -8,5%


Il Sole 24 Ore -14%,


mentre La Stampa fa +0,8%


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Dati Ads (settembre 2009).


Editoria/ Corsera -11% in un anno,


Repubblica -16%


Il Sole 24 Ore: -8,7 (306.500 copie).


Continua il crollo della diffusione della stampa italiana. Quotidiani, settimanali e mensili: tutti i numeri testata per testata.


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Diffusione dei quotidiani nel dicembre 2009 rispetto al dicembre 2008:


tracollo del Corsera (-16,2) e del Sole 24 Ore (-18,6),


avanza Repubblica (+ 4,2), Feltri fa boom (+11,2), mentre Belpietro segna -11,3.


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17/2/2010 - Editoria/ Con l'aumento di prezzo il Corsera


perde un altro 19% di copie.


Disastro Sole 24 Ore (-19,9),


vola Il Giornale di Feltri. Repubblica: -7,9% a gennaio.


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26/9/2009 - La crisi dell'editoria italiana.


Gruppo Sole 24 Ore: i primi nove mesi del


2009 chiusi con un risultato netto negativo


di 22,1 milioni di euro. Annunciati 200 tagli


(38 giornalisti?) negli organici entro il 2011.


In controtendenza le performance dell'agenzia Radiocor, i cui ricavi sono in crescita del 3,1% grazie all'incremento delle vendite sulla linea Prodotti Editoriali diversificati, unitamente al rinnovo delle commesse annuali con maggior peso sul fatturato nel segmento della Pubblica Amministrazione.


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23/9/2010 - E' SCONTRO DURISSIMO A IL SOLE 24 ORE. CDR:


“Il dialogo con Riotta sui contenuti del giornale si è interrotto bruscamente". Il CdR ha espresso “forti perplessità sulla gestione di alcune notizie che, nonostante la loro rilevanza oggettiva, continuano a non trovare né sul giornale né sul sito un riscontro paragonabile a quello che trovano invece sulle principali testate nazionali e internazionali, prova ulteriore della loro portata. Fatto ancora più grave quando si tratta di notizie che rientrano nel core business del Sole 24 Ore. A differenza di altre occasioni, questa volta il direttore ha ritenuto di non dover neppure avviare la discussione”.


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30/10/2010 - Il Sole 24 Ore nella bufera.


Il CdR a Gianni Riotta: “La redazione non capisce


dove comincia e dove finisce l'innovazione di


cui hai parlato, non capisce quali siano le vere priorità,


non vede un'organizzazione del lavoro che coinvolga tutti,


in modo orizzontale e trasparente”.


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12/11/2010 - GRUPPO 24 ORE, via al turnaround.


Primi timidi segnali di miglioramento


nel periodo gennaio-settembre 2010


(+ 2,5% la raccolta pubblicitaria).


Il bilancio chiude con un rosso di 25 mln (22,7 mln nel 2009).


«Il Sole 24 Ore» si è attestato a 271mila copie, confermandosi la quarta testata nazionale. La società editrice ha affrontato 5,4 milioni di maggiori costi postali a seguito della fine delle agevolazioni tariffarie.


(da Il Sole 24 Ore del 12/11/2010).


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15/12/2010 - Il Sole 24 Ore/ Il Cdr  attacca ancora Riotta:


"La pubblicità? Cercatela fra le notizie".


Prepensionamenti per 178 grafici e poligrafici. E intanto la redazione pensa di "sfiduciare" Riotta


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DIFFUSIONI. 17 settembre 2010.


Ad agosto bene Giornale, Libero e Repubblica. La campagna contro Gianfranco Fini fa schizzare gli andamenti della testata di V. Feltri. Belpietro registra +3,6%. Il Sole 24 Ore perde il 7% delle copie, che si attestano a 235.412.


di  www.dailymedia.it


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27/11/2010. Quotidiani a rotoli/Corsera e Sole 24 Ore, diffusione in calo


del 13%, Repubblica -7%


(in http://www.affaritaliani.it/mediatech/quotidiani_a_rotoli251110.html)


Clicca qui per la tabella dei dati Ads di agosto raffrontati con quelli del 2009 per i quotidiani (pdf)


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