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Stampa

GIORNALISTI. ODG:
VIDEOMAKER? REPUBBLICA
COINVOLGA ISCRITTI.
GHIRRA: DISTINGUERE
CITIZEN JOURNALISM
E ATTIVITÀ PROFESSIONALE.

Asr: “ACADEMY DI REPUBBLICA: GIORNALISMO PARTECIPATIVO O MARKETING?”

Roma, 12 aprile 2012.  «L'iniziativa di Repubblica sui videomaker, fortunatamente ridimensionata e chiarita dal punto di vista dell'equo compenso, è utile per chiarire le differenze fra citizen journalism e attività professionale». Lo afferma il segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti Giancarlo Ghirra. «L'Ordine dei giornalisti - precisa Ghirra - non nutre alcuna ostilità verso quanti, soprattutto sul web, praticano forme di informazione diffusa, dal basso, voci di associazioni e singoli impegnati a testimoniare sensibilità, culture, movimenti. Queste attività sul web, con sconfinamenti anche sulla carta stampata, in radio, tivù e su prestigiose testate on line, non vanno certamente limitate nè ingabbiate, semmai sollecitano una discussione sulle regole. Non vanno tuttavia confuse con l'esercizio della professione giornalistica». «Gli iscritti all'Ordine - prosegue il segretario del Cnog - hanno, per legge, il dovere di fornire un'informazione sottoposta a verifiche e controlli, completa e pluralistica. Si tratta di obblighi che il comune cittadino non è tenuto a rispettare, obblighi che comportano spese e investimenti di giornalisti e aziende nella formazione culturale e professionale e nell'aggiornamento anche tecnologico». «Garantire ai lettori un'informazione qualificata e rigorosa costa tempo e fatica a quanti esercitano la professione giornalistica, in particolare ai 40 mila che hanno anche superato un esame di Stato. Il progetto Reporter sul sito repubblica.it - conclude il segretario del Cnog - è di grande interesse, ma non può non coinvolgere giornalisti abilitati dalla pratica e dalle conoscenze su ruolo ed etica professionale, evitando pericolose confusioni sui compiti di una corretta informazione».(ANSA).


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L’ASR E IL COORDINAMENTO LAVORO AUTONOMO ATIPICO E PRECARIO: “ACADEMY DI REPUBBLICA: GIORNALISMO PARTECIPATIVO O MARKETING?”


Roma, 12 aprile 2012. Esperimento di Citizen Journalism oppure abile e ingannevole operazione di marketing editoriale? E’ il dubbio che sorge scorrendo il bando di Academy, il nuovo progetto di Repubblica.it che annuncia: "Siamo tutti reporter: cittadini-testimoni con telecamere e smartphone per documentare eventi e abusi. I reportage selezionati saranno pubblicati sul sito e retribuiti. Al suo interno anche una scuola di formazione, con la supervisione di Paolo Sorrentino”.


Le perplessità aumentano se si cerca di capire quanto saranno retribuiti i video (in un primo momento era comparsa la risibile cifra di 5 euro) o quale sbocco debba avere la scuola di formazione e se la stessa sia gratuita o a pagamento (“Reporter avrà al suo interno anche una scuola. Si chiamerà Repubblica Academy, e sarà un corso avanzato di video giornalismo di circa sei mesi, che si ripeterà ogni anno” recita l’annuncio).


Il giornalismo partecipativo è sicuramente una delle possibili e interessanti evoluzioni dell’informazione, ma nasce in dialettica e non in alternativa alla professione, come forma di integrazione “dal basso” dell’insostituibile funzione del giornalista. Il progetto pubblicizzato da Repubblica.it, invece, non fa cenno del ruolo che i giornalisti della testata dovrebbero svolgere e sembra dimenticare le decine di collaboratori che il Gruppo l’Espresso utilizza quotidianamente in ogni parte d’Italia.


Ben vengano idee innovative (anche se importate), ben vengano progetti che si rivolgono al protagonismo dei cittadini, ma che allo stesso tempo valorizzino le professionalità già presenti, le facciano crescere attraverso corsi di formazione da estendere anche ai collaboratori.


L’Asr e il Coordinamento lavoro autonomo atipico e precario dell’Associazione Stampa Romana chiedono chiarezza sui piani editoriali (ai quali le strategie di marketing dovrebbero fare riferimento). Auspicano l’apertura di un confronto sulla politica retributiva e sull’utilizzo professionale dei collaboratori, molti dei quali pagati con compensi ben lontani all’equità. Soltanto in questo contesto sarà possibile valorizzare al massimo anche il privato contributo dei cittadini all’informazione. (Asr)


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Critiche a “Reporter”


di www.repubblica.it


Videomaker? Fnsi:


“Rispettare il


giornalismo, no


a nuove forme


di sfruttamento”


in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=8823


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