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Risposta. Franco Abruzzo:
“Dicono che sono calvinista.
Se calvinista significa far
rispettare le regole della
professione, ebbene io
sono calvinista convinto
e lotto contro l’ingiustizia”.

“Se il giornalismo non recupera in fretta il rispetto della deontologia è destinato ad affondare travolto dagli interessi della pubblicità e dei poteri politico/bancari”.

Non sono stato capace di star fermo  e di restare alla finestra. Essere indifferente non è nel mio dna. Bisogna battersi: attraversiamo un momento difficile (crisi pesantissima dell'editoria, minaccia di bavaglio sulle intercettazioni, tagli all'editoria, banchieri&C. padroni dei giornali, conflitto di interessi, corruzione diffusa,  minaccia di chiusura del nostro Ordine, etc). La mia è una presenza di taglio politico. Porto avanti una battaglia contro l’ingiustizia. Dicono che sono calvinista e che pertanto non vado bene. Se calvinista significa far rispettare le regole della professione, ebbene io sono calvinista convinto. A 73 anni non cambio. Se il giornalismo non recupera in fretta il rispetto della deontologia è destinato ad affondare travolto dagli interessi della pubblicità e dei poteri politico/bancari. I valori, che mi ispirano, sono racchiusi negli articoli 2, 3 e 4 della nostra Costituzione.


                                                                               FRANCO ABRUZZO


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Costituzione della Repubblica


Art 2


La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle


formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.


 


Art. 3 (II comma)


È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.


rt. 4 (II comma)


Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o  una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.


 


Chi  combatte contro l’ingiustizia  manda avanti una sottile onda di speranza.


“Ogni volta che un uomo lotta per un ideale o agisce per migliorare il destino degli altri o combatte contro l’ingiustizia, manda avanti una sottile onda di speranza. E queste onde alimentano una corrente che può spazzare via il più solido muro di oppressione e di resistenza”.


Senatore Robert Kennedy, Università di Cape Town, Sud Africa. 6 giugno 1966


 


Milano, 26  aprile 2013. Discesa in campo nelle elezioni





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