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Stampa

Botta e risposta sulla manovra
da 3,2 milioni di euro censurata
anche dal cartello delle 12
Associazioni regionali di stampa.

Andrea Leone presidente della
Casagit attacca brutalmente
il cronista collettivo F.M.
De Bonis,ma i crediti inesigibili
ammontano a 1,7 mln di euro
(compensati dal fondo apposito).
La risposta di Franco Abruzzo:
“Leone nega che siano state adottate
delibere dal CdA sulla manovra,
ma è smentito da Radiocor e dal cartello
delle 12 Associazioni regionali di stampa
nonché dai consiglieri presenti
all’Assemblea del 27/11. I numeri
del passivo sono stati forniti
dalla stessa Casagit. E allora esiste
ancora il diritto insopprimibile
di informazione e di critica?”

Assemblea 27/11/08 dei delegati.
La cronaca di puntoeacapo.org:
CASAGIT, LA MAGGIORANZA
GOVERNA IN SPLENDIDO
ISOLAMENTO MA A TUTTI
SI CHIEDE DI STRINGERE LA CINGHIA.
Nella sua relazione Leone ha
detto che “Casagit non può più
permettersi di chiudere in rosso”
e che occorre correggere i conti
(più contributi e meno spese)
“per 5 milioni di euro l'anno”.

ROMA, 29 NOVEMBRE 2008. LA LETTERA DI ANDREA LEONE.


“Temo che il cronista collettivo Francesco M. De Bonis, cugino carnale di Ciccio Abruzzo, che ne ha addirittura rivendicato l'identità, faccia sempre più il collettivo (o meglio il collettore di diffamazioni spicciole) e sempre meno il cronista, Non si spiegano altrimenti i marchiani errori del suddetto. Cominciamo dal fatto che l'assemblea non ha deciso nulla; né doveva farlo. Tanto meno ci sono state delibere del Cda, prima di parlare, De Bonis si informi. Nessun  taglio poi è stato deciso alle prestazioni. Solo risparmi sulle convenzioni, questi sì decisi e deliberati, ma a carico delle strutture o medici convenzionati e non dei soci. Della misura di adeguamento dei contributi per coloro che godono di assistenza per più familiari a carico si è parlato, ma come un riequilibrio del sistema solidaristico su cui si basa la Cassa, Sembra infatti ragionevole che  chi usa maggiormente la Casagit possa pagare qualcosa in più, una somma quasi simbolica, che andrebbe da 9 a 18 euro mensili a seconda del reddito. In ogni caso se ne parlerà, mentre va avanti lo sforzo per risparmiare tutto quanto è possibile senza togliere la possibilità di  ottenere rimborsi pieni o di non pagare nulla a nessun socio. Sulle obbligazioni Lehman Brothers, se il cronista collettivo De Bonis facesse il suo mestiere, cioè informarsi in merito a quello di cui parla, avrebbe letto sul Sole 24 ore e su Italia Oggi di due settimane fa e su Repubblica di oggi notizie che seppure incomplete, gli avrebbero permesso di evitare un'altra brutta figura. Abbiamo citato in giudizio Fideuram certi del nostro buon diritto in virtù del contratto di consulenza che abbiamo stipulato. Tutto ciò, nei comunicati che abbiamo emesso è scritto. Ed anche pubblicato sul nostro sito. E arriviamo ai crediti. E normale che i contributi relativi a un certo periodo non arrivino entro la chiusura di bilancio, Vengono quindi esposti, come accade dovunque, come crediti. Parimenti quelli che sono inesigibili (nel nostro caso 1,7 milioni di euro sono compensati dal fondo apposito, che nel bilancio Casagit è pari a 1,7 milioni). Nel frattempo, come spesso accade nel panorama editoriale, qualche altra azienda fallirà, e forse qualcos'ltro diventerà inesigibile. Nonostante tutte le nostre dovute ed eseguite azioni legali: Quale silenzio dunque De Bonis? Quello che tu dovresti mantenere invece di sparare stupidaggini. la cifra di 23 milioni di euro di deficit da te citata è falsa, quindi passibile di denuncia penale, Cui ne potrebbe seguire una in sede civile, per rinpinguare le casse della Casagit. Cordialità, Andrea Leone”.


 


LA RISPOSTA DI FRANCO ABRUZZO.


Caro presidente Leone, agli insulti e alle minacce non rispondo. Ti assicuro che leggo ogni giorno “Il Sole 24 Ore”. Sulle obbligazioni Lehman Brothers ho ripreso prontamente anche un lancio “Radiocor”. Ho pubblicato tutti i numeri della Casagit, che non si trovano nei siti ufficiali della categoria:


1.                 52.820 iscritti (26.615 soci e 26.205 familiari): 14.758 giornalisti professionisti in attività, 928 giornalisti pubblicisti a tempo pieno, e 874 giornalisti praticanti. I soci disoccupati e in cassa integrazione al 31 dicembre 2007 so erano mille. Pari a 6.162 i pensionati a carico dell'Inpgi con trattamento non ridotto e quelli ad essi assimilati. Ha chiuso il 2007 con contributi associativi pari a 75.295.835 euro (73.388.982 euro nel 2006); spese per prestazioni di 71.540.165 euro (66.872.718 euro nel 2006) suddivise tra: costi per i ricoveri (23.550.886 euro), assistenza specialistica (21.069.878 euro), cure odontoiatriche (15.885.651 euro), personale (4.081.090 euro), oneri diversi (1.972.694 euro). Nel 2007 il Consiglio di amministrazione si è riunito 9 volte, la Commissione permanente 11 volte e la Consulta nazionale dei Fiduciari 4. Il Collegio dei sindaci oltre partecipare a tutte le sedute del cda, si è riunito 9 volte;


2.                 14 milioni di euro di oneri pregressi (comunicato 30 ottobre 2008);


3.                 Fondo di riserva: 29 milioni di euro;


4.                 disavanzo gestionale 2008 ipotizzato in  3,9 milioni di euro;


5.                 disavanzo del consuntivo 2007: euro 3.868.633;


6.                 disavanzo del consuntivo 2006: risultato negativo pari a circa 815mila euro (il primo con segno rosso dal 1994);


7.                 obbligazioni Lehman Brothers per 560mila euro acquistati tramite Fideuram collocatrice dei titoli (i 560mila euro sono “pari, - informa Il Sole 24 Ore del 4 novembre - , al 2,76% dell’intero portafoglio di circa 22 milioni di euro”). Casagit “intende chiedere a Banca Fideruram la restituzione del capitale investito”.


8. A far data dall'1-9-1996 il contributo contrattuale è fissato nell'aliquota del 3,60% della retribuzione (lo 0,10 va al Fondo di solidarietà della Fnsi).


La cifra dei 23 milioni nasce dalla somma dei numeri passivi riportati ai punti 2, 4, 5 e 6 di questa nota. Non credo che sia sbagliata. E non è sbagliato parlare di crediti per 12 milioni alla data del 31 dicembre 2008. Sul punto Francesco M. De Bonis ha scritto: “Una somma enorme la cui esigibilità è tutta da accertare e poiché si presume che una buona fetta di questi crediti non sarà mai incassata, ecco un altro buco potenziale. Anche su questo punto Casagit non aiuta i suoi iscritti a capire: non c’è alcun  cenno a questi crediti nelle note integrative al bilancio. Potrebbe trattarsi, in parte, di crediti collegati ai contributi (stipendi e tredicesime) relativi al mese di dicembre 2007 che le aziende hanno poi versato nel gennaio 2008. La dirigenza avrebbe dovuto stendere una accurata e dettagliata, analisi dei crediti e delle azioni di rivalsa avviate contro società e persone morose. Di questa ricognizione non c’è alcuna traccia”.


Andrea Leone ha scritto: “Cominciamo dal fatto che l'assemblea non ha deciso nulla; né doveva farlo. Tanto meno ci sono state delibere del Cda, prima di parlare, De Bonis si informi. Nessun  taglio poi è stato deciso alle prestazioni. Solo risparmi sulle convenzioni, questi sì decisi e deliberati, ma a carico delle strutture o medici convenzionati e non dei soci. Della misura di adeguamento dei contributi per coloro che godono di assistenza per più familiari a carico si è parlato, ma come un riequilibrio del sistema solidaristico su cui si basa la Cassa”.


Andrea Leone viene, però, smentito totalmente dal lancio di Radiocor del 28 novembre 2008 dove sui legge: “Milano, 28 novembre 2008. «Non è arrivata alcuna risposta da Fideuram e siamo pronti a citare in giudizio la banca». Lo annuncia a Radiocor-24 Minuti la Casagit, la Cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani, esposta con un investimento di 560mila euro in due obbligazioni di Lehman Brothers collocate da Banca Fideuram, motivo per cui la Cassa ha chiesto nei giorni scorsi all'istituto «la restituzione del capitale investito».  Allo stesso tempo per riequilibrare i conti del 2009, il cda della Casagit ha deliberato ieri una manovra da 3,2 milioni di euro che prevede, anche un contributo annuo di 180 euro per gli 11mila giornalisti con figli a carico”.  La Casagit, quindi, ha annunciato a  Radiocor  non solo l’azione contro Banca Fideuram ma anche il resto: “Allo stesso tempo per riequilibrare i conti del 2009, il cda della Casagit ha deliberato ieri una manovra da 3,2 milioni di euro che prevede, anche un contributo annuo di 180 euro per gli 11mila giornalisti con figli a carico”.  Cosa ha scritto  il cronista collettivo Francesco M. De Bonis sul punto? Proviamo a leggere: “In sostanza il CdA decide quel che c’è da fare soprattutto nei momenti di  emergenza come questo. Il CdA ha così deliberato di presentare il conto dei propri macroscopici errori passati agli 11mila giornalisti con familiari a carico, che fino ad oggi  hanno assicurato i loro congiunti gratuitamente. Pagava uno (il capofamiglia giornalista) e i congiunti erano curati a carico della collettività. Questa è la principale novità. Secondo le deliberazioni del Cda, agli 11mila giornalisti  verrà chiesto un contributo medio di 180 euro (per un totale se questa volta i conti sono esatti di euro 1.980.000, somma più alta di 280mila euro rispetto a quella ipotizzata ieri dal cartello delle 12 Associazioni regionali di stampa). Fino a oggi un giornalista con figli (fino a 26 anni) e moglie (con un reddito annuo fino a 9mila euro) a carico  pagava soltanto la normale trattenuta contrattuale del 3,60% sullo stipendio (lo 0,10% va al fondo di solidarietà gestito dalla Fnsi). Dal 2009 non sarà più così. Il CdA ha deciso e non si torna indietro. La torchiatura diventa brutale calcolando che altri risparmi saranno effettuati attraverso la riduzione dei rimborsi per alcune prestazioni: il cambio degli occhiali passa da due a tre anni (con un risparmio di 400mila euro); rimborso pari all’80%  per i medicinali di fascia “C” e omeopatici (con un risparmio di 600mila euro); stabilizzazione delle tariffe per ricoveri nelle strutture ospedaliere attraverso nuove convenzioni (con un risparmio di 400mila euro);  tagli alla gestione del  Poliambulatorio di Roma (con un risparmio di 100mila euro). I rimborsi all’80% sono già operativi dal luglio scorso”.  Francesco M. De Bonis ha riferito  i dati e le circostanze  che hanno ascoltato gli 80 consiglieri della Casagit. In questo nostro Paese il diritto di cronaca e di critica è ancora un pilastro dell’ordinamento costituzionale. Il cronista collettivo ha esercitato un diritto (51 Cp). Quale diritto? Quello previsto dall’articolo 21 della Costituzione: il diritto di informazione e di critica “insopprimibile” in base all’articolo 2 della legge professionale 69/1963. Resta un mistero da chiarire. Quale? Quello legato al nome del collega che a  nome di Casagit ha riferito a Radiocor  le notizie diffuse poi dall’agenzia. Devo dare, però, ad Andrea Leone un consiglio amichevole: impari a comunicare meglio. I colleghi vogliono conoscere i fatti della loro Cassa. In maniera tempestiva. Anche oggi, domenica 30 novembre, alle ore 19 nel sito di Casagit non c’era nulla, neanche una riga, riferibile alla riunione dell’Assemblea nazionale dei delegati  del 27 novembre.


………………….


In: http://www.fnsi.it/Default.asp?key=9050&SINGA=S


Appello di dodici associazioni regionali di stampa: “Per risanare la Casagit è indispensabile una manovra urgente e condivisa” 


Roma,  26/11/08. La manovra ipotizzata dal Consiglio di amministrazione per riequilibrare i conti della Casagit suscita forti perplessità, nel metodo come nel merito. Rispetto al metodo è essenziale lavorare per consentire alla base della Casagit di potere condividere le linee generali del risanamento salvaguardando la “missione” solidaristica e mutualistica della Cassa. 


Nel merito. Riteniamo prioritario e urgente definire un piano che metta sotto controllo tutti i centri di spesa. Riteniamo opportuno che tale piano sia presentato e discusso nel corso dell’assemblea fissata per il prossimo 27 novembre e quindi messo a disposizione dell’intera categoria.


La manovra finora sottoposta all’attenzione del gruppo dirigente della Casagit ipotizza invece un massiccio prelievo di risorse dalle tasche dei colleghi, per un ammontare di 1,7 milioni di euro che rappresenta oltre il 50 per cento dell’intero importo dell’operazione di riequilibrio. Il ricorso all’aumento della contribuzione precede e rende marginale al fine del risanamento dei conti l’intervento sulla struttura dei costi. Tale impostazione rischia di non aggredire le cause che hanno determinato la crisi della Casagit. La sensazione è che i soci possano essere chiamati a finanziare, se non sprechi, lussi che la Cassa non può più permettersi. La manovra, così, oltreché sperequata, perché non progressiva rispetto al reddito e alle condizioni reali dei nuclei familiari, sarebbe inefficace.


Occorre quindi ribaltare la logica di fondo del piano: un aumento della contribuzione è l’ultima leva sulla quale agire non quella su cui incardinare un’operazione che non può essere solo contabile, ma solidale e condivisa.


Per questi motivi, rivolgiamo al Presidente, al Consiglio di amministrazione, ai fiduciari e ai membri dell’assemblea della Casagit un appello a desistere dall’ingaggiare un braccio di ferro sui contenuti di un piano suscettibile di non essere condiviso dalla maggioranza dei colleghi e quindi fonte di paralisi della Cassa e di incomprensioni nella categoria.


Le Associazioni regionali di Stampa: Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Abruzzo, Sardegna, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia


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In: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=2951


Alla ricerca di trasparenza.


Casagit ha crediti al 31/12/07 non riscossi per ben 12 milioni


di euro. Una somma enorme la cui esigibilità è tutta da


accertare.Nelle note integrative al bilancio non c’è una


analisi accurata su tale pesante circostanza. Perché?


Eppure il CdA ha deliberato di chiedere palanche


(per 1.980.000 euro) ai giornalisti con moglie e figli a carico


e di tagliare alcune prestazioni (per 1,5 mln euro), quando non c’è


chiarezza nei conti. I bilanci vanno pubblicati nella versione analitica.


Lehman Brothers: la Cassa pronta a citare


Banca Fideuram per recuperare 560mila euro.


DAL NOSTRO INVIATO COLLETTIVO FRANCESCO M. DE BONIS


................................................................................................................................


Assemblea dei delegati del 27/11/2008.


La cronaca di www.puntoeacapo.org:


CASAGIT, LA MAGGIORANZA


GOVERNA IN SPLENDIDO


ISOLAMENTO MA A TUTTI


SI CHIEDE DI STRINGERE LA CINGHIA       


Nella sua relazione Leone ha detto che “Casagit non può più permettersi di chiudere in rosso” e che occorre correggere i conti (più contributi e meno spese)  “per 5 milioni di euro l'anno”.


 


Scritto da Redazione - Venerdì 28 Novembre 2008


 


Il 27 novembre 2008 si è svolta l'assemblea nazionale della Casagit, nella quale il presidente Andrea Leone ha tentato di spiegare come si è arrivati al buco di 14 milioni di euro, aggiuntivo ad una previsione di un disavanzo di gestione per il 2008 di altri 3,9 milioni di euro. Si tratta di pessime novità emerse improvvisamente a soli sei mesi dall'approvazione del bilancio 2007, che non faceva presagire novità così drammatiche.


Riteniamo del tutto insoddisfacenti le spiegazioni fornite dal presidente Leone, che ha attribuito i 14 milioni mancanti al passaggio dal sistema di contabilità di cassa a quello di competenza, e al ritardo con il quale gli associati e le cliniche convenzionate hanno presentato negli anni scorsi le richieste di rimborso.


Ma, nonostante le pressanti richieste venute dai delegati di Puntoeacapo, al di là di queste generiche affermazioni non si è andati. Ci è stato assicurato che con questi 14 milioni (che, è bene ricordarlo, comportano il dimezzamento delle riserve della Casagit), tutto il pregresso verrà sanato e che non ci saranno altre sorprese sulle gestioni passate.


Siamo una corrente di minoranza, non siamo nel consiglio di amministrazione né nel collegio dei sindaci, quindi non possiamo far altro che esercitare il diritto di critica, spingere, chiedere chiarezza e fare proposte. E' quello che abbiamo fatto ieri, sottolineando la mancanza di trasparenza di questa gestione che pretende poi di scaricare sull’intera categoria le conseguenze della propria inadeguatezza. Riteniamo anche inquietante il fatto che all'assemblea non fosse presente la direttrice generale Maria Rita Fortunato. Un'assenza giustificata con una malattia, ma che nasconde certamente dell'altro. Messo alle strette Leone le ha addebitato accreditando il sospetto che il rapporto con la direttrice sarebbe già in via di risoluzione.


Ma i 14 milioni di buco "una tantum" per il pregresso (speriamo davvero che sia così) sono solo una parte del problema. Per quest'anno è previsto, infatti, un rosso di 3,9 miliardi, ai quali si aggiungerebbe un altro deficit di 3,2 miliardi per il 2009, e via di seguito con il rosso fino ad esaurire nel giro di tre anni le riserve della Cassa. Lo scenario è quindi così grave che più grave non si può. Con una pianificazione pluriennale, come fa ogni struttura che si rispetti, un tale scenario si sarebbe potuto prevedere e, tempestivamente, sarebbe stato possibile mettere in campo i correttivi necessari. Ma questa gestione naviga a vista e dunque le "manovre" sono destinate a diventare ben più pesanti di quelle che sarebbero state necessarie se si fosse intervenuti prima.


Nella sua relazione Leone ha detto che “Casagit non può più permettersi di chiudere in rosso” e che occorre correggere i conti (più contributi e meno spese) “per 5 milioni di euro l'anno”. Il consiglio di amministrazione ha presentato una manovra che prevede di recuperare 1,7 milioni di euro dall'introduzione di un contributo sui titolari di familiari esenti. Ha indicato varie ipotesi (parametrate per classi di reddito) che comportano un contributo medio di 180 euro annuo indipendentemente dal numero di familiari a carico. Altri 400 milioni di euro arriveranno allungando dagli attuali 2 a 3 anni il rimborso delle lenti, 400 dal blocco delle tariffe pagate alle cliniche per i ricoveri. Introducendo uno sconto sul fatturato dei medici del poliambulatorio di Roma si risparmieranno altri 100 milioni di euro, e 600 milioni dovrebbero venire dal rimborso limitato all'80% per i farmaci di fascia C e gli omeopatici. Facendo le somme si arriva a 3,2 miliardi, ma i conti non tornano ancora: ne mancano un bel po' per arrivare a quei 5 miliardi che, secondo Leone, devono essere recuperati per riportare il bilancio in sicurezza. Nessuno ci ha spiegato da dove arriveranno, lo abbiamo chiesto ma senza risultato. Purtroppo non possiamo neppure stupirci vista l'opacità con la quale il nostro ente, che assiste 52.820 persone tra giornalisti (26.1615) e familiari (26.205) viene gestito. Per fortuna, a partire dal prossimo, i bilanci saranno certificati. Una novità che ci è stata presentata come una grande innovazione, ma che avrebbe dovuto arrivare già da tempo visto che la Casagit non ha dimensioni di un condominio.


Correggere i conti è necessario, e gestire la nostra Cassa come un'azienda, in grado di stare in piedi e svolgere appieno la sua missione di assistenza con un forte contenuto solidaristico, lo è altrettanto. L'invecchiamento degli assistiti, il calo dei contributi per gli stipendi da fame dei nuovi assunti, i contributi bloccati dei soci per via del contratto scaduto ormai da quattro anni, mettono a dura prova quell'equilibrio finanziario senza il quale in brevissimo tempo ci giocheremmo il nostro ente di assistenza. Se sacrifici si devono fare li faremo, sempre in un'ottica responsabilità, di equità e solidarietà. Tanto è vero che la nostra proposta nel gruppo di studio era strutturata in otto punti di interventi graduali, partendo dal superfluo fino ad arrivare al prelievo sui soci con familiari esenti. Non siamo però disposti a buttare acqua in uno scolapasta. Tutti i risparmi possibili, anche nel costo della struttura, devono essere fatti. A cominciare da quelli minimi, come il gettone di presenza (80 euro) dei delegati all'assemblea nazionale al quale Puntoeacapo ha rinunciato presentando una mozione approvata sì, ma tra molte proteste. Gli sprechi vanno cancellati. Tutti. Questo abbiamo detto ieri. Ma siamo fuori dalla stanza dei bottoni, e sarà il cda a decidere nel suo "splendido isolamento" prima della fine dell'anno, in modo da far partire le novità con l'anno nuovo.


Nell'interesse di noi tutti speriamo che questa volta facciano bene i conti.


I delegati di Puntoeacapo in Casagit


 


 






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