Corriere della Sera Giovedì 29 Giugno 2023 Pagina 19 - Il giudice: il giornalista ha esercitato il diritto di critica - MIELI ASSOLTO: NON DIFFAMÒ L’EX PM DAVIGO SUL CASO CSM.
DI LUIGI FERRARELLA
Il giudice monocratico del Tribunale di Milano, Luigi Varanelli, ha assolto — «perché il fatto non costituisce reato» — l’ex direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, che era stato querelato per diffamazione dell’ex membro del Csm ed ex pm di Mani pulite, Piercamillo Davigo, sentitosi leso da un passaggio dell’editoriale del 5 giugno 2020 sullo scandalo delle nomine Csm dopo le frasi in tv del suo protagonista Luca Palamara a «Non è l’Arena» di Massimo Giletti. Mieli e Davigo sono stati ascoltati nei mesi scorsi dal giudice, il quale a ruota ha più volte chiesto a Davigo se l’oggetto delle sue doglianze fosse appunto il passo in cui Mieli esprimeva la propria opinione su quanto detto da Palamara in tv e acquisito solo al processo (senza video il pm Francesco Ciardi aveva messo in deposito gli atti, e il pm Fabio De Pasquale citato a giudizio di Mieli). Ieri il giudice ha invitato la difesa di Davigo a valutare una rimessione di querela, ma Mieli ha spiegato che l’avrebbe se mai accettata solo prima, e non alla fine di una causa «che per me è stata una esperienza molto dolorosa». «Questo processo — ha premesso in requisitoria il pm di udienza Paolo Filippini prima di essere lui stesso a chiedere l’assoluzione poi argomentata anche dal difensore Caterina Malavenda — nasce da un equivoco: dall’errore sia della parte offesa di denunciare il giornalista, sia della Procura di mandare a giudizio il giornalista, senza prima avere acquisito la fonte, ossia il video della puntata» in cui Palamara, «su forte pungolo e strategia giornalistica di Giletti, che gli chiedeva se davvero Davigo potesse atteggiarsi a “vergine”, rispondeva in modo sibillino»: prima facendo mostra di non potersi esprimere perché Davigo era uno dei suoi giudici disciplinari al Csm (veste da cui Palamara puntava a farlo astenere) , e poi buttando lì un «chiedetelo a lui di cosa abbiamo parlato», a proposito del passaggio in auto datogli alla fine di un convegno. Dal video per il pm emerge che Mieli nell’articolo «non ha fatto che richiamare quel passaggio della trasmissione e introdurvi una lettura di secondo livello che rientra assolutamente nell’esercizio della critica giornalistica», senza volontà alcuna di diffamare Davigo.
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