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MEMORIA - IL GIORNALISTA COSIMO CRISTINA FU SUICIDATO 63 ANNI FA DALLA MAFIA. Era un freelance. Aveva fondato un giornale per  denunciare i mafiosi della sua città. La sua storia su Ossigeno-Cercavano la verità. Le iniziative per ricordarlo. 

(Ossigeno, 5 maggio 2023) - Sessantatré anni fa, il 5 maggio 1960,  il giornalista Cosimo Cristina, 25 anni, giovane ma già affermato, fu ucciso a Termini Imerese. I sicari mafiosi, ancora oggi ignoti e impuniti, fecero credere che si fosse suicidato buttandosi sotto un treno. La terribile storia è ricostruita sul sito Ossigeno –Cercavano la verità (https://www.giornalistiuccisi.it/storie/cosimo-cristina/) e ci ricorda quanto era ed è ancora oggi pericoloso pubblicare in esclusiva notizie sgradite ai mafiosi, soprattutto per i cronisti locali.


Originario di Termini Imerese, cittadina di 26 mila abitanti in provincia di Palermo, si firmava Co.Cri. Collaborava come corrispondente con diversi giornali (L’Ora di Palermo, Il Gazzettino e l’agenzia Ansa, fra gli altri) ed era pagato poche lire a pezzo. Inoltre non riusciva a fare pubblicare le notizie per lui più importanti: quelle che segnalavano l’affermarsi di una nuova mafia, la trasformazione della vecchia mafia agricola, e di quella insediata nelle città per speculare sulle licenze edilizie, nella mafia che trafficava droga e maneggiava grandi capitali. Vedeva quella trasformazione con i suoi occhi, nella sua città. Per pubblicare quelle notizie fondò un piccolo giornale, Prospettive Siciliane. Su quelle pagine denunciò i mandanti e gli esecutori di alcuni omicidi. Per questo subì avvertimenti, minacce, querele. Fu isolato, avvertì il pericolo ma non si arrese. Continuò fino alla fine a scrivere, a denunciare, a essere un cronista libero, “senza peli sulla lingua” come aveva promesso nel primo editoriale del suo piccolo giornale.


“SUICIDATO DALLA MAFIA” – Il 3 maggio 1960 scomparve. Due giorni dopo, il suo corpo senza vita, sfracellato, fu rinvenuto tra i binari, fra le stazioni ferroviarie di Termini Imerese e Trabia. Il caso fu archiviato frettolosamente come un suicidio. Considerato suicida, non gli fu concesso neppure il  funerale in chiesa. Il giornale L’Ora e il giornalista Mario Francese tennero aperto il caso. Nel 1966 un rapporto del vice questore di Palermo Angelo Mangano accuso di omicidio un politico e un mafioso che però furono scagionati. Altri tentativi di riaprire il caso non ebbero esito e la morte di questo cronista cadde nell’oblio per decenni. Cinquant’anni dopo  fu riportata alla luce dal giornalista Luciano Mirone e da altri.


CHI LO RICORDA – Nel suo territorio hanno riscoperto la sua storia dieci anni fa, da quando il giornalista Alfonso Lo Cascio, direttore del giornale Esperonews, promuove iniziative in sua memoria. Quest’anno, venerdì 5 maggio, sarà ricordato a Trabia nella sede centrale dell’IC Giovanni XXIII. Alle ore 11 all’incontro con la redazione degli studenti del giornalino online “IC Trabia News”, diretto dalla prof.ssa Francesca Mancuso, parteciperanno Lo Cascio e Luciano Mirone, autore del libro “Gli Insabbiati. Storie di giornalisti uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza”. Alle ore 12 si terrà, invece, l’inaugurazione della Mostra “Il Giornalismo che non muore” dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia, curata da Franco Nicastro, consigliere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Interverranno, tra gli altri: Giusi Conti, dirigente Scolastica, Salvatore Rocca, commissario straordinario del Comune di Trabia, Giuseppe Giambrone, presidente della Commissione distrettuale Legalità e Cultura dell’Etica Rotary.


Ossigeno ricorderà Cosimo Cristina, insieme agli altri giornalisti italiani uccisi, giovedì 11 maggio a Roma, in un convegno in presenza e online che si svolgerà dalle 10 alle 13 alla Casa del Jazz ed è accreditato come un corso di formazione per giornalisti.


 


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