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Corriere della Sera Domenica 12 Febbraio 202 Pagina 5-ADDIO A MARIOLINO MAURI IL CRONISTA RAI CON CUI MARTINI SOGNÒ LA RADIO.

di MARCO GARZONIO

Mario Mauri (Mariolino non solo per gli amici) è stato testimone intelligente, preparato, lucido, affidabile in stagioni drammatiche per Milano e il Paese. A capo della Redazione Rai di corso Sempione è riuscito ad essere punto di riferimento umano oltreché professionale per i colleghi e fonte seria, documentata, equilibrata per i Tg nazionali quando strategia della tensione, terrorismo, prime avvisaglie della crisi dei partiti, irrequietezza nelle fabbriche sembravano mettere a rischio la democrazia. Gli erano state d’aiuto solide radici umane e culturali: da adolescente (era nato nel 1930) la perdita del padre in guerra; gli studi classici (laurea in greco su Polibio); le frequentazioni dei fratelli maggiori che avevano fatto la Resistenza nelle fila cattoliche e Padri Costituenti; la gavetta al Popolo da cui sarebbero usciti protagonisti del giornalismo dell’Italia democratica: Bernabei, La Valle, Pratesi, Agnes. Ritornati giorni più quieti, la Rai lo volle a Roma (vicedirettore del Tg2), lo mandò in aree di frontiera (direttore a Trieste), per riportarlo a Milano alla direzione del Centro di Produzione, con la sicurezza di poter contare su un professionista capace di conciliare il bisogno di autonomia del capoluogo e le necessità di coordinamento nazionale. Una lunga militanza nell’Ordine dei giornalisti era garanzia per tutti. Le sue doti di comunicatore, la lettura dei segni dei tempi, la profondità nel cogliere i bisogni delle persone così naturali in Mauri colpirono anche Martini. Il Cardinale sognò con lui il progetto di un circuito nazionale di radio che informasse e formasse con semplicità, naturalezza, profondità. L’esperienza fu breve: il centralismo romano è male anche della Chiesa. Mauri la prese con spirito. E continuò  sino a ieri a dispensare amicizia e sapienza di vivere.


 





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