ROMA, 29 ottobre 2022. - «Serve un Patto di legislatura per l'informazione. Si tratta di ricostruire la fiducia tra istituzioni e cittadini». La proposta è indirizzata direttamente al governo Meloni e viene dal presidente della Fieg, la federazione degli editori, Andrea Riffeser Monti.
Un accordo «strategico», dice Riffeser, «per sostenere il traghettamento dei lettori dal cartaceo al digitale, stimolando la domanda di informazione di qualità», indipendentemente dal mezzo sul quale viene veicolata. Un'operazione necessaria, aggiunge il presidente della Fieg, tanto più dopo l'ubriacatura di «fake news» sui social.
Il Patto, dicono gli editori, «si dovrebbe basare su interventi concreti per il sostegno pubblico all'editoria e sulla trasparenza e responsabilità di chiunque operi nella rete, dove non è più tollerabile che si perpetuino condotte prive delle più basilari garanzie di correttezza, con grave danno per l'informazione». Del resto, prima la pandemia e poi la guerra, hanno fatto toccare con mano l'importanza della qualità delle notizie che vengono diffuse.
In questo senso, secondo la Fieg, bisogna «consolidare gli interventi di sostegno pubblico all'editoria professionale, rendendoli strutturali, con risorse pubbliche adeguate, anche a supporto della transizione digitale». Anche per questo Riffeser ha accolto con soddisfazione la decisione della Commissione europea che ieri ha dato il via libera ai 120 milioni di euro a sostegno degli editori di giornali e periodici, per gli anni fiscali 2022 e 2023. Si tratta di crediti d'imposta che coprono fino al 30% dei costi cartacei sostenuti nel 2021 e nel 2022. Nella sua valutazione, Bruxelles ha ritenuto che, in considerazione dei fortissimi aumenti del prezzo della carta, la misura decisa dal governo italiano sia «necessaria, adeguata agli obiettivi e proporzionata».
Le misure di sostegno pubblico all'editoria, dice il presidente della Fieg, «sono diffuse in tutta Europa e l'Italia è il fanalino di coda: siamo al penultimo posto nell'Unione europea per risorse dirette pro capite impiegate a favore dell'editoria».
Come si ricava dalle informazioni pubblicate dal Dipartimento per l'editoria della presidenza del Consiglio, in Italia, «come in altri Paesi europei», vengono erogate «forme dirette e indirette di sostegno pubblico al sistema editoriale» per garantire il pluralismo dell'informazione e i processi di digitalizzazione. Nel 2021, in totale sono stati spesi circa 88 milioni di euro di contributi diretti e 290 milioni per contributi indiretti. I primi sono andati ai giornali pubblicati da cooperative, società no profit, alle imprese che editano testate espressione di minoranze linguistiche e a quelle per gli italiani all'estero. I contributi indiretti hanno riguardato sopratutto il credito d'imposta sugli investimenti pubblicitari incrementali, le tariffe postali agevolate e, appunto, il credito d'imposta sull'acquisto della carta.