Pavia, 22 luglio 2022. Addio a Guido Nicosia, mancato ieri sera all'ospedale di Sondrio. Aveva 91 anni. Papà siciliano e madre pavese, Guido era legato particolarmente a Pavia dove era nato nel 1931. Guido, giornalista professionista dal 1957, aveva iniziato a lavorare alla Provincia Pavese per poi passare alle pagine lombarde de IL GIORNO e, quindi, all'Avvenire come inviato internazionale. Aveva seguito i principali avvenimenti mondiali a cominciare dalla guerra del Libano. Una carriera prestigiosa. A IL GIORNO ha dedicato l'ultima fatica. Lascia una figlia, Luisella, avvocato, legale dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia. I funerali si terranno domani sabato 23 alla parrocchia di Santo Spirito a Pavia (alle ore 12).
Su Facebook la figlia, Luisella, lo ha ricordato così: “Ecco, te ne sei andato, ci hai lasciato. Difficile dirlo, ancora di più scriverlo, impossibile accettarlo in questo momento. Lo devo scrivere per cominciare a rendermene conto. Te ne sei andato mentre stavi trascorrendo giorni sereni e rilassati di vacanza in montagna, ricchi di impegni e di momenti di grande gioia. A me manchi e mancherai sempre, in un vuoto che non potrà mai colmarsi. Mi mancheranno le tue battute, le tue risate, le tue costanti provocazioni, la tua capacità di fare progetti sempre, anche a novant’anni, con una curiosità e una vivacità che non ti hanno mai abbandonato, se non in questi ultimi due tremendi giorni. Hai passato una vita intensa, a seguire e coltivare le tue passioni, a viaggiare, a scrivere, ad approfondire sempre, a seguire la cronaca vicina o i grandi fatti all’estero. Adesso non avrò più le “trecento” telefonate giornaliere, le nostre litigate e i nostri confronti, i tuoi scritti in punta di penna da lasciarmi senza parole. Vedrai che in questo nuovo viaggio sarai ben accolto, perchè di sicuro in questo percorso troverai ad aspettarti la mamma, che ancora e sempre manca e sono sicura che ti accoglierà con tanto amore”.
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CURRICULUM VITAE
GUIDO NICOSIA, giornalista professionista, iscritto all’Ordine regionale dei
giornalisti della Lombardia dal 1957.
NATO A PAVIA, HA CONSEGUITO la laurea in Scienze Politiche e Relazioni internazionali..
Ha iniziato l’attività giornalistica durante gli anni degli studi universitari collaborando, in fasi successive, con diverse testate quotidiane: “La Gazzetta del Popolo” di Torino, “La Stampa” di Torino, “Il Corriere Lombardo” di Milano e “La Notte” di Milano.
Ha diretto un periodico di iniziativa giovanile, “Il Quadrante della Politica e del Costume” a diffusione nazionale.
ESORDISCE come redattore al quotidiano “La Provincia Pavese” nel 1955. Nella stessa testata assume, in seguito, le qualifiche di capo redattore e di vice direttore.
NEL 1964 viene assunto al quotidiano “Il Giorno” di Milano (redattore, Caposervizio e, infine, inviato speciale) .
Collabora, con inchieste, al settimanale L’Espresso.
NEL 1980 passa al quotidiano cattolico “Avvenire” con la qualifica di inviato speciale per l’estero ed editorialista.
Ha svolto inchieste e servizi, In quella veste, per oltre un decennio. Ha percorso tutti i teatri di guerra, dall’estremo Oriente (Cambogia, Laos,
Vietnam, Filippine) al Vicino Oriente (Libano, Siria) oltre al Sud e Centro America. Ed ha seguito, inoltre, le attività istituzionali, ovvero i viaggi del capo di governo e del Presidente della Repubblica durante le missioni estere. Ha partecipato alle conferenze internazionali, ai lavori del Parlamento di Strasburgo e della Commissione europea. Nei primi anni Novanta, ha fondato e diretto un periodico illustrato - “Mondo Vip” - finalizzato alla
sperimentazione di nuove formule giornalistiche e il primo quotidiano on line italiano, “Italia nel M0ndo”, tuttora in rete, ancorchè in fase di restyling.
Ha partecipato negli anni ’90, in qualità di docente di materia tecnicoprofessionale ed esperto di politica estera, ai corsi dell’Istituto per la formazione al giornalismo dell’Ordine regionale lombardo dei giornalisti. Per ben due volte, nello stesso periodo, in differenti sessioni annuali d’esame è stato convocato a Roma, in veste di commissario esaminatore, per la prova di Stato dei giornalisti professionisti.
Appartiene, come accademico associato, “giornalista scrittore”, alla Accademia Tiberina di studi superiori con sede a Roma.
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"Il Giorno" - il quotidiano che ha aiutato l'italia a mutare volto: Un’epoca segnata da un avvenimento - dopo il covid una realtà che ritorna. Libro di Guido Nicosia - Disponibile sugli store Mondadori, Hoepli, Ibs, La Feltrinelli – Euro 12 - IN https://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=28274
6.10.2021 - E’ un piccolo libro. Ma, a pieno titolo, degno del nome. Perché un libro - come si sa - non si valuta per la consistenza cartacea del volume, bensì per altre importanti prerogative, ovvero l’autorevolezza del testo e il valore intellettuale del contenuto. Per quanto riguarda questo, che è un saggio, sono una settantina di pagine. Si tratta di una puntuale ed esauriente descrizione di un fatto storicamente rilevante (non solo nell’ambito della storia del giornalismo, ma in generale della storiografia tout court) e di grande portata politica. Una sorta di “dossier” che fa luce e documenta una circostanza rilevante, un “episodio” finora non sufficientemente indagato, nella sua essenza, tra quanti hanno connotato la straordinaria stagione del riscatto socio economico e civile del Paese, all’indomani del secondo conflitto mondiale. E non è un fatto marginale o di secondaria importanza quello descritto nel libro di Guido Nicosia, un giornalista che ha vissuto in prima persona l’esaltante esperienza de “Il Giorno , il quotidiano che ha aiutato l’Italia - come precisa il titolo del libro - a mutare volto”. Con una lucida analisi racconta l’eccezionale evento del nuovo quotidiano “che irrompe come un ciclone, il 21 aprile 1956, nella asfittica realtà della stampa italiana” evidenziandone i limiti e i difetti, innovando profondamente nel panorama editoriale e ponendo le basi per un salutare rinnovamento del settore. Ma c’è di più. Il Giorno agita la morta gora di una informazione asservita agli interessi costituiti nel Paese, promuove inchieste, con un linguaggio diretto ed essenziale infrange molti tabù che resistono, superstiti di un retaggio autoritario, nell’Italia del dopoguerra. Quell’Italia che, tuttavia, comincia a godere i benefici della ricostruzione industriale, della rinascita delle città devastate dalla guerra, del miracolo economico reso possibile dagli ingenti finanziamenti del piano Marshall. Il giornale risveglia da un lungo sonno un’opinione pubblica che stenta ad emergere, sollecita lo slancio delle nuove generazioni che rivendicano diritti e traguardi sociali. Stimola la democrazia ad affermare i propri principi. L’Autore analizza, nei dettagli, un periodo storico di transizione , ne descrive l’evoluzione ed evidenzia il contributo fondamentale che a quel processo - pur con luci ed ombre - è venuto dall’ ’esperienza di giornalismo militante promossa dal nuovo quotidiano. E conclude con notazioni interessanti e significative riferite ai tempi attuali, segnati dalla tragica calamità sanitaria del Coronavirus. Identifica le analogie con gli anni lontani della ripartenza successiva al disastroso conflitto bellico. Oggi, come allora, si avvertono il disagio e la sofferenza prodotti dalla pandemia virale che ha lasciato uno strascico di morte. Edoggi come allora - l’Autore svolge una accurata disamina e una acuta analisi - la società civile reagisce al male, sorretta dalla speranza di un nuovo riscatto, reso possibile dai cospicui interventi finanziari dell’Unione Europea e dalla luce che comincia ad apparire, in fondo al tunnel, aprendo alla speranza di nuovi traguardi: di autentiche prospettive di conquista civile.