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Dal 2009 in poi lo Stato ha versato per legge all'INPGI 1 a titolo di fiscalizzazione degli oneri sociali l'importo di 20 milioni di euro l'anno sui prepensionamenti dei giornalisti.

di Pierluigi Franz

Circolano in questi giorni documenti e appelli al Governo, al Parlamento e al Presidente della Repubblica che invocano per l'INPGI 1 l’intervento salvifico della mano pubblica che dovrebbe attingere ai bilanci dello Stato per riequilibrare i conti dell’Inpgi. E’ la cosiddetta garanzia pubblica sulle pensioni. C'é chi sostiene che ciò sia una favola, perché gli enti previdenziali privatizzati, compreso l'INPGI 1,devono per legge operare senza oneri per lo Stato (e il Governo non intende modificare la legge).
 

Non é, però, una favola. Infatti l'INPGI 1 - Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani "Giovanni Amendola", già ente pubblico, é dal 1994 una Fondazione dotata di personalità giuridica di diritto privato incaricata di pubbliche funzioni a norma dell'art. 38 della Costituzione, che assicura le prestazioni pensionistiche e assistenziali a tutti i giornalisti professionisti, praticanti e pubblicisti lavoratori subordinati, giovani ed anziani.

 

L'INPGI 1 - a differenza dell'INPS di cui é oggi l'unico ente sostitutivo in base alla legge Rubinacci n. 1564 del 20 dicembre 1951 e all'art. 38 della legge sull'editoria n. 416 del 1981 - non ha mai goduto - per espresso divieto legislativo codificato nel Decreto Legislativo di privatizzazione n. 509 del 1994 - di finanziamenti a carico del bilancio dello Stato, salvo quelli connessi con la fiscalizzazione degli oneri sociali.

 

Ebbene, proprio in applicazione dell'art. 18 ter della legge n. 2 del 28 gennaio 2009 e dell'art. 41-bis della legge n. 14 del 27 febbraio 2009, lo Stato da 11 anni ad oggi ha rimborsato ogni anno all'INPGI 1 fino ad un massimo di 20 milioni di euro complessivi (cioé 10 milioni + 10 milioni di euro) a titolo di fiscalizzazione degli oneri sociali sui prepensionamenti dei giornalisti concessi in base alla legge sull’editoria n. 416 del 1981 ed autorizzati di volta in volta dal ministero del Lavoro (per decenni fino al 31 dicembre 2008 l'INPGI 1 si é, invece, accollato per intero - senza essere mai rimborsato dallo Stato - il rilevantissimo costo di centinaia di giornalisti prepensionati in età ancora giovane tra i 55 e i 60 anni di età e dipendenti da aziende in crisi, mentre dal 2009 non ha mai avuto il ristoro dell'intero onere degli ammortizzatori sociali, compresi i contributi figurativi sui prepensionamenti).

 

Pierluigi Franz




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