COMO. Addio a Natale Gagliardi, colonna del vecchio "Giorno", memoria storica del Lario.
COMO,16.11.2020. - Nella casa di riposo di Pontelambro (Co) è morto Natale Gagliardi, classe 1932, che per oltre vent’anni è stato redattore de Il Giorno , occupandosi della redazione lombarda e arrivando ad assumere la carica di redattore capo, dopo essere stato vice di Sandro Malossini. Personaggio di grande pacatezza, sempre sereno e assai colto era un maestro di giornalismo oltre che una gran “bella penna”. E’ stato il punto di riferimento per molti giovani cronisti, sempre pronto a dare consigli e suggerimenti. Era anche la memoria storica del Lario.
Era nato a Como in una famiglia molto numerosa di cui andava fiero. Aveva frequentato giurisprudenza alla Cattolica ma negli anni Cinquanta, fu preso dalla passione per lo scrivere. Se ne accorse don Giuseppe Brusadelli, mitico direttore de L’Ordine di Como che lo accolse nella sua redazione. Natale fu cronista attentissimo alle vicende comasche e scrupoloso relatore dei dibattimenti processuali. Alcuni anziani avvocati lariani, come Renato Papa, ricordano ancora le sue cronache giudiziarie.
Cesare Rodi un altro grande del grande giornalismo lariano lo trascinò a Il Giorno nei primi anni Settanta. Qui rimase fino alla meritata pensione, raggiunta per limiti di età. Ha sempre svolto il compito di redattore di riferimento e di “cuciniere”. Qualche volta è stato pure inviato. Fu mandato in Nepal a seguire Rainhold Messner che stava conquistando il suo quattordicesimo “Ottomila” senza ossigeno. Ricordava spesso quell’avventura, in particolare il volo su un velivolo panoramico sopra l’Everest. Ha fatto l’inviato anche in occasione di una delle più cruente alluvioni in Piemonte.
Quando era ancora a Como è stato anche corrispondente de l’Ansa e della Rai. Ricordava che quanto giunse Kennedy a Bellagio fu inviato dalla Rai per una radiocronaca. Ricordava sorridendo che l’unica cosa che gli fecero dire fu “E’ atterrato”, quando l’elicottero scese in villa Rockefeller. Ha scritto anche parecchi libri di storia comasca.- Emilio Magni
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