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Stampa

Direttivo di Stampa Romana sull'Inpgi: "Chiediamo la trasformazione in ente di diritto pubblico. Quanto dichiarato dalla presidente Marina Macelloni – anche nel recente incontro all’Ordine dei giornalisti – sulla liquidità dell’Inpgi a quota 400 milioni di euro significa che l’Istituto è in grado di pagare le pensioni in essere (figuriamoci quelle future) per poco più di due anni, al netto dell’uso del patrimonio immobiliare".

Roma 2 dicembre 2019. Con 150 milioni di disavanzo per il 2019 e con la previsione di altri 190 milioni in rosso per il 2020 i bilanci approvati dai vertici dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani purtroppo confermano la gravità della situazione. Quanto dichiarato dalla presidente Marina Macelloni – anche nel recente incontro all’Ordine dei giornalisti – sulla liquidità dell’Inpgi a quota 400 milioni di euro significa che l’Istituto è in grado di pagare le pensioni in essere (figuriamoci quelle future) per poco più di due anni, al netto dell’uso del patrimonio immobiliare. Se questo è vero abbiamo bisogno di scelte coraggiose. L’Inpgi sia restituito al suo ruolo di ente di diritto pubblico sottoposto a controlli reali ed efficaci. La cosiddetta privatizzazione del ’94 ha trasformato la previdenza dei giornalisti così come le altre casse delle professioni (2 milioni di iscritti, 70 miliardi di patrimonio complessivo) in altrettante entità a due facce: pubbliche quando si tratta di incassare, private quando si tratta di dare conto della gestione. La categoria dei giornalisti deve ritrovare tutta la compattezza nel respingere un progetto ormai evidente. Se la politica sta aspettando che l’Inpgi imploda per imbrigliare ancora di più i giornalisti, ha sbagliato i conti. Il sistema dell’informazione in questi 70 anni, seppure con tutti i limiti ed errori, ha garantito il diritto-dovere di informare  i cittadini sancito dalla Costituzione. Il Parlamento dica chiaramente se intende tutelare e come il giornalismo professionale. Affrontare la crisi del giornalismo professionale ricorrendo per l’ennesima volta ai prepensionamenti spalmati su otto anni significa mettere una pietra tombale sull’Inpgi comprimendo la platea degli attivi. Quanto ai vertici dell’Inpgi hanno perso un’altra occasione per rendere noti i documenti sulle attività del Fondo immobiliare che il Tar del Lazio con una sentenza recente ha definito “di pubblico interesse”. Non si rifonda la previdenza dei giornalisti italiani senza trasparenza. - Direttivo ASR (Voti a favore 17 - Voti contrari 11).




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