“Viaggio tra i destini paralleli della mia terra”, il nuovo libro del giornalista calabrese Antonio Cannone.
12.4.2019. - E' uscito da poco il nuovo libro del giornalista e scrittore di Lamezia Terme, Antonio Cannone, dal titolo “Viaggio tra i destini paralleli della mia terra”. Il volume, edito da Elison Publishing, presente come e-book e cartaceo, conferma la dinamicità di un professionista della scrittura e di un giornalista fra i più attenti. Il libro è giunto in finale al Premio letterario Residenze Gregoriane di Tivoli lo scorso gennaio. Si tratta - come hanno scritto i critici del premio stesso nella motivazione del riconoscimento - di "un’aleggiante e interrogativa voce narrante, potente quanto la coscienza nella metafora d'inconscio utilizzata e ci parla e ci conduce nei mondi raccontati di un significativo romanzo intimista. Un originale e inedito viaggio introspettivo - di dantesca memoria - ottimamente descritto, che tratteggia un'umanità presa dai propri materiali bisogni, negli errori e nelle trappole di ogni giorno. Società sfaldata e corrotta, nel ritratto fatto attraverso storie di personaggi "peccatori" ognuno più o meno consapevole delle scelte di vita. Denuncia ma soprattutto dubbi e domande sulla nostra esistenza, o - non esistenza -, nell'accettazione 'atea' che nessuno possa giudicare ed essere giudicato ma rispondere delle proprie azioni solo a se stesso e alla propria - coscienza -, appunto, criterio supremo di moralità". Il libro è un j’accuse contro il potere, contro le mafie e la corruzione. Ma anche contro la dittatura del consumismo e ogni sua declinazione. Dopo i numerosi consensi per “Il caso Aversa” e prima ancora per “Gli Intrusi-Fascino mortale”, Cannone si cimenta in un romanzo intriso di simbolismi che sottende in continuazione una visione lirica sulla complessità dei rapporti umani, con un impianto narrativo intimo e di introspezione. Non mancano i riferimenti alla realtà calabrese da dove comunque si dipana una visione globalizzata della contemporaneità. Un lavoro di “rigida libertà” con sentimenti universali che nascono e si sviluppano in un crescendo di emozioni dove ogni personaggio ha il proprio palcoscenico. Gabbie virtuali che in realtà diventano prigioni e dove viene messa in mostra la difficoltà dell’uomo nell’agire quotidiano e nei rapporti con il suo simile. Per Cannone il “viaggio” è inteso come metafora dell’esistenza dell’uomo in un ricorrente confronto con l’ambiente e la società, con i dubbi, le certezze, gli incubi, le storie romantiche e tragiche del vivere comune. I protagonisti sono messi di fronte ai fatti, li subiscono o li provocano e a raccontarli è una “voce narrante”, una sorta di “fuori campo” che è la nostra coscienza. Un viaggio tra universi paralleli, tra destini che si incrociano, si parlano e si lasciano. Il racconto parte da un luogo del Sud per poi articolarsi in altri ambienti. Lo ndranghetista con giacca e cravatta che fa affari loschi e deturpa l’ambiente. L’idealista che affronta il broker. Personaggi senza nome che parlano della morte delle “masse”. Il politico potente campione di demagogia e maestro d’imbrogli. Un padre che sa di morire e spiega al figlio come affrontare quello che è il più doloroso dei distacchi. L’inventore di una App della “verità” che obbliga i premier a informare del loro operato i cittadini e altre storie che si intrecciano con l’attualità di un mondo senza ideologie; dove l’unico riferimento è il potere economico e che partono dalla riproposizione del pensiero pasoliniano e delle liriche di zavattiniana memoria.
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