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Equo compenso. Tar Lazio: entro 30 giorni il Die (Dipartimento Informazione Editoria di Palazzo Chigi) convochi la "Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico". Accolte le richieste dell'Assostampa siciliana, di Stampa Romana e di due giornalisti. IN CODA la SENTENZA.

ROMA, 21 marzo 2019.  - Un mese di tempo e' stato concesso dal Tar del Lazio per la convocazione della Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico nonche' per redigere l'elenco dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che ne garantiscono il rispetto. La decisione e' contenuta in una sentenza con la quale i giudici amministrativi hanno accolto un ricorso proposto dall'Associazione Siciliana della Stampa, dall'Associazione Stampa Romana e da due tra giornalisti pubblicisti e professionisti. Con il ricorso si esponeva che nel marzo dello scorso anno era stata chiesta la convocazione della Commissione, cosa mai avvenuta nonostante due diffide proposte. Di qui, la richiesta per la declaratoria di illegittimita' del silenzio/inadempimento serbato dall'amministrazione. Per il Tar, il ricorso "nella parte in cui e' rivolto all'accertamento della illegittimita' del silenzio sulle istanze proposte da parte ricorrente e rivolte ad ottenere un formale pronunciamento dell'Amministrazione competente, deve essere accolto". Nel caso specifico "l'azione proposta e' plausibilmente intesa a far accertare l'illegittimita' del silenzio inadempimento frapposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per l'informazione e l'editoria sulle istanze proposte da parte ricorrente e a far affermare l'obbligo di provvedere in capo all'amministrazione, segnatamente nei sensi di valutare la possibilita' di convocare la Commissione per la valutazione dell'equo compenso nel lavoro giornalistico istituita ai sensi della legge 233/2012, art. 2, comma 1, presso il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nonche' la possibilita' di definizione da parte di tale Commissione dell'equo compenso e la redazione dell'elenco dei quotidiani, dei periodici, anche telematici, delle agenzie di stampa e delle emittenti radiotelevisive che ne garantiscono il rispetto". Sotto questo profilo, i giudici hanno rilevato che "l'amministrazione pur dopo la formazione della nuova compagine governativa e dell'attribuzione dei relativi incarichi non ha dato riscontro formale agli interessati. Pertanto, va dichiarata l'illegittimita' del silenzio serbato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per l'informazione e l'editoria con conseguente obbligo dell'amministrazione di provvedere sulle istanze notificate nel termine di 30 giorni". (ANSA). - IN ALLEGATO LA SENTENZA


 


 


 


 


 





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