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Sono Baldi, Zinni, Liparoti, Gioia, Mannu e Biazzo i Cronisti dell’anno 2018 che si sono aggiudicati il Premio Vergani. Inchieste sulla discriminazione degli studenti disabili, sui neofascisti dei Dodici Raggi e sull’emergenza eroina.


6.6.2018-  Sono Chiara Baldi, per la sezione cartaceo, Daniele Zinni, Federica Liparoti e Laura Gioia per la parte video e Giampaolo Mannu e Sacha Biazzo per le testate web i cronisti dell’anno 2018 vincitori del premio giornalistico regionale “Guido Vergani”. I loro servizi sono stati selezionati dalla Giuria presieduta dal direttore di Oggi Umberto Brindani e composta da Brunella Giovara (Repubblica), Paolo Baldini (Corriere), Massimo Donelli (Rai), Fabrizio Lucidi (il Giorno) e dai membri del Gruppo cronisti lombardi. La cerimonia di premiazione sabato 16 giugno alle 10.30 all’Istituto dei ciechi di via Vivaio, 7 a Milano. Il Premio Vergani è realizzato dal Gruppo cronisti lombardi e dall’Associazione lombarda dei giornalisti con il sostegno di Ordine dei giornalisti della Lombardia, Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, Fondazione Cariplo, Coop Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano.





Il primo premio per la sezione cartaceo è andato a Chiara Baldi per un servizio pubblicato da Repubblica sulla scuola svizzera di Milano e la discriminazione dei piccoli studenti disabili. Una vicenda che fece scalpore e che portò alla imbarazzata retromarcia dei vertici dell’istituto. Il secondo premio è andato a Nicola Baroni e Felice Florio che per il Giorno hanno realizzato un’inchiesta sul mondo dei baby modelli. Terzo premio per Antonella Crippa della Provincia di Lecco, cronista recentemente oggetto di pesanti minacce, per le sue inchieste sulla ‘ndrangheta nel tessuto imprenditoriale del Lecchese. Menzioni speciali della Giuria per i giornalisti Nicola Palma e Giambattista Anastasio del Giorno e per Luca Rinaldi del Corriere della sera.





È una inchiesta sulla comunità neofascista dei Dodici raggi di Varese il tema del video realizzato da Daniele Zinni, Federica Liparoti e Laura Gioia (studenti del master di giornalismo dello Iulm) vincitori del primo premio per la sezione Radio e Televisione. Secondo premio a Luigi Casillo di Sktyg24 per un’inchiesta sullo stato di abbandono del Museo del design di Milano e terza classificata Silvia Zerilli (montaggio di Mauro Sommaruga) per la Tgr Rai con un’indagine sulle frane che minacciano l’Oltrepò pavese.





Il premio unico della sezione Web è andato invece a Giampaolo Mannu e Sacha Biazzo di Fanpage.it per un reportage tra i gli spacciatori di eroina del Parco delle Groane. Menzione speciale della Giuria per Valerio Mammone e Andrea Sparaciari del sito Business insider Italia per le loro inchieste sulla gestione delle società Trenord e Ferrovie Nord Milano.





Il premio “Coltivare responsabilità” sostenuto da Coop Lombardia è andato a Eugenio Arcidiacono di Famiglia cristiana per un servizio sul ristorante “La Tela” confiscato alle cosche calabresi a Rescaldina (Mi) e dove oggi trovano impiego ragazzi svantaggiati e con sindrome di Down. Ad Alessandro Franzi per Linkiesta.it invece, il premio in ricordo della collega Cristina Bassetto scomparsa lo scorso anno.





“Il mondo dell’ultradestra, la denuncia delle discriminazioni, ma anche la fortissima presenza della ‘ndrangheta in Lombardia, il ritorno dell’emergenza eroina e tante grandi e piccole inchieste sul territorio. Ma il Vergani è soprattutto un riconoscimento a molti giovani  precari che hanno dimostrato ancora una volta il ruolo indispensabile del lavoro dei cronisti sul territorio – dichiara il presidente del Gruppo cronisti lombardi Cesare Giuzzi -. Il Premio Vergani, grazie ai suoi contributi in denaro, rappresenta un sostegno concreto ai cronisti che fanno il loro lavoro con passione, attenzione, serietà e autorevolezza. Mai come oggi, nell’era della fake news e dell’informazione ‘liquida’, il lavoro del cronista rappresenta l’unico antidoto alla cattiva informazione. Purtroppo la nostra professione è umiliata da contratti da fame, pagamenti che non arrivano e dalla convinzione di molti editori e direttori che nelle redazioni si possa fare a meno del ruolo centrale dei cronisti. Soprattutto della cronaca locale. Ma anche nell’era digitale le notizie non crescono sugli alberi. E nemmeno sui social network”.





 





 





 






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