Di Matteo diffamato: per Sallusti e Sgarbi pene non sospese. Condanne al carcere di primo grado. Nel 2012 il direttore graziato da Napolitano.
MILANO, 18 aggio 2018. - Se venissero confermate in secondo grado e in Cassazione le condanne rispettivamente a 3 mesi e a 6 mesi di reclusione per Alessandro Sallusti e Vittorio Sgarbi per un articolo sul magistrato palermitano Nino Di Matteo, il direttore de 'Il Giornale' e il critico d'arte dovrebbero scontare la pena in carcere, qualora non chiedessero una misura alternativa alla detenzione, come l'affidamento in prova. Il giudice di Monza, infatti, a differenza di quanto si e' saputo in precedenza, non ha applicato la sospensione condizionale. Nel 2012 Sallusti venne condannato per diffamazione a 14 mesi di reclusione dalla Cassazione e, dopo aver scelto di non chiedere l'affidamento, finì ai domiciliari e poi l'allora presidente della Repubblica Napolitano gli concesse la grazia. Dopo la condanna, tra l'altro, l'allora procuratore di Milano Bruti Liberati intervenne anche contro la linea dell'Ufficio esecuzioni per far applicare la cosiddetta 'doppia sospensione' della pena che porto' ai domiciliari e non al carcere previsto il direttore de 'Il Giornale'. (ANSA).
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