TESTO IN http://www.alg.it/alg1/?p=11160
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ARROGANZA PADRONALE. Condé Nast festeggia l’8 marzo mettendo in cassa integrazione a zero ore 5 giornaliste e provando a spianarsi la strada per fare i giornali senza giornalisti. Assume personale non giornalistico e utilizza funzionari del marketing a intervenire direttamente nelle produzionii giornalistiche e anche a coordinarle.
28.2.2018 - Dopo una serie interminabile di minuetti (incentivi all’esodo, lettere di licenziamento consegnate e ritirate, trattative ondivaghe…), la casa editrice, che ha sempre gestito le chiusure di testata con il ricollocamento dei giornalisti oppure spalmando la solidarietà difensiva su tutto il corpo redazionale, relativamente alla chiusura de L’Uomo Vogue, Vogue Sposa, Bambino e Accessory ha imboccato repentinamente e unilateralmente la via della cassa integrazione a zero ore e dichiarato l’assoluta non ricollocabilità delle ultime 5 giornaliste rimaste sulle 14 operative su quelle testate (5 su un corpo redazionale totale di 103 unità). Contestualmente ha attivato nuovi progetti editoriali (LISA, definita sulla sua pagina Facebook agenzia media/stampa e Condé Nast Mag Accessory, definito sempre su Facebook “the magazine for people who loves accessories”) assumendo personale non giornalistico destinato a creare e gestire contenuti. Continua inoltre ad alimentare pericolosamente la commistione tra pubblicità e informazione autorizzando esponenti del marketing a intervenire direttamente nelle produzioni giornalistiche o addirittura a coordinarle. Nel frattempo le redazioni, sottostaffate e in affanno, lamentano un carico di lavoro superiore alle loro possibilità, carico aggravato spesso da scelte di coordinamento personalistiche e discrezionali.
L’azienda negli ultimi 4 anni ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, ossia a soldi dell’Inpgi, non per tutelare i posti di lavoro dei giornalisti ma per meglio perseguire la propria politica industriale in spregio dell’informazione, della deontologia e della professione giornalistica.La scelta della cassa integrazione per sole 5 persone appare incomprensibile se non ipotizzando che questo sia l’apripista per ulteriori licenziamenti e per la gestione facilitata dei presunti esuberi che l’azienda continua a dichiarare (al momento, dopo l’uscita di 54 persone dal 2013 a oggi, sarebbero ancora 14).L’assemblea dei giornalisti Condé Nast si dichiara assolutamente contraria alla cassa integrazione per le 5 colleghe e non disponibile ad avallarla, in quanto ritiene le stesse perfettamente ricollocabili e ribadisce piuttosto il sottodimensionamento dell’organico. Proprio per questo, considerata tutta la situazione, assieme al sindacato intende vigilare attivamente per evidenziare e contrastare ogni irregolarità, dalla presenza di abusivi nelle redazioni al ricorso eccessivo agli straordinari.Quello che sta accadendo in Condé Nast non è una faccenda isolata che riguarda solo i giornalisti dipendenti della casa editrice. Si tratta di un attentato alla professione e al contratto che avrà ricadute su tutta la categoria. Per questa ragione il CDR Condé Nast invita sindacato, ordine dei giornalisti, Inpgi e tutti i colleghi a supportare la causa e a farne oggetto di un dibattito più allargato. Lungi dall’essere detentori di privilegi, i giornalisti sono diventati oggi un bersaglio e rischiano di non essere più in grado di assolvere al loro compito di difesa della corretta informazione, pilastro della democrazia e della libertà. - Cdr/Assemblea di redazione
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Comunicato sindacale 30/01/2018- Finita la solidarietà, in Condé Nast iniziano i licenziamenti. L’assemblea dei giornalisti: sciopero a oltranza.
Il 26 gennaio l’azienda ha convocato tre colleghe per annunciare loro il licenziamento ai sensi della legge Fornero. Questo è avvenuto nonostante mesi di trattative e incontri volti a gestire senza traumi la chiusura di 4 testate del gruppo, annunciata a luglio, mentre era in atto un contratto di solidarietà difensiva, appena conclusosi. I giornalisti della Condé Nast, riunitisi in assemblea, esprimono l’assoluta contrarietà alla risoluzione dei rapporti di lavoro, dichiarano lo stato di agitazione e entrano in sciopero a oltranza, fino alla revoca delle tre lettere di licenziamento e all’apertura di un tavolo di confronto con l’azienda e tutte le rappresentanze sindacali. Chiedono contestualmente il ricollocamento delle colleghe in un’altra testata del gruppo.L’azienda ha preso la sua decisione in modo unilaterale e senza che ci fosse stato l’incontro di verifica conclusiva della solidarietà, solidarietà che è costata moltissimo ai giornalisti in termini economici e di qualità del lavoro.Nei due anni in cui essa è stata in vigore, sono usciti dall’azienda 26 giornalisti, che si sommano ai 29 già usciti con quella precedente. I giornalisti Condé Nast esprimono la propria preoccupazione sul fatto che, a oggi, l’unico piano di rilancio editoriale ipotizzato dall’azienda sia il taglio del personale e senza il ricorso agli ammortizzatori previsti per legge “per intervenire nei casi di reale sofferenza economica delle aziende”. E ripropongono pubblicamente tre domande che da mesi non ottengono risposta:
1. Il nuovo corso aziendale consiste nell’accelerazione della crisi della carta e nella dismissione delle testate per andare verso una commistione sempre più forte con la pubblicità e fuori dalla deontologia giornalistica?
2. Come sono stati usati i soldi risparmiati grazie al contratto di solidarietà?
3. È possibile che tagliare posti di lavoro sia l’unica strada individuata per far quadrare i conti?
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Comunicato sindacale 1/02/2018. Licenziate tre giornaliste.
ll CdR Condé Nast comunica la sospensione dello sciopero a oltranza indetto il 30 gennaio a seguito dell’annunciato licenziamento di tre colleghe ai sensi della legge Fornero. La decisione arriva dopo che il CdR ha incontrato i vertici dell’azienda, i quali hanno accettato di sospendere la procedura in attesa della riapertura del tavolo sindacale con Alg e Fnsi, fissata per il 6 febbraio.
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Comunicato sindacale-Condé Nast, giornalisti in cassa integrazione a zero ore (13/02/2018).
La casa editrice Condé Nast – dopo avere aperto un tavolo per verificare la ricollocabilità dei giornalisti in chiusura di testata, avere poi ventilato la possibilità di una cassa integrazione e avere quindi inviato a sorpresa tre lettere di licenziamento, cui i giornalisti hanno risposto con uno sciopero – respinge la proposta di aprire una nuova solidarietà a tutela dei posti di lavoro e decide unilateralmente di mettere cinque persone in cassa integrazione a zero ore.Il sindacato e l’assemblea dei giornalisti Condé Nast si dichiarano assolutamente contrari a questa decisione e non disponibili ad avallarla, in quanto ritengono i colleghi perfettamente ricollocabili e registrano piuttosto un sottodimensionamento dell’organico che smentisce la presenza di 13 esuberi sostenuta dall’azienda. Preso atto della situazione, il cdr con l’appoggio del sindacato vigilerà attivamente per evidenziare e contrastare ogni irregolarità, dal ricorso eccessivo agli straordinari alla presenza di abusivi nelle redazioni.