22.1.2018 - Almeno duemila giornalisti pensionati sono impegnati in queste settimane in una dura battaglia per difendere i loro diritti sanciti contrattualmente sull'ex fissa. Per evitare di essere derubati dei loro soldi stanno affrontando una controversia difficile e complicata contro prevaricazioni, indifferenza, bugie e abusi. C'è poi uno sparuto gruppetto di pensionati, tra i venti e i trenta al massimo, che ha combattuto al Tribunale del lavoro, e ora in Appello, la stessa battaglia contro Inpgi. La situazione tra questo gruppo di pochi pensionati e quella dei duemila è un po' diversa. I colleghi che si sono rivolti ai magistrati hanno ottenuto il pagamento del loro credito attraverso un ordine del giudice. Nelle successive udienze di merito, su ricorso di Inpgi, gli stessi giudici, che avevano accordato i pagamenti, hanno fatto marcia indietro avallando acriticamente gli argomenti Inpgi e con sentenze di 3/4 paginette, tutte uguali quasi a ricordare un copia- incolla che rasenta il ridicolo, hanno accolto i ricorsi dell'Istituto.
Naturalmente i giornalisti hanno proposto appello il primo dei quali si è concluso con la condanna del collega a pagare quasi diecimila euro tra spese e diritti. Una parte di quei soldi sono di indennizzo per Inpgi e Fnsi, Federazione nazionale della Stampa, vale a dire il sindacato unitario dei giornalisti che quei colleghi dovrebbe difendere e rappresentare ma che invece ha attaccato duramente nelle udienze dopo essersi costituita in giudizio "ad adiuvandum", senza che nessuno dei colleghi l'avesse minimante coinvolta nella vertenza.
Tra tutte le sentenze di primo grado però ce n'è una che ribaltando il cliché del copia-incolla ha approfondito, scavato e verificato quanto sostenevano i giornalisti: Inpgi non ha rispettato i vincoli dell'accordo sull'ex fissa, non ha messo in atto quanto in suo potere (ispettivo, sanzionatorio, di allarme vero: non banali report periodici che nessuno leggeva) affinché il Fondo ex fissa venisse tutelato e incrementato attraverso interventi presso gli editori per far aumentare il volume delle entrate a fronte di maggiori uscite ma soprattutto a fronte di uscite in alcuni casi tutt'altro che lineari.
Da quella sentenza di primo grado emessa dal giudice Dario Conte, Inpgi ne è uscito con le ossa rotte (e per questo sul suo sito quella sentenza non è mai stata pubblicata mentre invece sono state pubblicate tutte quelle a suo favore) ed è stato condannato a pagare la ex fissa al collega ricorrente, le spese processuali ecc. In sostanza, ha sentenziato il giudice, c'è stata colpa grave da parte di Inpgi. Ora anche quella sentenza è in attesa di appello e sarà interessante vedere come verrà letta dai giudici di seconda istanza. In tutto questo negli ultimi mesi è nata la nuova battaglia dei duemila pensionati che da un giorno all'altro si sono visti proporre un taglio anche del 50 per cento della loro ex fissa. Che peraltro aveva già subito una rateazione in alcuni casi lunga anche 15 anni. Il tutto grazie agli accordi capestro voluti da Fieg nel 2014 e avallati incoscientemente (o forse no?) dall'allora segretario Fnsi Franco Siddi che poi ha cambiato mestiere e fa l'editore e consigliere di amministrazione Rai.
Ed ecco, ora la novità clamorosa sfuggita ai più' o comunque non sottolineata come si sarebbe dovuto. Dall'incontro del 19 gennaio tra i colleghi del Comitato ex fissa e il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso è emersa una verità da anni negata nei tribunali: dal 1994 ad oggi a FNSI "non mai ha preso iniziative di sorveglianza della liquidità della gestione del Fondo ex fissa" così come previsto dalla convenzione stipulata con la Fieg. Sono parole di Lorusso, il segretario Fnsi, non uno qualunque che passava di lì. Ma c'è di più: che non sia una frase buttata lì per dare un cioccolatino è dimostrato dalla premessa dello stesso Lorusso: in Federazione non risultano documenti secondo i quali la Fnsi abbia preso iniziative. Questo vuol dire che Lorusso e chi per lui quelle carte le ha cercate negli uffici, proprio per tentare di salvare la faccia. Ma non sono state trovate. Per un solo motivo: non ci sono e non ci sono mai state.
Che dire, ora: che le gestioni Fnsi precedenti (per fare qualche nome recente: Serventi Longhi e Siddi) finiscono dritte sul banco degli imputati. Ma sono cose che si sono sempre dette, però a mezza bocca per non disturbare i conducenti: dei pensionati a questi signori non è mai fregato nulla e hanno sempre barattato l'ex Fissa - invisa e odiata dagli editori- con pochi spiccioli dei rinnovi contrattuali fatti passare come clamorose vittorie. Dunque Fnsi e i suoi dirigenti non si sono mai interessati del Fondo ex fissa che ora è di fatto in liquidazione. Cosa diranno ora i giudici di fronte a dichiarazioni come quella di Lorusso? Cosa dirà Inpgi?
Domandina: risvolti penali in tutto questo potrebbero rintracciarsi? E le responsabilità degli amministratori non sono regolate per legge civile e penale? Chissà.
Sempre in quell'incontro Lorusso ha dichiarato una seconda cosa altrettanto grave. A domanda diretta sul perché mai la Fnsi si costituisca nei tribunali contro i giornalisti-pensionati, Lorusso ha risposto che sono stati loro a chiamarla in causa. E questa è una totale distorsione della verità. Nessuno ha mai chiamato in causa la Fnsi. E' la Fnsi di Siddi che ha voluto punire i "ribelli". Basta ricordare a qualcuno le dichiarazioni di fuoco di Siddi e di Camporese in pubbliche riunioni contro chi si permetteva di mettere in discussione il "pensiero unico" e le loro promesse di Pulcinella. E' paradossale ma accade: il sindacato unitario dei giornalisti va contro i suoi iscritti "rei" di aver chiesto al giudice di liquidare quanto previsto da accordi sindacali firmati dalla stessa Fnsi. Forse Lorusso - in una riunione nazionale Unpg - non aveva garantito assistenza legale a quanti si fossero rivolti alla magistratura?- potrebbe prendere l'iniziativa di far revocare le costituzioni della Fnsi nei vari appelli "ad adiuvandum", potrebbe impegnarsi a non far pagare le spese processuali e gli onorari degli avvocati Fnsi ai giornalisti pensionati, potrebbe far risparmiare decine di migliaia di euro alla Federazione in spese legali, potrebbe dire a Inpgi di farla finita con i ricorsi e con altre decine di migliaia di euro di costi. Tutte queste cose Lorusso potrebbe farle, volendo. Anche per dimostrare con i fatti che vuole davvero cambiare un sindacato che ormai rischia la liquidazione esattamente come il Fondo ex fissa. Anche perché, che faranno Inpgi e Fnsi: chiederanno indietro ai pensionati i soldi che hanno sempre riconosciuto di dover pagare?