MILANO, 19 novembre 2017. - La Guardia di Finanza ha acquisito documenti e file informatici di un giornalista nelle sedi di Milano e Roma del quotidiano economico 'Il Sole 24 Ore', nell'ambito dell'inchiesta sui conti correnti dei Servizi segreti italiani (Aise, Aisi e Dis) nella filiale romana della Popolare di Vicenza. Lo rende noto l'Ordine dei giornalisti di Milano precisando che il provvedimento è stato disposto dalla Procura di Roma nei confronti di Nicola Borzi, autore di un'inchiesta ("La Popolare di Vicenza e i conti dei servizi segreti") pubblicata il 16 novembre e poi sviluppata il 17 ("Hostess, armi, argenteria pagati dai servizi segreti"). L'inchiesta è imperniata sull'articolo 261 Cp ("Rivelazione di segreti di Stato"), reato ascrivibile a pubblici ufficiali. Sul metodo investigativo ha preso posizione il presidente lombardo dell'Ordine dei Giornalisti Alessandro Galiberti, il quale chiede che "il Csm faccia chiarezza". "L'accesso della polizia giudiziaria della Gdf nelle redazioni e nei sistemi informatici dei quotidiani Il Sole 24 Ore e La Verità- sottolinea - ripropone con forza il tema della proporzionalità degli atti di indagine delegati dalla Procura, e perciò del rispetto dei diritti dei giornalisti, delle loro fonti e, in definitiva, dei lettori-cittadini. Senza neppure entrare nel merito dell'ipotesi di reato - violazione del segreto di Stato - ciò che non quadra, e che non può passare sotto silenzio, è il metodo investigativo. Non è ammissibile che gli ufficiali di Pg ritengano di avere accesso - su delega in questo caso del procuratore capo di Roma - a tutta la memoria informatica dei dispositivi del giornalista, perché questo configura un chiaro eccesso (abuso) rispetto alle finalità dell'inchiesta". "Sul punto - conclude Galimberti - sarebbe opportuno che il Csm indicasse le linee guida delle attività investigative delle Procure nei confronti della stampa, un tipo di ingerenza peraltro già difficile da ammettere in una democrazia veramente compiuta". Franco Abruzzo (consigliere nazionale del'Ordine dei giornalisti - Cnog) ha aggiunto: "La Procura di Roma ha ignorato le sentenze della Corte di Strasburgo secondo le quali le fonti dei giornalisti sono inviolabili". La polizia giudiziaria nelle stesse ore ha "visitato" la redazione del quotidiano "La Verità" a seguito di un articolo di Francesco Bonazzi pubblicato il 15/11 ("La Popolare di Vicenza la banca dei servizi segreti"). Anche in questa sede la GdF ha acquisito l'hard disk del computer di redazione relativo all'attività professionale di Bonazzi. (ANSA e www.francoabruzzo.it).
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CdR di Il Sole 24 Ore/comunicato sindacale: "Aggirato il segreto professionale". Milano, 18.11.2017. Nella serata di venerdì la Guardia di finanza, su disposizione della procura di Roma, ha proceduto all’acquisizione dell’hard disk del computer redazionale del nostro collega, Nicola Borzi. Il Comitato di redazione ritiene grave quanto avvenuto: in questo modo la pubblica accusa ancora una volta pensa di aggirare, in contrasto con la giurisprudenza della Cassazione e della Corte europea dei diritti dell’uomo, il vincolo del segreto professionale, posto a tutela della riservatezza delle fonti, un cardine del lavoro giornalistico. Il Cdr
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Finanza acquisisce hard disk del giornalista Nicola Borzi del Sole 24 Ore, Fnsi e Alg: «Inammissibile» - Roma, 19.11.2017. «La Federazione nazionale della Stampa e l'Associazione Lombarda dei giornalisti condividono in pieno il comunicato del Comitato di Redazione del Sole 24 Ore dopo che la Guardia di finanza, su disposizione della procura di Roma, ha acquisito l'hard disk del computer di redazione del giornalista Nicola Borzi. Non è infatti ammissibile che venga violato in questo modo e in contrasto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo, il vincolo del segreto professionale che tutela la riservatezza delle fonti, cardine del lavoro giornalistico. La tutela delle fonti e dei diritti dei giornalisti coincidono - è bene non dimenticarlo - con il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati». Lo affermano, in una nota, la Federazione nazionale della stampa italiana e l'Associazione Lombarda dei Giornalisti.
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DOCUMENTO. SEGRETO PROFESSIONALE E PERQUISIZIONI. - Con le sentenze Goodwin, Roemen e Tillack, la Corte di Strasburgo impone l’alt alle perquisizioni nelle redazioni e tutela le fonti dei giornalisti. Pm e giudici italiani devono indagare solo sui loro collaboratori (che “spifferano” le notizie) e non su chi riceve l’informazione in maniera pulita. - analisi di FRANCO ABRUZZO - TESTO IN: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=2356