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INTERVISTA. Parla il padovano Andrea Camporese, 48 anni, ex presidente dell'Inpgi - I MIEI TRE ANNI DI CALVARIO E L'ASSOLUZIONE - Assolto con formula piena dalle accuse di corruzione e truffa L' ente di previdenza dei giornalisti aveva investito 43 milioni nella società di partecipazioni finanziarie Sopaf, poi insolvente

di Ivano Tolettini/ilgiornaledivicenza


21.6.2017 - Col crac della holding di partecipazioni finanziarie Sopaf Andrea Camporese c' entra come i cavoli a merenda. Eppure fino a sabato scorso, quando il tribunale di Milano l' ha assolto con la formula piena del "fatto non sussiste" dalle accuse di corruzione e truffa, per le quali la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a 4 anni e mezzo di carcere, vi era inchiavardato. «Il processo ha dimostrato in maniera inequivocabile - spiega il suo avvocato Ciro Pellegrino - che Camporese non ha mai compiuto alcun atto contrario ai suoi doveri, curando in maniera puntuale gli interessi dell' Inpgi». L'esito del dibattimento è inequivocabile.
Camporese, per chi non lo conosce, è un giornalista padovano di 48 anni, vice caporedattore della Rai, che dal 2008 al 2016 è stato presidente dell' Inpgi, l' istituto nazionale di previdenza dei giornalisti. La sua carriera, fino al maggio 2014, quando apprese di essere indagato durante una perquisizione per l' iniziale ipotesi di truffa, era stata sfolgorante: da Cadoneghe a Roma. C' è chi parla di un predestinato, per un veneto che era cresciuto dalla gavetta. Poi la caduta nella polvere, quando anche da presidente dell'"Adepp", l' associazione degli enti previdenziali privati italiani, era candidato a guidare l' omologa associazione europea, "Eurelpro", grazie all' accordo con tedeschi e francesi. L' inchiesta, invece, lo ha travolto.
Che cosa ha pensato alla lettura della sentenza che l' assolve?
Una grande emozione considerando l' enorme sofferenza, un calvario, che ho patito e che ha cambiato non solo la mia biografia, ma anche quella di miei famigliari. È stato un disastro. In questa vicenda ho perso tutto.
In che senso?
Ho perso il ruolo, la mia immagine professionale è stata annientata ed ho perso denaro perché è stata molto onerosa. E mi sono anche ammalato.
Che cosa l' ha più amareggiato?
La cattiveria di tanti colleghi e gli attacchi pubblici che ho dovuto subire senza attendere la verità dei giudici, l' unica che conta. Noi giornalisti a volte lo dimentichiamo.
Vuole dirmi che è stata orchestrata "una macchina del fango" contro la sua figura?
Lo dicono i fatti, sono stato oggetto di critiche incomprensibili, anche perché, come ha spiegato il mio avvocato in aula, bastava guardare i risultati dell'ente per capire che non lo avevo danneggiato con le operazioni incriminate. Per due anni, durante le indagini preliminari, non avevo accesso agli atti, 40 mila pagine, e nel frattempo ho subito attacchi pesantissimi.
La Procura di Milano l'accusava di avere fatto acquistare all' Inpgi, tramite Sopaf che incassò 7,6 milioni di euro, quote del fondo Fip (Fondo immobili pubblici) a un prezzo superiore al loro valore.
Questo è falso come ha dimostrato il processo. Innanzitutto Sopaf era una società quotata in borsa e le decisioni dell'ente erano prese dal Cda, non già da Andrea Camporese. I fratelli Giorgio e Aldo Magnoni li ho incontrati poche volte e sono state riunioni professionali.
Inpgi ha acquistato quote Fip per 30 milioni di euro, con una plusvalenza, al momento della liquidazione dell' investimento, di 16 milioni di euro, con una resa media annua del 9,8%. È uno dei più grandi investimenti della storia secolare di Inpgi.
L' accusa ha insistito pure sull' investimento in Adenium.
Anche per questo parlano i numeri: 5 milioni di guadagno secco a fronte di 13 milioni investiti con una resa del 10% annuo. È questo che mi disorienta, perché sono finito a processo per avere fatto guadagnare l'ente che presiedevo. Mi sembra una contraddizione palese.
Il pm Gaetano Ruta, Andrea, le contestava di avere "ricevuto 200 mila euro di emolumenti a titolo di remunerazione per il compimento di atti contrari ai doveri d' ufficio".
Partiamo dal presupposto che il magistrato ha fatto il suo lavoro. Sono rispettoso dei ruoli istituzionali. Quanto alle somme contestatemi, ho ricevuto 50 mila euro per avere fatto parte del comitato consultivo di Adenium, ma è stato un incarico professionale come ha verificato il tribunale e sono stati devoluti in beneficenza. 

E la storia del conto a Ginevra che Andrea Toschi le avrebbero intestato per far confluire soldi tuoi?
Smentito dai fatti. Anche questa è stata una grande bugia che mi ha ferito molto. In aula è emerso che non avevo acceso alcun conto svizzero e che il denaro cui faceva riferimento non mi riguardava. Una vicenda assurda.
Tra le ricompense ipotizzate dalla procura c' erano anche viaggi e giocate al casinò.
Come presidente di Inpgi ricevevo ogni anno decine di inviti per l'Italia per parlare delle questioni dell'ente e qualcuno mi ha descritto come una sorta di "viaggiatore a sbafo". Partecipavo solo a pochi e di solito dopo il primo giorno rientravo. Al casinò sono andato poche volte e i soldi erano miei.



Come si spiega l' attenzione nei suoi confronti?
Ho vissuto un film dell' orrore, ma provo a guardare avanti. Anche se non è facile.
Lei è laureato in filosofia a Padova.
Feci una tesi sull'utilizzo dei segni e dei simboli nella comunicazione di massa. In effetti, visto quello che mi è successo, mi pare una sorta di nemesi storica. Mi è tornato indietro tutto, 25 anni dopo.Una beffa del destino. Certo, sebbene mi diano sollievo gli attestati di stima da parte di centinaia di colleghi da tutta Italia che in questi giorni mi hanno fatto sentire il loro calore e la solidarietà. Sono cose che fanno piacere. Per tanti anni, prima nel sindacato poi come vicepresidente di Casagit, e quindi alla guida di Inpgi, mi sono occupato del disagio di tanti giornalisti disoccupati e della sofferenza sociale di una categoria, come la nostra, che sta vivendo un passaggio epocale.
Tornerà a lavorare alla Rai?
Sono ancora in aspettativa senza stipendio. Ho subito un massacro mediatico di cui non mi spiego ancora la violenza, anche se non serbo acredine. Non voglio credere che queste siano le regole del gioco di un mestiere che mi ha dato molto e che amo. Ma è stata molto dura.
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17.6.2017 - SOPAF. BRUCIANTE SCONFITTA PER LA PROCURA DI MILANO. ASSOLTO L'EX PRESIDENTE DELL'INPGI ANDREA CAMPORESE CON FORMULA PIENA, "PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE", DALLE ACCUSE DI CORRUZIONE E TRUFFA. IL PM GAETANO RUTA AVEVA CHIESTO PER LUI UNA CONDANNA A 4 ANNI E MEZZO. NEL PROCESSO DI MILANO 6 CONDANNE, 8 ANNI A GIORGIO MAGNONI. - IN CODA dichiarazioni di Camporese all'Ansa e le reazioni Fnsi, Casagit e Usigrai. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=23518

















 






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