Roma, 20.10.2016 - La riforma dell'Inpgi (al vaglio dei ministri vigilanti dell'Economia e del Lavoro) riserva sorprese non gradevoli. La pensione di anzianità (nel 2017 con i requisiti dei 62 anni e dei 38 anni di contributi) non utilizzerà i contributi Inps. In sostanza l'Istituto non applicherà la "legge Vigorelli" e chiederà contributi marchiati esclusivamente Inpgi senza contaminazioni con l'Inps. I contributi Inps, invece, manterrano il loro valore per raggiungere il tetto dei 42 anni e 10 mesi (giornalisti) e dei 41 anni e 10 mesi (giornaliste) della pensione anticipata Inps nel qual caso l'Inps pagherà, quando l'interessato raggiungerà i 63 anni e 7 mesi, la sua pensione in rapporto agli anni cumulati con quelli dei contributi Inpgi. Ogni ente pagherà per la sua parte. In sostanza la pensione di anzianità potrebbe diventare una chimera. Pochissimi/e giornalisti/e potranno toccare il traguardo dei 42 anni e 10 mesi o dei 41 anni e 10 mesi. Per la pensione di vecchiaia nel 2017 scatta, invece, l'età dei 66 anni (con almeno 20 anni di contributi).
LE NORME DELLA LEGGE VIGORELLI E DEL REGOLAMENTO INPGI. - L'articolo 3 della legge 1122/1955 (Vigorelli) afferma: "All'iscritto presso l'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani è riconosciuto utile, ai fini del conseguimento del diritto a pensione, il periodo di iscrizione e la contribuzione versata nell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti. Nei confronti di coloro i quali cessano di far parte dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, per prestare altra attività con assicurazione presso l'Istituto nazionale della previdenza sociale, è parimenti riconosciuto utile, agli effetti del conseguimento del diritto a pensione, il periodo di iscrizione e la contribuzione all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Nei casi previsti dai precedenti comma la pensione è ripartita fra i due Istituti in proporzione dell'importo dei contributi a ciascuno versati". L'articolo 4 del Regolamento Inpgi recita al comma 5: "Ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia è riconosciuto utile il periodo di contribuzione nell’assicurazione obbligatoria IVS o in forme sostitutive, esclusive o esonerative e nella Gestione Previdenziale Separata, costituita in favore dei giornalisti che svolgono attività autonoma di libera professione anche sotto forma di collaborazione coordinata e continuativa". E aggiunge al comma 6: "Sono considerati utili, ai fini del conseguimento del diritto a pensione di anzianità, i periodi di iscrizione e di contribuzione nell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti". Il Cda dell'Inpgi, con l'avallo dei Ministeri vigilanti, ha esteso la legge Vigorelli anche alle pensioni di anzianità forzando la normativa originariamente concepita solo per le pensioni di vecchiaia. Ma ora la festa è desolatamente finita. La crisi dell'editoria con il calo drammatico dell'occupazione ha messo a rischio l'esistenza stessa dell'Inpgi e, quindi, sotto la spinta dei Ministeri vigilanti, il Cda è stato costretto ad applicare alcune clausole della "legge Fornero" (sistema contributivo, innalzamento dell'età pensionabile per uomini e dome a 66 anni e 7 mesi, abolizione della pensione di anzianità a 57 anni con 35 anni di contributi, età pensionabile legata alle aspettative di vita).
OGGI (e fino al 31.12.2016). Poniamo il caso del giornalista 57enne che ha 30 anni di contributi Inpgi e 5 anni di contributi Inps. L'Inpgi liquida la pensione di anzianità pro-quota, nella misura corrispondente a 30 anni di contributi. L'Inps, invece, non liquiderà la propria quota fino al raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia. Solo in quel momento concederà una pensione di vecchiaia cosiddetta supplementare, la cui misura sarà commisurata ai 5 anni di contribuzione. E' il caso di sottolineare che la legge Vigorelli consente il "matrimonio" solo tra contributi Inpgi e Inps. Restano esclusi i giornalisti con contributi Enpals e Inpdap. A meno che il Parlamento non approvi presto il "cumulo gratuito" tra tutti i contributi, superando gli steccati odierni.
DOMANI (a partire dall'1.1.2017): l'Inpgi non applicherà la legge Vigorelli nella lettura ampia che ne ha dato dal 1955 al 2016. L'Inpgi liquiderà, con il sistema contributivo, l'assegno solo al raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia (i giornalisti a 66 anni nel 2017; 66 anni e 7 mesi dal 2018 in poi; le giornaliste a 64 anni nel 2017; poi 65 anni e 7 mesi nel 2018; 66 anni e 7 mesi dal 2019 in poi). La pensione di anzianità scatterà (dal 2017) a 62 anni con 38 anni di contributi (39 anni nel 2018 e 40 anni nel 2020). I contributi Inpgi, come riferito, sono svincolati da quelli Inps (non si sommano per dare il diritto all'assegno). Ogni ente pagherà la pensione secondo la proprie regole. I contributi Inps daranno, comunque, diritto a una pensione, ma bisognerà aspettare i 70 anni. Chi ha almeno 5 anni di contributi Inps prenderà la pensione appunto a 70 anni; che ne ha 20 dovrà aspettare l'età della pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi). La soluzione alternativa esiste: prevede l'accentramento in un unico ente dei vari spezzoni contributivi. Ma questa operazione oggi è onerosa (per quanto riguarda il trasferimento dei contributi all'Inpgi). Tutti sperano, come detto, nel "cumulo gratuito" dei contributi (poi ogni ente pagherà per la sua parte).
EPPURE LA LEGGE VIGORELLI SOPRAVVIVE IN UN CASO. La legge Vigorelli sopravvive solo se i giornalisti raggiungono, sommando gli spezzoni Inpgi e Inps, i 42 e 10 mesi di contributi; e le giornaliste i 41 anni e 10 mesi. Questi sono i paletti della "pensione anticipata" dell'Inps (che scatta a 63 anni e 7 mesi). Esempio: se Caio ha 22 anni e 10 mesi di Inpgi + 20 anni di Inps può cumulare i contributi e prendere la pensione. In sostanza i giornalisti e le giornaliste devono raggiungere i requisiti pensionistici Inpgi e Inps in maniera contemporanea per valorizzare i contributri Inps.
.MINISTERI VIGILANTI AL LAVORO. INEVITABILE L'ASSORBIMENTO DELL'INPGI NELL'INPS (COME GESTIONE SPECIALE?) - La riforma dell'Inpgi (sintesi in http://www.inpgi.it/?q=node/1503) è dai primi del mese all'attenzione dei ministri vigilanti dell'Economia e del Lavoro per l'approvazione, che, il 3 febbraio scorso, hanno bocciato il prelievo sulle pensioni in essere perché la prima delibera di riforma (del 27.7.2015), sotto il profilo della legittimità, non ha un contesto legislativo di riferimento. L'Inpgi ha spiegato la riforma all'indirizzo http://www.inpgi.it/?q=node/1505, ma non ha speso una parola sulla legge Vigorelli. Argomento, questo, destinato a suscitare polemiche e contestazioni. I giornalisti fanno fatica a digerire il principio dell'uguaglianza con i cittadini non giornalisti. In attesa del passaggio inevitabile dell'Inpgi nell'Inps, come gestione speciale, se l'occupazione stenta a ripartire.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
30.9.2016 - PREVIDENZA. UN CASO POLITICO CHE METTE IN GIOCO LA CREDIBILITA' DI RENZI. - Contributo di solidarietà sulle pensioni (dei giornalisti) superiori ai 38mila euro con l'avallo dei rappresentanti di Palazzo Chigi e del Ministero del Lavoro: dal Cda dell'INPGI parte un messaggio minaccioso per tutti i pensionati italiani ("Non state tranquilli"). Eppure il Governo aveva ripetutamente garantito che non avrebbe ripristinato il prelievo a partire dal 2017. L'approvazione di questa "riforma" spetta ai ministri dell'Economia e del Lavoro, Padoan e Poletti, che hanno già bocciato il 3 febbraio scorso il precedente prelievo deliberato dal Cda dell'ente il 27 luglio 2015. L'Inpgi ha già incassato 30 milioni di euro negli ultimi 5 anni per via della mancata applicazione della perequazione e per via del gettito del "contributo Letta". I giornalisti pensionati hanno già dato. Ed ora a tutto ciò si aggiunge la beffa di essere discriminati rispetto ai pensionati Inps, ai quali Boeri non impone alcun contributo. - di FRANCO ABRUZZO/presidente di Unpit - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21676
24.9.2016 - La Fieg tentata (a parole) dall'uscita dall'Inpgi perchè i contributi pagati per i giornalisti sono pari a quelli pagati per i dipendenti non giornalisti all'Inps. Ma non è vero. Eppure per decenni gli editori hanno pagato 7-8 punti in meno di contributi in contrasto con i vincoli della "legge Rubinacci" (1564/1951): questa legge stabilisce che la misura dei contributi dovuti dai datori di lavoro (e le prestazioni erogate dall'Ente) non possono essere inferiori a quelle stabilite per le corrispondenti forme di assicurazione obbligatorie (Inps). E' assodato che gli editori hanno violato dolosamente la legge Rubinacci con la complicità dei dirigenti Fnsi e Inpgi, ma anche dei ministeri vigilanti (Tesoro e Lavoro) e della Corte dei Conti. L'Inpgi ora non dovrebbe essere risarcita dallo Stato? Si calcola che in 60 anni l'Inpgi sia stato depauperato di almeno un miliardo di euro per il minore incasso di contributi. - di Francesco M. de Bonis - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21632
25.9.2016 - PREVIDENZA IN TRINCEA. Tre sentenze (testi in coda) della sezione Lavoro della Cassazione bocciano inesorabilmente il contributo di solidarietà varato dopo il 2007 dalla Cassa dei dottori commercialisti e che il CdA dell'Inpgi "fattosi Parlamento" vuole introdurre illegalmente sugli assegni di 6.554 giornalisti in quiescenza con redditi superiori ai 38mila euro all'anno. L'Istituto prevede così di risparmiare complessivamente circa 19 milioni di euro nel prossimo triennio. Anche i Ministeri dell'Economia e del Lavoro hanno bocciato il prelievo introdotto dall'Inpgi nella riforma varata il 27 luglio 2015. Pesa anche la mancanza di un quadro normativo ad hoc. L'ultima parola, comunque, spetta a Padoan e Poletti. (Franco Abruzzo/presidente dell'Unpit: "E' l'ora di cacciare Fnsi e Fieg dal Cda dell'ente. I giornalisti pensionati devono confluire nell'Unpit o in Puntoeacapo. Basta con la Fnsi, che non li tutela!"). - di Pierluigi Franz - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21636
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
18.10. 2016 - INPGI, SUL TAVOLO DI PADOAN E POLETTI LE 1.044 FIRME NOPRELIEVO. Tra i giornalisti che hanno firmato molti nomi storici del giornalismo italiano, che contestano alla radice il potere di un Cda di sostituirsi al Parlamento. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21795