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PREVIDENZA. Perché il professor Tito Boeri continua a tollerare la diffusione di informazioni colpevolmente false e tendenziose, quali quella che la spesa previdenziale del 2013 sul PIL nazionale sarebbe stata del 15,7%. Ma cosa ci stanno a fare i burocrati dell'OCSE se non sanno neppure (o non vogliono) interpretare i dati correttamente? La spesa previdenziale nel 2013 è stata del 10,7% del PIL, quindi assolutamente in media con i Paesi UE. Se si sottraggono all'esborso pensionistico lordo totale di 247,86 miliardi le imposte trattenute direttamente alla fonte, per 43 miliardi, e i 33,4 miliardi della GIAS (assistenza), si ottiene una spesa previdenziale netta effettiva di 171,46 miliardi che rappresenta appunto il 10,7% del PIL.

di Guglielmo Gandino


3.12.2015 - Agatha Christie diceva: "Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova". Con il Presidente INPS Tito Boeri altro che tre indizi. È provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che intende perpetrare ad ogni costo l'"esproprio" delle pensioni, il grande sogno della sua vita. Fino al punto di consentire che l'OCSE dirami documenti ufficiali dove si dice che la spesa previdenziale dell'Italia è la più alta dell'Europa, a parte la Grecia, e rappresenta ben il 15,7% del PIL nazionale del 2013. Il professor Boeri, economista che fra l'altro ha lavorato all'OCSE dal 1987 al 1996, sa   perfettamente le seguenti due cose:


1) Che nel caso delle pensioni, le tasse sono una partita di giro in quanto i pensionati riscuotono soltanto la pensione netta, dopo la trattenuta a cura dell'INPS di irpef, addizionali regionali e comunali, e quindi il vero esborso per lo Stato non è la spesa previdenziale lorda ma la spesa al netto delle imposte;


2) Che da ben 25 anni - mi riferisco alla legge n. 88/1989 (completata da due Finanziarie la n. 449/1997 e la n. 448/1998) - i bilanci dell'INPS sono predisposti secondo le nuove direttive che prevedevano appunto una ricomposizione funzionale delle attività con riferimento alla loro natura  previdenziale oppure assistenziale, quest'ultima per definizione in carico alla fiscalità generale e  non al bilancio previdenziale.


Se è vero, come è vero, che il professor Boeri conosce queste cose alle quali ha peraltro lui stesso accennato in alcuni suoi interventi, per quale motivo continua a tollerare la diffusione di informazioni colpevolmente false e tendenziose, quali quella che la spesa previdenziale del 2013 sul PIL nazionale sarebbe stata del 15,7%, rendendoci così immeritatamente i fanalini d'Europa?


E mi viene spontanea una domanda. Ma cosa ci stanno a fare i burocrati dell'OCSE se non sanno neppure (o non vogliono) interpretare i dati correttamente?


La spesa previdenziale nel 2013, esimio professor Boeri, è stata del 10,7% del PIL quindi  assolutamente in media con i Paesi UE. Infatti se si sottraggono all'esborso pensionistico lordo totale di 247,86 miliardi le imposte trattenute direttamente alla fonte per 43 miliardi, e i 33,4 miliardi della  GIAS (assistenza), si ottiene una spesa previdenziale netta effettiva di 171,46 miliardi che rappresenta appunto il 10,7% del PIL. Non lo dico io. Lo dice - a pagina 78-79 - il Rapporto n. 2 - anno 2015 - "Il bilancio del sistema previdenziale italiano" - Itinerari Previdenziali del 15 aprile 2015, a cura del professor Alberto Brambilla e del suo team.


Ormai si è passati dal periodo del "boom economico" post-bellico in cui si regalava tutto a tutti (legge Mosca, baby pensioni, casalinghe, coltivatori diretti....) anche se non avevano mai pagato, o pagato pochissimi contributi, al periodo in cui invece si vuole imporre l'"esproprio proletario" a pensionati che hanno pensioni più elevate soltanto perché hanno lavorato decenni pagando obbligatoriamente, non certo per scelta, contributi da capogiro.


Non nego che oggi ci siano situazioni che richiedano interventi emergenziali. Ma questa si chiama “assistenza" non "previdenza" e i relativi oneri vanno a carico della fiscalità generale dove concorrono TUTTI in funzione dei redditi prodotti, non soltanto i pensionati. Questo non perché lo dico io, perché lo dicono gli articoli 3 e 53 della Costituzione Italiana, che forse qualche politico o qualche funzionario di Stato disinformato dovrebbe andarsi a rileggere.





 





 





 





 





 





 






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