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SAVONA - La Stampa ‘licenzia’ Angelo Fresia e Guglielmo (Willy) Olivero. I due giornalisti, dopo un’interminabile gavetta, hanno chiesto di essere assunti e che fosse finalmente riconosciuto il ruolo di redattori full time di fatto esercitato. Si sono rivolti ad uno studio legale di Savona. La risposta editoriale: “E’ cessato il rapporto di fiducia, non abbiamo più bisogno di voi”.


(in http://trucioli.it) – Savona, 18 dicembre 2014. Le firme di Angelo Fresia e Guglielmo (Willy) Olivero da una settimana sono ‘scomparse’ dalle pagine de La Stampa – Savona. Cessato il rapporto di lavoro – collaborazione che andava avanti da anni. Cosa è accaduto? I due giornalisti, dopo un’interminabile gavetta, hanno chiesto di essere assunti e fosse finalmente riconosciuto il ruolo di redattori full time che di fatto esercitavano. Si sono rivolti ad uno studio legale di Milano. La risposta editoriale: è cessato il rapporto di fiducia, non abbiamo più bisogno di voi.


I primi ad apprendere la notizia, oltre ai colleghi delle redazioni di Savona, Imperia e Sanremo, sono stati esponenti politici e pubblici amministratori,  dirigenti e allenatori del mondo sportivo. Tra stupore, incredulità, interrogativi. Fresia da una decina di anni è corrispondente dalla zona di Albenga – Ceriale, con relativo entroterra, ma si trovava spesso ad occuparsi della cronaca bianca, nera, rosa del ponente savonese e sostituire, in caso di necessità, il corrispondente ‘anziano’ Augusto Rembado al quale è affidata la zona da Spotorno a Borghetto S. Spirito. Oppure Barbara Testa (Alassio, Laigueglia, Andora), altra collaboratrice di lungo corso del quotidiano. Non era difficile leggere due, tre pagine de La Stampa Riviera, firmate da Fresia. Un impegno che occupa dal primo mattino a sera inoltrata, tra giri fissi di cronaca (carabinieri, polizia, vigili del fuoco, vigili urbani), rapporti quotidiani con Comuni, associazioni di categoria, pubbliche assistenze, enti. Poi i consigli comunali e in passato il tribunale di Albenga. Ci vorrebbe un diario per descrivere quale sia la mole di lavoro, di impegno di un corrispondente senza orari, feste, ferie, il cellulare che non da tregua.


Per Olivero gli anni in lista d’attesa superano quota 20. Si è soprattutto occupato di cronaca sportiva, dei rapporti con le società, allenatori, giocatori. Più le ore trascorse in redazione a Savona che a casa. E prima ancora presenze assidue sui campi di gioco, alle manifestazioni. Pendolare tra Savona e Albenga dove abita. Curava pure una rubrica on line per Albenga Corsara. A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 aveva collaborato col Secolo XIX.


Angelo Fresia figlio del costruttore edile cerialese Franco, un breve periodo alla presidenza della Rari Nantes Savona. Olivero, il papà Mario  negli anni ’70 e ’80, è stato tra gli animatori del Velo Club Alassio con Sergio Novello, quando il ciclismo alassino era tradizione e vanto sportivo dell’estremo ponente savonese. Gli anni della Montecarlo – Alassio, con il presidente dell’Azienda di Soggiorno Giancarlo Garassino, la presenza e le foto della compianta principessa Grace di Monaco, con l’asso delle due ruote Alfredo Binda. Mario Olivero aveva dato alle stampe un volume in cui erano raccolti tutti gli articoli apparsi  sulla Nizza – Alassio,  Montecarlo – Alassio e  Trofeo Laigueglia.


Angelo e Guglielmo professionisti dell’informazione per dedizione, passione, scrupolo, serietà,  credibilità. Ripagati con un doloroso ben servito? Per la latitanza di limiti, regole e tutele sindacali? Non è una novità nel mondo dell’informazione di cui i mass media raramente parlano o meglio poco o nulla trapela, si conosce in tema di ‘sfruttamento’ in molte aziende editoriali del Bel Paese. Giornalisti pagati a notizia, a vita. A volte una miseria, per altri va meglio ma serve la partita Iva. Accade con aziende editoriali forti e con editori minori. Il contratto di lavoro resta un sogno, il miraggio di tanti giovani e meno giovani. Per qualcuno il ‘miracolo’ si avvera, per altri no.


Non è difficile immaginare che Fresia ed Olivero si siano stancati di aspettare, forse disillusi dalle promesse, oppure si sono resi conto che era l’ultima chance. La società editrice La Stampa è diventata proprietaria del Secolo XIX. La fusione avrà i suoi effetti pratici a partire dal primo gennaio, magari a passi lenti. Come abbiamo già pubblicato in un precedente numero Mario Calabresi, direttore del quotidiano della Fiat – Famiglia Agnelli, aveva illustrato le possibili strategie, indicato  punti fermi. Era stato preannunciato un incontro con la sua redazione di Savona (7 redattori) ora affidata al capo servizio Paride Pasquino e che vede in Marco Raffa l’anima sindacale (di recente eletto nel consiglio dell’Associazione Ligure dei Giornalisti).  Ma Calabresi ha scelto di recarsi prima alla redazione del Secolo XIX, presente il direttore del giornale Alessandro Cassinis.


Va da se che le voci si rincorrono. La redazione provinciale del Decimonono (7 redattori) potrebbe essere trasferita nell’area della zona porto. Significa che si avvicina un’unica base operativa, sinergica, con La Stampa? Pur mantenendo, come ha sostenuto Calabresi, due distinte identità? Quale ruolo, voce in capitolo, riuscirà ad avere il sindacato dei giornalisti? Quali obiettivi credibili e realizzabili? A Genova oltre 50 tipografi  della SEP (Secolo XIX) hanno invano incrociato le braccia di fronte al dramma di trovarsi disoccupati da un giorno all’altro e senza prospettive. Il giornale si stamperà a Torino.


Fresia e Olivero pare abbiano evitato, almeno in questa fase, di rivolgersi all’Ordine dei Giornalisti e all’Associazione che pure conoscono certe realtà. Tanti drammi umani. Potevano attendere  i risultati pratici  della fusione editoriale? Di certo La Stampa ha messo alla porta due mastini, con il ‘fuoco della notizia’ nelle vene. Due lavoratori, non più alle prime armi, privati di un sacrosanto diritto? Ora la palla è  passata agli avvocati, magari sarà la giustizia civile a dire  l’ultima parola. Oppure un epilogo con transazione. Denaro anzichè contratto e posto di lavoro. Comunque andrà a finire una pagina triste e taciuta, destinata a fare notizia per pochi. Non è un’eccezione, purtroppo. Ignorati e isolati.  E la solidarietà? Quanta ingiustizia! – TESTO IN http://trucioli.it/2014/12/18/la-stampa-licenzia-fresia-e-olivero/



 



 






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