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Riforma pensioni: Matteo Renzi nuovo segretario del Pd pronto al ricalcolo e a modifiche. Ma per i più deboli. Il giorno dopo l'elezione a segretario nazionale del Partito Democratico, il sindaco di Firenze apre alla possibilità di tagliare le pensioni più alte. IN CODA articolo di Marco Volpati: “Morte ai pensionati!”.

di Marcello Tansini - www.webmasterpoint.org


Roma, 10 dicembre 2013. Cosa succederà alle pensioni in seguito all'elezione di Matteo Renzi alla guida del Partito Democratico? Sì, perché il PD è il partito di maggioranza che sostiene il governo Letta e una presa di posizione non può essere politicamente trascurata. Un primo segnale è arrivato dalla registrazione dell'ultima puntata di Porta a Porta. "A chi voglio tagliare le pensioni? A lei che ha il vitalizio da senatore", ha detto il sindaco di Firenze rispondendo a una domanda di Antonio Polito. Poi ha parlato di contributi di solidarietà per i manager che guadagnano 90.000 euro di pensione al mese. Aperture all'ipotesi avanzata dall'economista Tito Boeri di istituire il reddito minimo garantito, dai 400-500 euro al mese, per i cittadini italiani fra i 55 e i 64 anni, da finanziare con il taglio delle pensioni elevate, quelle con tassi di rendimento molto elevati. Un'altra strada da percorrere per trovare la copertura finanziaria sarebbe quella del riequilibrio dei fondi strutturali, rispetto ai quali potrebbe essere aperto un negoziato a livello europeo. Altra possibilità è una riforma strutturale del sistema previdenziale con una pensione minima per tutti e con un innalzamento del valore dell'assegno di quelle attuali.                                                                


In parallelo non possono essere trascurati i pensieri di Yoram Gutgeld. Si tratta del 54enne parlamentare del Partito Democratico, consigliere economico di Renzi. A suo dire occorre tagliare le pensioni da 3.500 in su e reinvestire i risparmi nella costruzione e nella gestione di asili nido: "Passare da un modello di servizio basato su trasferimenti monetari a un modello basato su un servizio di assistenza vera, assegnato sulla base di un bisogno reale accertato da un assistente sociale". Non è un caso che in un ipotetico e futuro governo Renzi, si parla di lui come possibili ministro dell'Economia.


Tratto da: http://www.webmasterpoint.org/news/riforma-pensioni-renzi-nuovo-segretario-del-pd-pronto-al-ricalcolo-e-a-modifiche-ma-per-i-piu-deboli_p55616.html


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Morte ai pensionati!


di Marco Volpati-www.affaritaliani.it


Sono in pensione, e vado in bestia quando mi additano come affamatore delle giovani generazioni. D’oro sono i vitalizi dei parlamentari, conquistati passando pochi anni sui banchi di Montecitorio o Palazzo Madama; o le pensioni ottenute a colpi di abbuoni e regali di Stato. La mia, che pure è buona, me la sono guadagnata con anni e anni di contributi; conti alla mano, se avessi potuto disporre a modo mio di quei versamenti, avrei una rendita anche superiore. Governo e Parlamento pretendono di ridurre l’assegno mensile a milioni di pensionati, in due modi. Non rivalutando quelle medio-basse (e quindi abbassandole di anno in anno per effetto dell’inflazione); e reinventando il “contributo di solidarietà” per le medio-alte.


Ma non è qui il punto: ho figli e nipoti, e sono preoccupato io per primo del futuro dei giovani. Se avessi una minima garanzia che le mie rinunce andranno a loro favore sarei d’accordissimo. Ma come faccio a credere che quel che toglieranno a me non serva, in gran parte, a pagare gli stipendi spropositati dei parlamentari (molto più alti di quelli che vigono in paesi più ricchi dell’Italia)? I politici di destra e sinistra vanno a braccetto su questo punto; vedi Matteo Renzi, e sul fronte opposto Giorgia Meloni. Che garanzie mi danno di non usare i miei sacrifici per le note spese di cene e biancheria dei consiglieri regionali? O gli stipendi di migliaia di raccomandati incompetenti che siedono nei consigli di aziende comunali e regionali? Mi diano quello che mi spetta. Ci penserò io – ci penseremo noi – a fare in modo che i soldi arrivino nelle mani giuste. Smettano di esibire promesse generiche sul “reddito minimo sperimentale” e di invocare gli asili nido alla tedesca: possiamo crearli con il contributo volontario dei pensionati. Il welfare privato funziona: quello pubblica spreca, ruba, o tutti e due.


Testo in http://www.affaritaliani.it/economia/morte-ai-pensionati101213.html


 


. FRANCO ABRUZZO tramite www.avaaz.org - PETIZIONE AL PARLAMENTO E AL GOVERNO: “LASCIATE IN PACE I PENSIONATI! Cottarelli dia la caccia agli evasori e ai patrimoni mafiosi!” – APPELLO A TUTTI I PENSIONATI DI OGGI E DI DOMANI. Usiamo l’arma del PASSAPAROLA! Cari amici, ho appena creato una nuova petizione su www.avaaz.com e spero vorrete firmarla. La petizione si chiama: “Appello al Parlamento e al Governo: lasciate stare i pensionati, hanno già dato in tasse e contributi”. E' una questione molto importante per tanti cittadini e insieme possiamo fare la differenza! Se la firmerete e poi la condividerete con i vostri amici e contatti, riusciremo presto a ottenere il nostro obiettivo di 1000 firme e potremo cominciare a fare pressione per ottenere il risultato che vogliamo. Cliccate qui sotto per saperne di più e per firmare:
http://www.avaaz.org/it/petition/Appello_al_Parlamento_e_al_Governo_lasciare_stare_i_pensionati_hanno_gia_dato_in_tasse_e_contributi/?launch   Campagne come questa partono sempre in piccolo, ma crescono se persone come noi si attivano: vi prego di dare una mano firmando e diffondendo subito la voce. Il ricorso al PASSAPAROLA è efficace!!!
Grazie mille, Franco Abruzzo-Presidente Unione nazionale pensionati per l’Italia-
fabruzzo39@yahoo.it (Il testo è in  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13299)


 


Spaventosa incultura giuridica nel Parlamento. Rinnegato il principio  costituzionale del diritto al lavoro (che vale anche per i cittadini pensionati in una Repubblica fondata sul lavoro). Il Pd, smentendo ancora una volta e prendendo a schiaffi Costituzione e Corte costituzionale, condanna i pensionati all’inedia e/o al lavoro nero (e anche a pagare tasse più cospicue a parità di reddito rispetto ai cittadini attivi). Nell’emendamento alla legge di stabilità 2014, firmato da Maria Anna Madia (Pd), si legge: “I vitalizi di importo complessivo superiore a sei volte il trattamento minimo dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) non sono cumulabili con i redditi da lavoro autonomo, dipendente, o libero professionale”. - //di Franco Abruzzo–presidente dell’Unp@it// IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=13449


 


.Tutte le più recenti vicende in tema di pensioni sono in  http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=12436


 





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