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RCS PERIODICI. FEDERICO SILVESTRI: ABBIAMO PIANO DI SVILUPPO MA PREFERISCONO CHIUDERE. IN UN ANNO E MEZZO PAREGGIO E MULTIMEDIALITĄ

Milano, 7 maggio 2013.  Rcs? Non vuole vendere le testate, le vuole chiudere. Spara ad alzo zero Federico Silvestri, amministratore delegato di Prs Mediagroup che ha presentato un'offerta per rilevare i 10 periodici che il gruppo guidato da Pietro Scott Jovane ha messo sul mercato. «Abbiamo presentato un piano editoriale e industriale -dice all'Adnkronos- che avrebbe dato rilancio e respiro a queste testate, attraverso la declinazione su diverse piattaforme, radio, tv e mondo digitale. Non è stato accettato, evidentemente la direzione scelta è quella della chiusura». L'obiettivo di Prs illustrato ai manager di Rcs «era quello di costruire valore su quelle testate. Si trattava di un'operazione imprenditoriale strutturata, dai contorni ben definiti». Un piano che prendeva come punto di riferimento modelli già sperimentati all'estero. «riteniamo -dice Silvestri- che il problema del cartaceo così grave sia tutto italiano. In tutti gli altri paesi la stampa europea flette, ma non a livelli come quelli visti nel nostro Paese. Ed è quindi qui, sui modelli di business, che vale la pena di fare dei ragionamenti». Il piano industriale ideato da Silvestri avrebbe riportato le testate sulla via del pareggio «nel giro di un anno, un anno e mezzo. Pensavamo di fare un'operazione dove parallelamente potevamo attuare una ristrutturazione dell'impianto industriale delle testate e contestualmente di sviluppo». Sicuramente, sottolinea, «questo discorso andava implementato finanziariamente, ma non con una dote come hanno scritto in molti, dato che si tratta di un costo. Si parla di partecipare all'avviamento di chi rileva. Garantire cioè la stabilità anche occupazionale fino a quando il piano di sviluppo non è completato, dato che si parla di testate in perdita». Insomma il piano c'è, Silvestri lo reputa valido e la porta da parte del suo gruppo, nonostante le dichiarazioni circolate in questi giorni, non è chiusa: «siamo sempre pronti a sederci al tavolo e a fare ragionamenti. Anzi, auspichiamo nella maniera più assoluta di poterci incontrare nuovamente se ci sono le condizioni, ma al momento non c'è una nostra proposta formalmente valida per tutto il pacchetto». (Adnkronos)





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