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EDITORIA IN PROFONDO ROSSO

APCOM ANNUNCIA
LICENZIAMENTI
(30 SU 90 REDATTORI?).
IL CDR DENUNCIA
CONTI POCO CHIARI.

Roma, 30 luglio 2009. L'agenzia di stampa Apcom, scrive “Il Manifesto”, avvierà le procedure per la richiesta dello stato di crisi (si parla di 30 licenziamenti su un organico di 90 redattori). Lo ha confermato ieri l'amministratore delegato Brunetto Tini che ha anche incontrato il cdr, ma le posizioni tra il vertice dell'azienda e il sindacato sono distanti. Il 18 luglio i gruppi del Pd di Camera e Senato sono scesi in campo in difesa di Apcom e Dire, agenzie di stampa non troppo lontane dal centrosinistra. Con due interpellanze - al premier e al ministro del Welfare - in cui chiedono al governo di intervenire sulla «possibile riduzione dell’organico o addirittura il licenziamento di fatto di giornalisti» visto che si tratta di «un gruppo editoriale che beneficia di finanziamenti pubblici». Sul fronte Apcom, poi, «la situazione desta forti preoccupazioni anche alla luce della recente cessione da parte di Telecom Italia Media del 60% dell’Apcom a Sviluppo Programmi editoriali (società controllata dal Gruppo A.be.te., già proprietario dell’agenzia Asca e che quindi beneficia due volte dei fondi per l’editoria della presidenza del Consiglio)». In questo caso, infatti, «si tratta di un calo di organico del 30% a fronte di una situazione di crescita di ricavi e di calo del costo del personale». Il 25 giugno il Giornale annunciò “Trenta giornalisti su novanta fuori”. Scriveva “Il Giornale”: “Dopo aver incassato da Telecom Italia Media capitali freschi per dieci milioni e mezzo di euro, è questo il biglietto da visita con cui Abete & Co. si sono presentati alla redazione di ApCom dopo aver acquisito la quota di maggioranza dell’agenzia di stampa. Il documento, con ricevuta di ritorno inviato al Comitato di redazione, parla di «sopravvenuta e imprevista situazione di crisi». Una crisi di cui nel mondo si parla da mesi ma di cui Abete avrebbe preso davvero consapevolezza soltanto negli ultimi giorni, visto che l’acquisizione della maggioranza della società risale a poche settimane fa. Così, l’assemblea dei giornalisti riunitasi ieri ha deciso di proclamare per oggi una giornata di sciopero e di consegnare al Cdr un pacchetto di altri cinque. Puntando il dito contro «l’informativa dell’azienda», definita «violenta e inaccettabile»”.

CRISI dell'EDITORIA. CENTINAIA DI POSTI
A RISCHIO, CHIUSURE
E FUTURO INCERTO
PER DIVERSE TESTATE
AVREMO UN “SETTEMBRE NERO”.

Dai Gruppi Mondadori e 24 Ore a giornali come Messaggero e Metro, alla ventilata fusione Agi-Radiocor, il mondo dell'informazione è in fermento, fra stati di crisi, piani di ristrutturazioni, pacchetti di sciopero già dichiarati, pesanti sacrifici già accettati da intere redazioni per superare una grave situazione che colpisce l'editoria italiana. Anche l’Apcom balla. Si prepara un autunno caldissimo. Solo dagli esempi citati prima, sono dunque 354 i posti di lavoro in eccedenza nell'editoria italiana, tra tagli, tourn-over bloccato e prepensionamenti (un'inchiesta del mensile “Prima Comunicazione” di questo mese di luglio parla di 550 posti complessivamente a rischio nelle testate italiane), mentre 2.466 sono coloro che hanno l’età per essere pensionati o prepensionati (ne parla www.francoabruzzzo.it)

Roma, 29 luglio 2009. Dal Gruppo Mondadori un taglio di 106 giornalisti. Dal Gruppo 24 Ore almeno 200 dipendenti in “esodo” 8di 40 giornalisti, ndr). Dal Messaggero di Roma la richiesta di riduzione di 48 posti. Futuro incerto per gruppi come Metro, che si accingono ad affrontare il cambio di mano da un editore all'altro, o per la ventilata fusione tra le agenzie Agi e Radiocor, che comporterà prepensionamenti e un piano di ristrutturazione non ancora reso noto e che per questo ha provocato la reazione di giornalisti e sindacato. E inoltre accordi faticosamente raggiunti, con pesanti sacrifici per giornalisti e amministrativi, in testate importanti come L'Unità, Liberazione...


Questo per rimanere fra i casi più scottanti e di attualità.


Non sono fuochi fatui quelli che stanno percorrendo l'editoria italiana. Sono molte le vertenze che, alla vigilia di agosto, fanno presagire una ripresa autunnale molto calda, con la Fnsi, le Associazioni regionali della stampa e i comitati di redazioni in pieno fermento.


Del resto, secondo il rapporto Pubblicità Nielsen per il primo quadrimetre 2009, tira solo il web con il +6,7%, mentre tutti gli altri mezzi hanno registrato un calo del 18%, incidendo consisentemente nei bilanci aziendali. In particolare la televisione ha toccato un -15,3% e la stampa, nel suo complesso, un -25,6%, con una penalizzazione particolare per periodici e quotidiani free-press.


Solo dagli esempi citati prima, sono dunque 354 i posti di lavoro in eccedenza nell'editoria italiana, tra tagli, tourn-over bloccato e prepensionamenti (un'inchiesta del mensile “Prima Comunicazione” di questo mese di luglio parla di 550 posti complessivamente a rischio nelle testate italiane, mentre 2.466 sono coloro che hanno l’età per essere pensionati o prepensionati (www.francoabruzzzo.it)


Il piano preparato dal Gruppo Mondadori prevede una riduzione di 106 giornalisti, con un ricorso massimo di 66 prepensionamenti. Le testate toccate maggiormente dal piano sono il settimanale Auto Oggi – per il quale è prevista la chiusura - Panorama (31 esuberi), Tv Sorrisi e Canzoni (16) e Telepiù (2).


Il Gruppo 24 Ore ha annunciato un taglio di 200 persone, tra i quali 40 giornalisti, con un risparmio di 40 milioni di euro in due anni, come stabilito dal Cda in sede di approvazione dei risultati del primo semestre 2009. «Il Gruppo 24 Ore - si legge fra l'altro in una nota diffusa al termine del Cda - ha conseguito nel primo semestre dell'esercizio 2009 ricavi consolidati pari a 266,3 milioni di euro, in calo del 13,9% rispetto ai 309,5 milioni di euro del corrispondente periodo del 2008. A parità di perimetro di consolidamento i ricavi risultano in flessione del -19,1% essenzialmente per il peggior andamento della pubblicità ed un minor contributo dei prodotti collaterali.


I ricavi pubblicitari sono diminuiti complessivamente per oltre 37 milioni di euro, pari al -27,2 per cento. Tale flessione, che sconta la significativa performance messa a segno nei due anni precedenti e la pesante riduzione della tipologia finanziaria, si confronta con andamenti di mercato, per il periodo gennaio-maggio, negativi per la stampa (-25,1%) e per la radio (-18,6%), mentre i mezzi internet risultano in crescita del 7,8%.


Il risultato operativo è negativo per 14,6 milioni e si confronta con un risultato positivo di 21,5 milioni di euro del primo semestre 2008. Il risultato netto di Gruppo rileva una perdita di 9,2 milioni di euro rispetto all'utile di 21,6 milioni di euro del primo semestre 2008. Rispetto al semestre dello scorso anno, incidono, l'effetto negativo legato a minori proventi finanziari netti (minore liquidità media e tassi di interesse ridotti), e quello positivo legato alle imposte, che beneficia anche degli interventi di ottimizzazione realizzati nel periodo.


La posizione finanziaria netta del Gruppo al 30 giugno 2009 è positiva per 125,7 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 149 milioni di euro al 31 dicembre 2008, principalmente per effetto della distribuzione del dividendo per 10,3 milioni di euro e di investimenti netti effettuati nel semestre per 9,8 milioni.


L'andamento della raccolta pubblicitaria relativa al mese di luglio risulta solo marginalmente meno negativa rispetto a quanto fatto registrare nei primi sei mesi».


Il Comitato di redazione, dal canto suo, «ha ribadito all'azienda di non poter avviare alcun confronto prima di ricevere un mandato pieno dalla redazione, che per questo è stata convocata in assemblea per la prima decade di settembre».


Il Messaggero: l'editore del quotidiano romano da un lato chiede di tagliare 48 posti per mettere a posto i conti, dall'altro chiama giornalisti pensionati al desk suscitando la reazione dell'Assostampa romana che giudica questo modo di fare “assolutamente inaccettabile”. Tanto più, denuncia il sindacato, che l'editore finora ha tenuto un atteggiamento di totale chiusura nelle trattative dimostrando di badare poco alla qualità dell'informazione: e qui si va configurando uno scontro più aspro e forse una denuncia per comportamento antisindacale a norma dell'art. 28 dello Statuto dei Lavoratori.


Clima di forte agitazione anche fra i giornalisti dell'agenzia Agi che hanno affidato un pacchetto di 10 giorni di sciopero al Comitato di redazione in merito alla trattativa in corso – sulla quale non sono stati diffusi particolari dagli editori – per un progetto di fusione con Radiocor. «Imprescindibile - si legge in un documento approvato nei giorni scorsi dall'assemblea - l'assunzione dei colleghi precari (in tempi rapidi e chiaramente definiti, nel rispetto degli impegni già assunti, la difesa della dignità professionale ed economica degli eventuali prepensionandi, la presentazione di un piano editoriale che sostanzi la richiesta dello stato di crisi».


A Metro, invece lo stato di agitazione è stato proclamato per le insufficienti garanzie date dall'editore in merito alla ventilata ipotesi di cessione della testata. «Nel corso dei due incontri al tavolo nazionale – si legge in un comunicato diffuso nei giorni scorsi - i rappresentanti di Edizioni Metro, controllata dall'Editore multinazionale svedese (con base in Lussemburgo) Metro International, e della New Media Enterprise di Salvatore Puzzo e Litosud, interessata all’acquisizione del giornale, non hanno infatti fornito garanzie sufficienti per lo sviluppo della testata e per il rispetto dei diritti anche economici dei giornalisti di Metro. E questo a pochi giorni dal perfezionamento dell’ipotesi di cessione e alla vigilia della tradizionale sospensione estiva delle pubblicazioni. Per questa ragione i giornalisti di Metro proclamano da subito lo stato di agitazione, con rispetto scrupoloso delle norme di contratto, si convocano in assemblea permanente e si riservano ogni azioni ritenuta opportuna per preservare la qualità e la dignità della testata». I giornalisti di Metro sono ovviamente sostenuti da Fnsi, Associazione lombarda dei giornalisti e Associazione stampa romana.


Infine, dopo l'accordo firmato per Liberazione, via libera ai contratti di solidarietà e al piano di rilancio, per mettere il giornale in condizione di autosufficineza economica (ha un deficit di 3 milioni di euro) senza più pesare sulle casse di Rofondazione Comunista.


In: http://www.agendacomunicazione.it/?id=4144&tsd=1


G. San.


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Editoria in crisi.
Il Gruppo Mondadori
taglia 106 giornalisti


Il Gruppo ha preparato il piano di riorganizzazione: 31 gli esuberi a Panorama e 16 a Sorrisi, mentre è prevista la chiusura di Auto Oggi


Roma, 28.07.2009. Il Gruppo Mondadori ha preparato un piano di riorganizzazione per affrontare la crisi. In sintesi, è previsto il taglio totale di 106 giornalisti (tra cui al massimo 66 pensionamenti e prepensionamenti): in particolare, saranno 31 gli esuberi a Panorama, 16 a Tv Sorrisi e Canzoni e 2 a Telepiù. Inoltre, verranno ridimensionate le redazioni romane delle testate. A sua volta, il settimanale Auto Oggi verrà chiuso. Altra novità importante sarà l'utilizzo delle Unità Organizzative Redazionali previste dal nuovo contratto giornalistico e che mettono in sinergia testate diverse su alcune funzioni (ad esempio, la Uor economia, operativa su Economy e Panorama). (www.affaritaliani.it)


EDITORIA IN CRISI.
Gruppo 24 Ore, utili
e ricavi in netto calo
nel primo semestre.
Tagli per 40 milioni
nel prossimo biennio.
Esodo di 200 dipendenti
(tra cui 40 giornalisti).
 
Comunicato del Comitato
di redazione del Sole 24 Ore:
“No al depauperamento
del collettivo redazionale”.


“Il gruppo Sole 24Ore prevede un taglio della forza lavoro distribuito su tutte le fasce professionali presenti nel gruppo di circa 200 persone. Tra i tagli si prevede, all'interno del numero complessivo, l'esodo anche di 40 giornalisti. A quanto si apprende, l'obiettivo di riduzione dei costi, a fronte dell'intervento strutturale sul personale varato dal Cda, è di circa 40 milioni nell'arco di due anni. "Il contesto di calo generalizzato dei consumi e di marcata recessione economica - spiega il gruppo '24 Ore' - ha determinato, nel primo semestre 2009, un'accentuazione del calo delle diffusioni dei quotidiani a pagamento. Ancora più critica la situazione sul fronte pubblicitario, che nel secondo trimestre non ha evidenziato alcun segno di recupero rispetto alle performance fortemente negative già realizzate nel primo". In questo contesto, "comune a tutto il mondo editoriale, il Gruppo ha conseguito nel primo semestre ricavi consolidati pari a 266,3 milioni, in calo del 13,9% rispetto ai 309,5 milioni del corrispondente periodo del 2008. A parità di perimetro di consolidamento, i ricavi risultano in flessione del -19,1%, essenzialmente per il peggior andamento della pubblicità e un minor contributo dei prodotti collaterali". Nel primo semestre, aggiunge la società, "i ricavi pubblicitari sono diminuiti complessivamente per oltre 37 milioni (-27,2%). Questa flessione, che sconta la significativa performance messa a segno nei due anni precedenti e la pesante riduzione della tipologia finanziaria, si confronta con andamenti di mercato, per il periodo gennaio-maggio, negativi per la stampa (-25,1%) e per la radio (-18,6%), mentre i mezzi internet risultano in crescita del 7,8%".  (dati presenti in Apcom, Corriere della Sera e www.ilgiornale.it del 28/7/2009).


 


di www.ilsole24ore.com


Milano, 27 luglio 2009. Utili e ricavi in netto calo per il Gruppo 24 Ore, il cui consiglio di amministrazione, ha approvato i risultati del primo semestre 2009. Il cda del gruppo controllato da Confindustria, presieduto da Giancarlo Cerutti, ha deciso l'avvio di interventi strutturali e organizzativi che produrrano nel prossimo biennio tagli per 40 milioni di euro.


«Il Gruppo 24 Ore - si legge nella nota diffusa al termine del Cda - ha conseguito nel primo semestre dell'esercizio 2009 ricavi consolidati pari a 266,3 milioni di euro, in calo del 13,9% rispetto ai 309,5 milioni di euro del corrispondente periodo del 2008. A parità di perimetro di consolidamento i ricavi risultano in flessione del -19,1% essenzialmente per il peggior andamento della pubblicità ed un minor contributo dei prodotti collaterali».


Nello stesso periodo «i ricavi pubblicitari sono diminuiti complessivamente per oltre 37 milioni di euro, pari al -27,2 per cento. Tale flessione, che sconta la significativa performance messa a segno nei due anni precedenti e la pesante riduzione della tipologia finanziaria, si confronta con andamenti di mercato, per il periodo gennaio-maggio, negativi per la stampa (-25,1%) e per la radio (-18,6%), mentre i mezzi internet risultano in crescita del 7,8%».


«Il margine operativo lordo (Ebitda) si è attestato a 0,8 milioni di euro, e si confronta con i 39 milioni di euro del primo semestre 2008. Il contributo delle nuove acquisizioni, effettuate nella seconda metà del 2008, ha determinato un incremento dei ricavi pari a 16 milioni e dell'Ebitda di 2,6 milioni. La significativa flessione è da imputarsi alla già citata evoluzione dei ricavi, principalmente quelli pubblicitari».


«Il risultato operativo è negativo per 14,6 milioni e si confronta con un risultato positivo di 21,5 milioni di euro del primo semestre 2008. Il risultato netto di Gruppo rileva una perdita di 9,2 milioni di euro rispetto all'utile di 21,6 milioni di euro del primo semestre 2008. Rispetto al semestre dello scorso anno, incidono, l'effetto negativo legato a minori proventi finanziari netti (minore liquidità media e tassi di interesse ridotti), e quello positivo legato alle imposte, che beneficia anche degli interventi di ottimizzazione realizzati nel periodo».


«La posizione finanziaria netta del Gruppo al 30 giugno 2009 è positiva per 125,7 milioni di euro, in riduzione rispetto ai 149 milioni di euro al 31 dicembre 2008, principalmente per effetto della distribuzione del dividendo per 10,3 milioni di euro e di investimenti netti effettuati nel semestre per 9,8 milioni».


«L'andamento della raccolta pubblicitaria relativa al mese di luglio risulta solo marginalmente meno negativa rispetto a quanto fatto registrare nei primi sei mesi. Le attuali evidenze relative alla seconda parte dell'esercizio non autorizzano a prevedere un apprezzabile miglioramento del quadro operativo, in particolare sul fronte pubblicitario. Più positive, ancorché sempre in flessione rispetto al 2008, le attese relative al settore professionale del Gruppo».


In considerazione di tutto ciò, il consiglio di amministrazione «ha ritenuto necessario l'avvio di ulteriori iniziative di intervento sui costi di funzionamento, con interventi strutturali e organizzativi che riguarderanno anche gli organici. Unitamente a quelli già in corso, tali azioni determineranno, entro il prossimo biennio, risparmi complessivi nell'ordine di 40 milioni di euro rispetto al monte costi 2008, che aveva già beneficiato di recuperi per oltre 20 milioni di euro».


«I benefici sull'esercizio 2009 - conclude la nota - benché già significativi (circa 15 milioni di euro), non permetteranno di compensare gli effetti della flessione dei ricavi. Pertanto, in assenza di significativi miglioramenti del contesto economico e non considerando gli oneri straordinari connessi con le azioni delineate, il margine operativo lordo atteso per l'intero esercizio 2009 risulterà essere solo limitatamente positivo».


 


Comunicato del Comitato di redazione del Sole 24 Ore:


“No al depauperamento del collettivo redazionale”.


 Milano, 27 luglio 2009. «Il comitato di redazione del Sole 24 Ore, dopo le comunicazioni dell'azienda sull'andamento del semestre e sulle misure di contenimenti dei costi avviate dal consiglio di amministrazione, conferma di voler favorire una sana gestione delle difficoltà del gruppo ma senza che questo possa tradursi in un depauperamento della redazione. Condizione imprescindibile è che sia garantito il rilancio della testata e del sito rafforzando sia le competenze e l'autonomia della redazione sia i necessari investimenti in nuove tecnologie. Posizione che è stata a sua volta confermata, in un incontro, dal direttore Gianni Riotta. Il Cdr ha ribadito all'azienda di non poter avviare alcun confronto prima di ricevere un mandato pieno dalla redazione, che per questo è stata convocata in assemblea per la prima decade di settembre». (da: www.ilsole24ore.com)


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=4132


PREVIDENZA A RISCHIO.


DEL BOCA: INPGI


IN PERICOLO PER


I TAGLI IMPOSTI


DALLA CRISI DELLE


ENTRATE DIFFUSIONALI


E PUBBLICITARIE.


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3973


PREVIDENZA DEI GIORNALISTI:


momento difficile se non drammatico.


 


Il CdA dell’Inpgi ha approvato


“seduta stante” due delibere (in


allegato) così come volevano Tremonti


e Sacconi. Le delibere modificano


i commi 6 e 10 dell’articolo 7


(Computo della pensione annua)


del Regolamento dell’Istituto.


Il CdA lancia un GRIDO D’ALLARME


sulle difficoltà del comparto editoria


“con pesanti ed immediate conseguenze


sul mercato occupazionale”. Previsto


“il ricorso da parte degli editori


agli altri ammortizzatori sociali,


che sono suscettibili di determinare


oneri insostenibili per l’Inpgi”.


RICERCA DI FRANCO ABRUZZO


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=4011


GIORNALI: piani lacrime e sangue.


Soltanto nel 2009.


sono 516 i giornalisti


prepensionabili


e ben 1.950 quelli che


hanno 59 anni e 35 anni


di contributi (ma bisogna


scorporare quanti


lavorano nelle testate


radiotv). I conti


dell’Inpgi appaiono


davvero a rischio.


Il quadro degli esuberi


testata per testata.


 


Gli editori potrebbero presto essere chiamati ad aumentare i contributi per ogni giornalista assunto, passando dal 23,04 di oggi al 29,26 per le aziende con 15 dipendenti; al 29,56 per le aziende con 50 dipendenti  e al 29,86 per le aziende con più di 50 dipendenti. Si tratta di una differenza cospicua che supera i 6 punti percentuali (che valgono un gettito annuale di almeno 50 milioni di euro). In alternativa rimane il vecchio progetto di riportare l’Inpgi nell’area pubblica, perché è l’unica Cassa sostitutiva dell’Inps, assicurando giornalisti dipendenti e non autonomi. I giornalisti autonomi e parasubordinati sono “coperti” dall’Inpg/2 simile alle altre casse riservate a quanti esercitano professioni intellettuali. Gli Stati generali dell’editoria si terranno dopo la legge finanziaria per il 2010.


RICERCA DI FRANCO ABRUZZO


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=4097


Prima Comunicazione: "L'editoria è un cantiere aperto"


EDITORIA. CRISI:


le ristrutturazioni


taglieranno


550 posti di lavoro.


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