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INPGI - Via libera dei Ministeri
all’eliminazione degli abbattimenti.

Roma, 2 luglio 2009. Questa mattina i Ministeri vigilanti hanno comunicato ufficialmente all’Inpgi l’approvazione della delibera assunta nell’ultimo Cda in relazione all’eliminazione degli abbattimenti dei trattamenti di pensione per i giornalisti prepensionati in forza della legge 416. Giunge a conclusione un iter che ha visto il Ministero del Welfare e il Ministero dell’Economia sollevare eccezioni sulla prima formulazione della norma superate attraverso una nuova deliberazione, assunta all’unanimità dal Cda del 25 giugno 2009, che attribuisce il maggior costo previdenziale derivante dai mancati abbattimenti al Fondo alimentato dagli editori attraverso il versamento del 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento. “In un momento di crisi diffusa – afferma il Presidente Andrea Camporese – aver garantito ai giornalisti un assegno pieno di pensione al momento dell’uscita dall’azienda a causa di uno stato di crisi, rappresenta un risultato rilevante perseguito dall’Istituto e concordato con le Parti sociali Fnsi e Fieg”. La nuova delibera è immediatamente esecutiva e comprenderà tutti i giornalisti che saranno inseriti nei decreti interministeriali emanati a seguito di accordi raggiunti dalle Parti Sociali. (In coda dichiarazione di Franco Siddi).
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PREVIDENZA DEI GIORNALISTI:
momento difficile se non drammatico.

Il CdA dell’Inpgi ha approvato
“seduta stante” due delibere (in
allegato) così come volevano Tremonti
e Sacconi. Le delibere modificano
i commi 6 e 10 dell’articolo 7
(Computo della pensione annua)
del Regolamento dell’Istituto.
Il CdA lancia un GRIDO D’ALLARME
sulle difficoltà del comparto editoria
“con pesanti ed immediate conseguenze
sul mercato occupazionale”. Previsto
“il ricorso da parte degli editori
agli altri ammortizzatori sociali,
che sono suscettibili di determinare
oneri insostenibili per l’Inpgi”.

PREPENSIONATI TRANQUILLI:
TROVATA LA SOLUZIONE PER
ELIMINARE L’ABBATTIMENTO.
VERSO L’OK ANCHE AL
CONDONO PER GLI EDITORI.
PRESTO LIBERTÀ DI CUMULO
PORTATA A 20MILA EURO IN
ATTESA DELLA INELUDIBILE
LIBERTÀ DI CUMULO TOTALE.

Il CdA ha motivato i provvedimenti d‘urgenza con riferimento alla “difficile congiuntura economico-finanziaria che sta attraversando il paese e che aggrava pesantemente lo stato di difficoltà che da tempo imperversa nel mondo dell’editoria, con pesanti ed immediate conseguenze sul mercato occupazionale” e osservando che “per i prossimi mesi si delinea uno scenario in cui si prevede la sigla da parte di molte aziende editoriali di accordi sindacali riguardanti la ricorrenza delle causali di intervento di cui agli articoli 35 (Cigs) e 37 (prepensionamenti) della legge n. 416, nonché il ricorso agli altri ammortizzatori sociali, che sono suscettibili di determinare oneri insostenibili per l’Inpgi”.

NOTA di FRANCO ABRUZZO


Roma, 25 giugno 2009.  Alla fine il rigore dei Ministri dell’Economia, Giulio Tremonti, e del Lavoro, Maurizio Sacconi, hanno vinto. Il CdA dell’Inpgi ha riscritto oggi e in via d’urgenza le delibere 58 e 61/2009 che scaricano il costo dell’abbattimento gravante sugli assegni dei  giornalisti prepensionati (con almeno 58 anni di età e 18 anni di contributi) sul contributo  straordinario che pesa in capo a ciascuna azienda che farà ricorso ai pensionamenti anticipati. Il contributo è pari al 30% del costo di ciascun pensionamento anticipato. Le vecchie delibere erano, secondo i ministri,  in contrasto con le due leggi (2 e 14/2009) che prevedono l’intervento statale per 20 milioni di euro  a favore dei prepensionamenti (che in precedenza incidevano soltanto sulle casse dell’Inpgi). Questa circostanza ha incontrato la censura dei due ministri. Tremoni e Sacconi in sostanza hanno lanciato un messaggio semplice: i quattrini statali sono finalizzati alla copertura dei prepensionamenti e non devono essere utilizzati per elargire regalie ai giornalisti e agli editori. Quando parliamo di questa operazione intendiamo riferirci al fatto che gli assegni percepiti dai 58 anni ai 65 anni saranno pagati dallo Stato, mentre gli editori verseranno all’Inpgi  la somma relativa all’abbattimento (uguale a un prelievo sulla pensione) che  non sarebbe finita nelle casse dell’Istituto una volta neutralizzato l’abbattimento medesimo. Le parti sociali (Fnsi e Fieg) hanno chiarito questo complesso problema scrivendo che: “a) a carico del bilancio dello Stato viene posta annualmente la sola quota di pensione risultante dall’applicazione degli abbattimenti stessi; b) che,  al giornalista il trattamento di pensione viene comunque liquidato nella misura intera, detraendo dal citato contributo del 30% le risorse necessarie a colmare la relativa differenza”.


La soluzione tecnica messa nero su bianco in quello che oggi è il comma 6 dell’articolo 7 del regolamento dell’Istituto dice: “Nei casi di pensionamenti di vecchiaia anticipata di cui all’art. 37 delle legge 416/81 e successive integrazioni e modificazioni, autorizzati per ristrutturazione o riorganizzazione in presenza di crisi aziendale, con oneri a carico dello Stato o delle aziende editoriali, il differenziale tra il trattamento di pensione pieno erogato dall’Istituto e quello risultante dall’applicazione dei predetti abbattimenti grava sul Fondo alimentato dal contributo del 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento posto a carico delle aziende”. Il comma 10 dello stesso articolo 7 precisa:  “Alle pensioni di vecchiaia anticipata ex art. 37 legge 416/81 e successive modificazioni ed integrazioni, conseguenti a stati di crisi richiesti dalle aziende editoriali e riconosciuti da parte del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, successivamente alla data del 1° gennaio 2006, al calcolo della pensione si applica un  abbattimento dello   0,5%  per ogni anno di integrazione contributiva  concessa.  Il predetto abbattimento non trova applicazione allorché il beneficiario della prestazione abbia raggiunto i requisiti d’età e di contribuzione per la liquidazione della pensione d’anzianità. Nei casi di pensionamenti di vecchiaia anticipata di cui all’art.37 della legge 416/81 e successive integrazioni e modificazioni, autorizzati per  ristrutturazione  o riorganizzazione in presenza di crisi aziendale, con oneri a carico dello Stato o delle aziende editoriali,  il differenziale tra il trattamento di pensione pieno e quello risultante dall’applicazione del predetto abbattimento grava - sino al compimento dell’età utile prevista per la pensione di vecchiaia -  sul Fondo alimentato dal contributo del 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento posto a carico delle aziende”.   Il varo delle due delibere è stato preceduto il 24 giugno  dalla firma di un “addendum” al nuovo Contratto da parte di Fnsi e Fieg. In questo accordo aggiuntivo si  precisa che il contributo straordinario del 30%, posto a carico degli editori, sarà prioritariamente utilizzato per coprire la differenza tra la pensione piena e l’abbattimento. Le risorse eccedenti si aggiungeranno ai 20 milioni di euro stanziati annualmente dallo Stato per coprire i prepensionamenti.


Fra i patti Fnsi-Fieg stipulati in sede contrattuale c’era quello che ipotizzava una diversa regolamentazione dei prepensionamenti (art, 37 della legge 416/1981). Per le pensioni di vecchiaia anticipata (o prepensionamenti), il  Regolamento Inpgi, prevede una decurtazione percentuale del trattamento, legata in maniera direttamente proporzionale agli anni di anticipo rispetto all'età pensionabile (65 anni) prevista per la pensione di vecchiaia. Tale decurtazione non è però fissa, ma è ricalcolata annualmente e diminuisce con il progredire degli anni, fino a scomparire al compimento dell'età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia (65 anni).  Le percentuali di abbattimento sono così articolate: a chi mancano 7 anni per raggiungere i 65 anni la decurtazione è del 29,17%, percentuale che poi diventa del 26,09 (con 6 anni); del 22,73% con 5; del  19,05% con 4; del 15,00% con 3; del 10,53%  con 2 e del 5,56% con un solo anno. Al compimento dei  65 anni la  pensione viene percepita per intero.


Le nuove delibere saranno trasmesse domani  ai ministri vigilanti Tremonti e Sacconi. Dovrebbero tornare firmate con altre due delibere, quella sul condono previdenziale e quella che eleva la libertà di cumulo a 20mila euro. Gli impegni dei due ministeri al riguardo sono stati espliciti.


La nuova delibera n. 61 ha una premessa che fotografa in maniera drammatica l’attuale situazione del comparto editoria del nostro Paese e impone agli editori vincoli di pagamento draconiani  per quanto riguarda il 30% destinato ai prepensionamenti. Il CdA ha deliberato che “ciascuna azienda che sia stata ammessa ai pensionamenti anticipati di cui all’art. 37 della legge 416/81- così come modificata dalle leggi n. 2/09 e n. 14/09 - versi all’Inpgi in un’unica soluzione  un contributo pari al 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento, entro il 30 del mese successivo alla comunicazione dell’onere da parte dell’Inpgi, e quantificato all’atto delle dimissioni di ciascun giornalista”.  La delibera istituisce - a far data dal mese di aprile 2009 – “un contributo mensile pari allo 0,60% della retribuzione imponibile, di cui lo 0,50% a carico delle aziende e lo 0,10% a carico dei giornalisti dipendenti, destinato a far fronte alle esigenze finanziarie connesse al ricorso agli ammortizzatori sociali (Cigs, mobilità, contratti di solidarietà)”. A questi  contributi  “trovano applicazione le norme in materia di sanzioni civili in caso di omesso o ritardato pagamento”. Questo è il passaggio della delibera che  riassume l’allarme dell’Istituto sull’attuale momento:


“Considerato


•    che la difficile congiuntura economico-finanziaria che sta attraversando il paese aggrava pesantemente lo stato di difficoltà che da tempo imperversa nel mondo dell’editoria, con pesanti ed immediate conseguenze sul mercato occupazionale;


•    che per i prossimi mesi si delinea uno scenario in cui si prevede  la sigla da parte di molte aziende editoriali di accordi sindacali riguardanti la ricorrenza delle causali di intervento di cui agli articoli 35 (Cigs) e 37 (prepensionamenti) della legge n. 416, nonché il ricorso agli altri ammortizzatori sociali, che sono suscettibili di determinare oneri insostenibili per l’Inpgi;


Ravvisata pertanto, l’opportunità – sulla base delle argomentazioni sopra esposte - di adottare un provvedimento con il quale – in attuazione di quanto previsto dall’art.3, comma 2, lettera b), del decreto legislativo n.509/94 – aderire alle determinazioni delle Parti Sociali, formalizzate  in sede di rinnovo del CNLG, nonché all’addendum firmato il 24 giugno 2009,  in materia di interventi per fronteggiare lo stato di crisi del settore editoriale, attraverso il potenziamento degli ammortizzatori sociali;


Udita la relazione del Presidente;


                                             DELIBERA


•    che ciascuna azienda che sia stata ammessa ai pensionamenti anticipati di cui all’art. 37 della legge 416/81- così come modificata dalle leggi n. 2/09 e n. 14/09 - versi all’Inpgi in un’unica soluzione  un contributo pari al 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento, entro il 30 del mese successivo alla comunicazione dell’onere da parte dell’Inpgi, e quantificato all’atto delle dimissioni di ciascun giornalista;


•    che tali somme siano prioritariamente finalizzate a compensare la differenza tra il trattamento di pensione anticipato di vecchiaia pieno erogato al giornalista dall’Inpgi e quello risultante dall’applicazione degli abbattimenti, di cui ai commi 6 e 10 dell’art. 7 del Regolamento delle Prestazioni dell’Inpgi;


•    che le risorse che residuano dopo tale imputazione prioritaria siano destinate alla finalità di cui al comma 7 dell’art. 41 bis del decreto legge 30.12.2008, n.207, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14.


•      di istituire - a far data dal mese di aprile 2009 - un contributo mensile pari allo 0,60% della retribuzione imponibile, di cui lo 0,50% a carico delle aziende e lo 0,10% a carico dei giornalisti dipendenti, destinato a far fronte alle esigenze finanziarie connesse al ricorso agli ammortizzatori sociali (Cigs, mobilità, contratti di solidarietà);


•      che ai contributi di cui sopra trovino applicazione le norme in materia di sanzioni civili in caso di omesso o ritardato pagamento e il relativo impiego venga attuato sulla base dei criteri previsti dalle parti sociali nelle intese tra loro intercorse il 26 marzo 2009;


•      che le predette disposizioni trovino applicazione nei confronti di tutte le aziende iscritte all’Inpgi,  obbligate al versamento del contributo di mobilità di cui alla legge n.223/91;


•      di trasmettere il presente atto ai Ministeri vigilanti per la relativa approvazione di legge.


Deliberazione letta  e approvata seduta stante”.


I ministri vigilanti (Economia e Lavoro) devono pronunciarsi dal novembre 2008 sulla delibera che allarga la libertà di cumulo fino a 20mila euro, mentre crescono le pressioni per la piena libertà di cumulo stabilita dalla legge  133/2008 (“manovra Tremonti”) e da due sentenze della Consulta (437/2002 e 137/2006). Tutte le pensioni (vecchiaia, anzianità, vecchiaia anticipata), - ex  comma 19 dell’articolo 1 della legge 335/1995  nota come ”riforma Dini” -,  sono sostituite da un'unica prestazione denominata «pensione di vecchiaia».


Sempre nella seduta del 13 maggio, il CdA  ha approvato un’altra delibera che riguarda appunto il condono previdenziale (sul quale Tremonti e Sacconi hanno espresso dubbi oggi fugati).  Sono state cancellate sanzioni civili per 50,3 milioni di euro a carico di 512 editori. In questo modo gli editori dovranno provvedere a versare all’Istituto  contributi (finora omessi) per 83,2 milioni di euro  con la cancellazione conseguente delle cause pendenti presso numerosi Tribunali civili della Penisola. Le sanzioni civili sono il frutto delle visite ispettive dei funzionari dell’Inpgi nel corso degli ultimi anni. Bisogna osservare, però, che alcune aziende potrebbero rifiutare il condono e decidere di proseguire le cause avviate davanti alla magistratura civile. Il calcolo dei contributi, che l’Inpgi dovrebbe recuperare, è soggetto, quindi, all’incognita delle adesioni al condono. Anche l’entità delle sanzioni cancellate sul rovescio rimane una incognita.  Le sanzioni attualmente accertate e contabilizzate ammontano a circa 67,3 milioni di euro che, per effetto del condono, potranno ridursi per l'Inpgi a circa 17 milioni di euro.


 “Con l’eliminazione degli abbattimenti, che nella precedente normativa arrivavano fino al 30 per cento della pensione fino al compimento del 65esimo anno di età – ha dichiarato il presidente Andrea  Camporese – i giornalisti prepensionati si vedranno riconoscere l’intero importo della pensione immediatamente, adeguato agli eventuali anni di scivolo accreditati. Il maggior costo graverà sul fondo costituito per legge. In passato questo costo è stato sostenuto dall’Istituto sostanzialmente depauperando le posizioni dell’intera platea degli iscritti che hanno esercitato un’azione solidaristica costata nei decenni svariate decine di milioni di euro. Da questo principio nascevano le decurtazioni che oggi non hanno più ragione di esistere consentendo, nei pur dolorosi casi di abbandono anticipato del lavoro, una pensione nell’immediato notevolmente maggiore. Il condono può rappresentare un valore rilevante per l’Istituto, per le Aziende Editoriali e per gli stessi giornalisti oggetto di ispezioni che potrebbero vedere regolarizzate le proprie posizioni contributive. La legge non permette di abbattere i contributi evasi che andranno interamente versati, mentre permette di ridurre in modo consistente sanzioni e interessi. L’auspicio, di fronte ad un contenzioso che raggiunge complessivamente i 180 milioni di euro e si articola in centinaia di giudizi pendenti, è che l’adesione sia massima e permetta, proprio nel momento della crisi, di chiarificare il quadro rafforzando la sostenibilità del sistema”. 


Nella stessa seduta del Cda è stata anche deliberata l’applicazione della nuova normativa di copertura infortunistica concordata dalle parti sociali (Fnsi e Fieg) in sede contrattuale. Dal primo gennaio 2009 l’assicurazione infortuni contrattuale viene estesa ai giornalisti pubblicisti nonché ai titolari dei contratti disciplinati dagli articoli 2 e 12 del Cnlg prima iscritti presso l’Inail. Un ulteriore elemento di tutela che riconduce all’Istituto di Previdenza di categoria l’intera platea dei dipendenti. Questa delibera è stata già approvata da Tremonti e Sacconi.


Il Governo e il Parlamento, quindi, hanno liberato l’Istituto dai costi sostenuti per l’intero perimetro degli ammortizzatori sociali. “Questo risultato, inseguito per decenni – ha dichiarato Camporese – oltre a costituire un elemento di equità rispetto alle altre categorie di lavoratori, rappresenta un elemento essenziale per la sicurezza del sistema che, in ogni caso, verrà sottoposto ad un calo di contributi in entrata non indifferente in caso di uscite rilevanti dai luoghi di lavoro in assenza di reintegri d’organico. Se la crisi economica delle aziende editoriali non può non trovare risposte, è evidente che la gestione  affidata alle Parti Sociali e sottoposta al vaglio dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia rappresenta uno snodo essenziale”.



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Previdenza giornalisti. Siddi (Fnsi): "Nuove pensioni frutto importante del contratto"


 


“Pensione piena, in rapporto ai contributi effettivamente accreditati all’Inpgi (compresi i versamenti figurativi da eventuale “scivolo”) per i giornalisti che risultino costretti ad andare  in pensione in anticipo a causa di crisi aziendale. Da oggi questa misura è  pienamente in vigore e consente, anche al Sindacato, di affrontare con punti di riferimento di maggiore protezione sociale le situazioni di difficoltà in cui vanno a rischio posti di lavoro. Si tratta di uno dei risultati più importanti che, sul versante del welfare di categoria, produce con immediatezza il nuovo contratto di lavoro. Da questo accordo comincia a evidenziarsi la concreta efficacia degli strumenti nuovi costruiti a tutela di un lavoro professionale messo a dura prova dalla crisi economica e dalle sue ricadute su un settore industriale che sin qui non ha saputo ne voluto efficacemente riorganizzarsi o gestire con prudenza ed equità i  vantaggi di cui aveva goduto negli ultimi anni.


L’attribuzione del costo dei prepensionamenti, per la prima volta allo Stato (che finalmente ha riconosciuto la rilevanza di una richiesta sociale del settore precedentemente escluso dai benefici e costretto a fare da sé con risorse insufficienti) e il concorso degli editori al pagamento degli oneri, introdotto appunto dal nuovo contratto, hanno permesso all’Inpgi di eliminare gli abbattimenti sulla misura delle pensioni dei giornalisti collocati anticipatamente a riposo. La quota di riduzione era prevista per quanti erano costretti a lasciare il lavoro in anticipo senza avere ancora maturato  i requisiti per l’assegno di anzianità o di vecchiaia e, per i pensionati più giovani, comportava il 29% in meno della pensione piena,  riattribuibile solo al 65° anno di età.


“Le risorse procurate dal contratto e dall’iniziativa congiunta dell’Inpgi e degli editori nei confronti dello Stato – è il commento del Segretario della Fnsi, Franco Siddi - consentono ora di affrontare meglio situazioni che restano comunque difficili e di rendere più giusto l’intero welfare dei giornalisti. Ovviamente gli stati di crisi ed i prepensionamenti restano un problema enorme, di grande sofferenza, che vanno esaminati, considerati e decisi ancor di più di ieri con grande rigore, equilibrio e rispetto delle persone. L’Inpgi, oggi guidato da Andrea Camporese, si conferma Istituto previdenziale autonomo sempre più indispensabile, di grande efficienza, capace di affrontare con il passo dei tempi e con chiarezza le situazioni più complesse degli sconvolgimenti in corso”. (www.fnsi.it del 2/7/2009)


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INPGI/Abbattimenti: modificata la delibera - di  senzabavaglio



Modificata , su richiesta del Ministero del Lavoro, esortato dal Ministero dell’Economia, la delibera dell’INPGI sugli abbattimenti per le pensioni di vecchiaia anticipata,  per i giornalisti prepensionati con la legge 416/81, con le modifiche introdotte quest’anno dal Parlamento. Con delibera n 58, del 13 maggio scorso, l’INPGI stabiliva di abolire gli abbattimenti sulle pensioni di vecchiaia anticipata, ovvero la differenza tra la pensione piena e la somma decurtata che riceve il giornalista al momento del prepensionamento, dovendo aspettare i 65 anni per avere la pensione intera. In sostanza con il provvedimento dell’Istituto, i colleghi prepensionati potranno ricevere tutta la pensione sin dal momento del forzato distacco dal lavoro. I Ministeri vigilanti  avevano giudicato il provvedimento, deliberato dal CdA dell’INPGI, in contrasto con la nuova vigente normativa con la quale lo Stato si fa carico dell’onere dei prepensionamenti, prima a carico dell’INPGI, nella misura di 20 milioni di euro l’anno, tra quotidiani e periodici. Ha contribuito a chiarire le cose un , cioè un accordo aggiuntivo al protocollo d’intesa del 26 marzo, siglato ieri tra le parti sociali, FNSI e FIEG. Si stabilisce infatti che il contributo straordinario del 30%, posto a carico degli editori, sarà prioritariamente utilizzato per coprire la differenza tra la pensione piena e l’abbattimento. Il residuo del fondo si aggiungerà ai 20 milioni di euro l’anno stanziati dallo Stato per coprire ulteriori prepensionamenti. Prima gli abbattimenti dovevano essere con i 20 milioni di euro destinati dallo Stato ai prepensionamenti, con le modifiche apportate dal CdA dell’Istituto, riunito oggi, giovedì 25 giugno, in  seduta straordinaria, invece, si attingerà per gli abbattimenti al fondo costituito  con il 30% della riserva matematica che ciascun editore deve versare per  ogni prepensionamento. Soltanto che adesso dovrà versare l’importo entro la  data del prepensionamento e non oltre. I ministeri avevano anche chiesto chiarimenti su un’altra delibera, riguardante il condono delle sanzioni accordato agli editori dall’INPGI. Ma, per ora, sembra che le spiegazioni fornite dall’Istituto siano bastate. Il Presidente, Andrea Camporese, ha chiuso la seduta auspicando che, dopo tutti i chiarimenti e le modifiche, i Ministeri provvedano ora ad approvare in tempi molto brevi, le delibere INPGI ancora alla loro attenzione.



Cristiana Cimmino – Sindaco INPGI


Simona Fossati – CdA INPGI in rappresentanza della Gestione Separata


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Tremonti (ma non Sacconi)
attacca l’accordo Fnsi/Fieg
sull’eliminazione dell’abbattimento
delle pensioni anticipate (o
prepensionamenti) e anche
il  condono previdenziale concesso
agli editori. Il 25/6 riunione d’urgenza
del CdA per riscrivere la delibera
contestata. Silenzio sulla libertà
di cumulo. Frattanto Tommaso
Costantini nominato dg dell’Istituto.


Servizio di Franco Abruzzo


Roma, 22 giugno 2009.  Il rigore del Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti,  ha fatto traballare per una settimana l’accordo Fnsi-Fieg in tema di abbattimento delle pensioni anticipate. Questo accordo sarebbe in contrasto con le due leggi (2 e 14/2009) che prevedono l’intervento statale per 20 milioni di euro  a favore dei prepensionamenti che in precedenza gravavano soltanto sulle casse dell’Inpgi. Il ministro ha espresso riserve e chiesto chiarimenti anche  sul condono previdenziale accordato agli editori dall’Inpgi a distanza di 5 anni dall’ultimo. Negli ambienti di Palazzo Chigi si  fa  capire che la posizione di Tremonti non  coincide con quella di Maurizio Sacconi ministro del Lavoro. Il ministro dell’Economia in sostanza ha lanciato un messaggio semplice: i quattrini statali sono finalizzati alla copertura dei prepensionamenti e non devono essere utilizzati per elargire regalie ai giornalisti e agli editori L’incontro del 16/6 tra gli esperti dei due Ministeri ed esponenti Fieg e Fnsi è apparso interlocutorio. Sta di fatto che le diplomazie si sono mosse e una soluzione probabilmente è all’orizzonte. Oggi il presidente della Fondazione, Andrea Camporese, ha convocato d’urgenza il Cda per il 25 giugno (h 12) con all’ordine del giorno proprio il tema dell’abbattimento. La delibera verrà riscritta così come vuole Tremonti e, quindi, dovrebbe ottenere le sospirate firme ministeriali per diventare operativa.


Frattanto il CdA dell’Istituto il 18/6  ha approvato la nomina del nuovo direttore generale dell’Istituto. La scelta è caduta sul dott. Tommaso Costantini, che finora ha diretto il servizio previdenza; alla vicedirezione sarà chiamata,  ma in ottobre, la dottoressa Maria Immacolata (detta “Mimma”) Iorio, che ha guidato finora il servizio ispettivo e contributi. Esce di scena l’avvocato Arsenio Tortora  dopo 13  anni di “governo” della Fondazione (ha maturato legittimamente una liquidazione di 800mila euro; il suo stipendio lordo annuo omnicomprensivo  è di 360mila euro). Tortora, con i suoi “no” alle più ragionevoli richieste (libertà di cumulo, eliminazione del prelievo sui compensi legati al diritto d’autore o su quelli annui fino a 5mila euro) si ritiene il “salvatore della patria”. La sua tecnica collaudata era quella di prendere dal sistema pubblico tutte le norme pro-Inpgi, ma di ignorare le norme pubbliche favorevoli agli iscritti. Non lascia pertanto rimpianti. 



Fra i patti Fnsi-Fieg c’è quello che prevede una diversa regolamentazione dei prepensionamenti (art, 37 della legge 416/1981). Per le pensioni di vecchiaia anticipata (o prepensionamenti), il  Regolamento Inpgi, prevede una decurtazione percentuale del trattamento, legata in maniera direttamente proporzionale agli anni di anticipo rispetto all'età pensionabile (65 anni) prevista per la pensione di vecchiaia. Tale decurtazione non è però fissa, ma è ricalcolata annualmente e diminuisce con il progredire degli anni, fino a scomparire al compimento dell'età pensionabile prevista per la pensione di vecchiaia (65 anni).  Le percentuali di abbattimento sono così articolate: a chi mancano 7 anni per raggiungere i 65 anni la decurtazione è del 29,17%, percentuale che poi diventa del 26,09 (con 6 anni); del 22,73% con 5; del  19,05% con 4; del 15,00% con 3; del 10,53%  con 2 e del 5,56% con un solo anno. Al compimento dei  65 anni la  pensione viene percepita per intero. Il CdA dell’Inpgi  ha varato nella seduta del 13 maggio una delibera, che cancella le decurtazioni, misura che suscita la contrarietà di Tremonti.


I ministri vigilanti (Economia e Lavoro) devono pronunciarsi dal novembre 2008 sulla delibera che allarga la libertà di cumulo fino a 20mila euro, mentre crescono le pressioni per la piena libertà di cumulo stabilita dalla legge  133/2008 (“manovra Tremonti”) e da due sentenze della Consulta (437/2002 e 137/2006). Tutte le pensioni (vecchiaia, anzianità, vecchiaia anticipata), - ex  comma 19 dell’articolo 1 della legge 335/1995  nota come ”riforma Dini” -,  sono sostituite da un'unica prestazione denominata «pensione di vecchiaia».


Sempre nella seduta del 13 maggio, il CdA  ha approvato un’altra delibera che riguarda il condono previdenziale (sul quale Tremonti ha espresso dubbi).  Sono state cancellate sanzioni civili per 50,3 milioni di euro a carico di 512 editori. In questo modo gli editori dovranno provvedere a versare all’Istituto  contributi (finora omessi) per 83,2 milioni di euro  con la cancellazione conseguente delle cause pendenti presso numerosi Tribunali civili della Penisola. Le sanzioni civili sono il frutto delle visite ispettive dei funzionari dell’Inpgi nel corso degli ultimi anni. Bisogna osservare, però, che alcune aziende potrebbero rifiutare il condono e decidere di proseguire le cause avviate davanti alla magistratura civile. Il calcolo dei contributi, che l’Inpgi dovrebbe recuperare, è soggetto, quindi, all’incognita delle adesioni al condono. Anche l’entità delle sanzioni cancellate sul rovescio rimane una incognita.  Le sanzioni attualmente accertate e contabilizzate ammontano a circa 67,3 milioni di euro che, per effetto del condono, potranno ridursi per l'Inpgi a circa 17 milioni di euro.


 “Con l’eliminazione degli abbattimenti, che nella precedente normativa arrivavano fino al 30 per cento della pensione fino al compimento del 65esimo anno di età – ha dichiarato il presidente Andrea  Camporese – i giornalisti prepensionati si vedranno riconoscere l’intero importo della pensione immediatamente, adeguato agli eventuali anni di scivolo accreditati. Il maggior costo graverà sul fondo costituito per legge. In passato questo costo è stato sostenuto dall’Istituto sostanzialmente depauperando le posizioni dell’intera platea degli iscritti che hanno esercitato un’azione solidaristica costata nei decenni svariate decine di milioni di euro. Da questo principio nascevano le decurtazioni che oggi non hanno più ragione di esistere consentendo, nei pur dolorosi casi di abbandono anticipato del lavoro, una pensione nell’immediato notevolmente maggiore. Il condono può rappresentare un valore rilevante per l’Istituto, per le Aziende Editoriali e per gli stessi giornalisti oggetto di ispezioni che potrebbero vedere regolarizzate le proprie posizioni contributive. La legge non permette di abbattere i contributi evasi che andranno interamente versati, mentre permette di ridurre in modo consistente sanzioni e interessi. L’auspicio, di fronte ad un contenzioso che raggiunge complessivamente i 180 milioni di euro e si articola in centinaia di giudizi pendenti, è che l’adesione sia massima e permetta, proprio nel momento della crisi, di chiarificare il quadro rafforzando la sostenibilità del sistema”. 


Nella stessa seduta del Cda è stata anche deliberata l’applicazione della nuova normativa di copertura infortunistica concordata dalle Parti Sociali in sede contrattuale. Dal primo gennaio 2009 l’assicurazione infortuni contrattuale viene estesa ai giornalisti pubblicisti nonché ai titolari dei contratti disciplinati dagli articoli 2 e 12 del Ccnlg prima iscritti presso l’Inail. Un ulteriore elemento di tutela che riconduce all’Istituto di Previdenza di categoria l’intera platea dei dipendenti. Questa delibera è stata approvata da Tremonti e Sacconi.


Con un’altra delibera approvata dal Cda l’Inpgi ha recepito l’accordo raggiunto dalle parti sociali Fnsi-Fieg sull’istituzione di una aliquota di alimentazione della spesa per cassa integrazione (0,60% di cui 0,50 a carico degli Editori) prima totalmente a carico dell’Inpgi  e sul versamento da parte delle aziende editoriali del 30 per cento del costo complessivo di ogni prepensionamento per ogni giornalista che dovesse accedere al prepensionamento. Questi elementi, sommati ai 20 milioni di euro annui messi a disposizione dallo Stato per i prepensionamenti, sgravano completamente l’Istituto dai costi sostenuti per l’intero perimetro degli ammortizzatori sociali. “Questo risultato, inseguito per decenni – ha dichiarato Camporese – oltre a costituire un elemento di equità rispetto alle altre categorie di lavoratori, rappresenta un elemento essenziale per la sicurezza del sistema che, in ogni caso, verrà sottoposto ad un calo di contributi in entrata non indifferente in caso di uscite rilevanti dai luoghi di lavoro in assenza di reintegri d’organico. Se la crisi economica delle Aziende Editoriali non può non trovare risposte, è evidente che la gestione  affidata alle Parti Sociali e sottoposta al vaglio dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia rappresenta uno snodo essenziale”.


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Relazione al bilancio 2006 in http://www.fnsilalternativa.it/2008/06/09/inpgi-il-bilancio-che-non-vi-spiegano-tra-15-anni-conti-a-rischio/


I 7 membri del collegio sindacale nel 2006 hanno intascato complessivamente 215.635 euro a fronte dei 211.736 euro dell’anno precedente. In totale gli organi collegiali dell’Inpgi sono costati nel 2005 1.199.478 euro e l’anno successivo 1.187.785 euro. I 184 dipendenti dell’Inpgi nel 2005 costavano 11.036.697 euro ma nel 2006 il loro numero è lievitato a 187 e il costo è salito a 12.366.165. Buona parte di questo incremento, si legge nel bilancio è dovuto all’”accantonamento della futura indennità di fine rapporto del direttore generale” dell’Inpgi, Arsenio Tortora,  per 755.000 euro.


Nota. la liquidazione al direttore generale è pari a 39 stipendi: 18 come liquidazione (in base al contratto dei dirigenti dei quotidiani); 13 come bonus elargito in base a una delibera ad hoc del 24 ottobre1997; 6 per gli stipendi da luglio  a dicembre 2009 (come da contratto individuale) e 2 per le ferie non  godute.Nulla da eccepire. Operazione da manuale.


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INPGI: TOMMASO COSTANTINI NUOVO DIRETTORE GENERALE


Roma, 18 giugno 2009. Il consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani ha nominato oggi direttore generale Tommaso Costantini, che dal primo luglio sostituirà Arsenio Tortora. Lo comunica l'Inpgi in una nota. Nato nel 1950 e laureato in Scienze statistiche e demografiche, Costantini ha iniziato la sua carriera professionale all'Inpgi nel 1979, dal 1992 ha svolto l'incarico di reggente facente funzioni del servizio Previdenza e nel 1997 é stato nominato dirigente dello stesso servizio. Dal primo ottobre il nuovo dg sarà affiancato da Maria Immacolata Iorio, attuale dirigente del servizio Contributi e Vigilanza, nominata oggi vicedirettore con funzioni vicarie. "Un ringraziamento particolare da parte del consiglio di amministrazione e del presidente - si legge nella nota - va al direttore generale uscente che per 12 anni ha dedicato energie, impegno e passione al delicato compito di guida amministrativa dell'Istituto". L'avvocato Tortora ha cominciato la sua carriera all'Inpgi nel 1967, dal 1994 è stato dirigente dell'Ufficio legale, nel 1996 è stato nominato vicedirettore generale con delega per i settori Previdenza, Contributi e Vigilanza e, dal 1997 fino ad oggi, ha ricoperto ininterrottamente la carica di direttore generale. (ANSA).


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www.quartopotere.org


INPGI, COSTANTINI NUOVO DIRETTORE GENERALE. COME E' ANDATO IL VOTO. Tommaso Costantini dal primo luglio 2009 sarà il nuovo direttore generale dell'Inpgi: prende il posto di Arsenio Tortora, che lascia in anticipo rispetto al termine previsto del 31 dicembre. Dal primo ottobre, inoltre, sarà vice direttore generale Maria Immacolata (Mimma) Iorio. La delibera di nomina di direttore e vice direttore è stata approvata con 10 sì e 2 no. Hanno votato a favore anche i rappresentanti della Fieg. Leggete tutto su:


http://www.quartopotere.org/news/index.php?option=com_content&task=view&id=502&Itemid=1


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INPGI/Come si sperpera il denaro. Nominato un vicedirettore non necessario


INPGI/Puntoeacapo e Senza Bavaglio: sì al nuovo direttore


generale, ma non contestualmente a un vice non necessario.


Pubblicato il 18 giugno 2009 da senzabavaglio@senzabavaglio.info e da www.puntoeacapo.org


 


Il Consiglio di Amministrazione dell’INPGI nella riunione di oggi, 18 giugno 2009, ha affrontato la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con il direttore generale. E tutti i Consiglieri di Amministrazione hanno espresso attestazioni di stima nei confronti del direttore generale uscente, avv. Arsenio Tortora, e apprezzamento per il lavoro svolto a favore dell’Istituto. Si è passati poi alla discussione, a porte chiuse, sulla delibera proposta dal Presidente, Andrea Camporese, che prevedeva la nomina congiunta del nuovo direttore generale nella persona del Dr. Tommaso Costantini e di un vicedirettore vicario, nella persona della Dr.ssa Maria Iorio.


La scelta di nominare anche un vicedirettore è stata  motivata dalle esigenze dell’Istituto. Esigenze mai avvertite negli ultimi dodici anni. Prima di procedere al voto su questa delibera la consigliera Silvana Mazzocchi (Puntoeacapo) e la consigliera Simona Fossati (Senza Bavaglio), hanno espresso il pieno consenso alla nomina del Dr. Tommaso Costantini a direttore generale, ma hanno chiesto di procedere prioritariamente alla scissione della delibera, per poter v otare distintamente sulle due nomine. Le consigliere Fossati e Mazzocchi hanno motivato la loro richiesta con la necessità di condividere pienamente la possibilità di nominare un vicedirettore, successivamente e nell’ambito della preannunciata ristrutturazione organizzativa dell’Ente, ancora da realizzare.Mazzocchi e Fossati, hanno tenuto a precisare che le loro perplessità si basano sulla valutazione che la nomina immediata di un vicedirettore non sia necessaria, bensì procrastinabile. E che, soprattutto, non c’è, su questo punto, la necessaria condivisione. E che, ovviamente, lacontrarietà non coinvolge in alcun modo la persona prescelta, ovvero la Dr.ssa Iorio alla quale manifestano la loro stima.


Inoltre, va tenuto conto che la nomina di un vicedirettore sarebbe potuta agevolmente avvenire in seguito e dunque, come auspicabile, in armonia con la prevista  riorganizzazione dell’Ente e senza consumare uno strappo sindacale che potrebbe nuocere allo sviluppo del processo di riforma.


Da sottolineare, infatti, che questa mattina i Consiglieri di Amministrazione hanno potuto leggere pubblicamente, affisse in bacheca due lettere firmate dai sindacati dell’Istituto, CGIL e CISL : una indirizzata a tutto il personale dell’INPGI e una al Presidente, in cui si esprime dissenso per la nomina di un vicedirettore, affermando tra l’altro che “l’iniziativa è ritenuta intempestiva e, potenzialmente, di ostacolo a ipotesi organizzative che riteniamo più confacenti all’interesse dell’Istituto e del Personale”.


Di fatto si chiedeva quindi di procedere a nominare ora il nuovo direttore generale, ma di procrastinare quella di un eventuale vice. La rigidità dimostrata dalla presidenza e dalla maggioranza dei consiglieri di non volere né rinviare la decisione circa l’opportunità della nomina del vicedirettore, né scindere la delibera relativa alle due nomine, (in considerazione anche del fatto che lo Statuto dell’INPGI all’art. 19 le pone in due comma diversi, relegando la nomina di un eventuale vicedirettore a una “possibilità” e non a un “obbligo” da parte del Consiglio di Amministrazione), è risultata una forzatura inaccettabile. Il “no” di Mazzocchi e Fossati, preannunciato in sede di dichiarazione di voto qualora non fosse stata scissa la delibera, ha determinato la spaccatura del CdA su una questione tanto delicata e importante e le nomine sono passate con dieci voti a favore e due contrari.


Silvana Mazzocchi CdA INPGI 1


(Puntoeacapo)


Simona Fossati CdA INPGI in rappresentanza Gestione Separata


(Senza Bavaglio)



 




 


 














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