20.5.2017 - Hearst trasferisce le edizioni online dei suoi giornali italiani a Chiasso. Giornalisti compresi. Giornalisti che nella sede milanese non avevano trovato una stabilizzazione definitiva. E che adesso avranno contratti svizzeri (da collaboratori?) e quindi meno vincoli rispetto a quello Fieg. Il rischio è che Hearst Italia faccia da apripista ad altri editori. Così come per prima ha utilizzato un anno e mezzo fa le norme della legge Fornero sul licenziamento economico per mandare via il caporedattore di Marie Claire, Alba Solaro.
A trasferirsi in suolo elvetico, proprio al di là del confine italiano e di fatto a due passi dalla sede di Milano, saranno le edizioni online di Elle, Elle Decor, Marie Claire, Cosmo e Gioia, così come quella del maschile Esquire, che nei prossimi mesi Hearst vuole diffondere in Italia (sembra solo in formato digitale).
La prima voce sull’operazione era stata accolta sul sito francoabruzzo.it, che a dicembre 2016 ha pubblicato una lettera (leggi qui). Altre segnalazioni erano successivamente arrivate da più fonti. E di tutto avevo avvertito la Giunta Fnsi in una riunione di qualche mese fa (come la registrazione può testimoniare). Avevo chiesto ci fosse una presa di posizione ufficiale da parte del Sindacato. La risposta è stata un generico: approfondiremo. Ma nulla è stato fatto. Certo, non mi risulta alcuna iniziativa ufficiale della Giunta, di cui faccio parte. Né un comunicato del segretario sulla vicenda.
Esattamente come nessuno si era mosso per la collega Solaro fino a quando il suo licenziamento non era stato consumato. E la notizia non era stata resa pubblica da altri.
Ora che è tutto pubblico e ufficiale (LEGGI QUI SOTTO), che cosa avranno da dire il segretario Raffaele Lorusso e la segretaria aggiunta vicaria Anna Del Freo? E la presidente dell’Inpgi Marina Macelloni, che rischia di “perdere” contributi per le casse esangui dell’Istituto?
Ma la domanda più preoccupante è: gli altri editori della Fieg, che subiranno un innegabile dumping contrattuale e previdenziale, resteranno a guardare o seguiranno l’esempio di Hearst? (IN https://unitasindacalefnsi.wordpress.com/2017/05/20/testate-online-e-giornalisti-in-svizzera-hearst-fara-da-apripista/#more-16193 )
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Trasferita a Chiasso la divisione che realizza contenuti online per le testate del gruppo - Hearst Italia, il digitale in Svizzera - In un' unica struttura tutte le attività dei propri brand.
di CLAUDIO PLAZZOTTA/ItaliaOggi
20.5.2017 - Usando una formula forse un po' troppo sintetica, si potrebbe dire che Hearst Magazines Italia delocalizza le sue attività digitali in Svizzera. Da un lato, l' iniziativa potrebbe anche fare sorridere qualcuno: ma come, una volta non si delocalizzava in Romania o Albania? Gli stipendi elvetici non sono più alti di quelli italiani?
Dall' altro, come detto, parlare di delocalizzazione non sarebbe del tutto preciso: come spiega una nota interna di Hearst Italia, infatti, il gruppo trasferisce in una unica struttura indipendente tutte le attività digitali dei propri brand, seguendo un modello già adottato da Hearst negli Usa.
In Hearst Digital, divisione di Hearst Magazines Switzerland nata nel 2014 e affidata alle cure di Giacomo Moletto, che è anche amministratore delegato e direttore generale di Hearst in Italia, si raccolgono quindi «tutte le strutture che realizzano contenuti digitali al fine di aumentare la velocità di evoluzione e adattamento ai mutamenti nella fruizione dei media della società contemporanea e rafforzare la capacità di attrarre e sviluppare talenti ed eccellenze nell' area del digital content».
In sostanza, quindi, a Chiasso già da qualche tempo ci sono risorse di Hearst specializzate in «produzioni digitali in formula white label per i clienti partner, italiani e internazionali, comprese le produzioni a supporto delle iniziative speciali di Hearst Italia».
Poi la divisione si è progressivamente rafforzata con una struttura analytics, seo e content ignition. E, da inizio 2017, è partito il trasferimento da Milano in Svizzera «dei content team digitali dedicati a elle.it, marieclaire.it, cosmo.it, gioia.it e elledecor.it, così da favorire la fertilizzazione delle competenze e dei talenti digitali in una struttura focalizzata al 100% sullo sviluppo del business».
In pratica, tutta la produzione dei contenuti digitali delle testate di Hearst Italia viene traslocata nella Federazione elvetica. E sarà così anche per l' eventuale debutto del sistema Esquire Italia (solo digitale, non è prevista una versione cartacea del mensile maschile) nel prossimo autunno.
Il trasloco del digitale di Hearst in Svizzera suscita ovviamente qualche preoccupazione negli occupati della sede milanese: anche perché il trasferimento a Chiasso implica nuovi contratti di diritto elvetico, con livelli remunerativi magari leggermente più alti, ma con tutele del lavoro giornalistico molto più allentate rispetto all' Italia.
La divisione Hearst Digital è guidata da Simona Zanette, «forte di una considerevole esperienza nello sviluppo digitale maturata in Alfemminile, Iab e la docenza di Digital communication allo Ied».
Come sarà organizzato il lavoro? «I content team, ciascuno guidato da un digital content editor and coordinator, ricevono le linee guida editoriali definite dai direttori di testata e dal digital editorial director, Francesco Magnocavallo, già founder e direttore editoriale di Blogo, che trasmette anche obiettivi e agenda digitale. Sempre nell' ambito delle attività digitali di Hearst, Luca Lanzoni, fino a gennaio responsabile di elle.it, è stato nominato digital fashion director, ruolo che gli consentirà di interagire con tutti i siti del gruppo e di rispondere in modo sinergico a stimoli ed esigenze dei brand partner».