Home     Scrivimi     Cercadocumenti     Chi è     Link     Login  

Cerca documenti
Cerca:
in:


Documenti
Attualità
Carte deontologiche
CASAGIT
Corte di Strasburgo
Deontologia e privacy
Dibattiti, studi e saggi
Diritto di cronaca
Dispensa telematica per l’esame di giornalista
Editoria-Web
FNSI-Giornalismo dipendente
Giornalismo-Giurisprudenza
  » I fatti della vita
INPGI 1 e 2
Lavoro. Leggi e contratti
Lettere
Ordine giornalisti
Premi
Recensioni
Riforma professione
Scuole di Giornalismo e Università
Sentenze
Storia
Tesi di laurea
TV-Radio
Unione europea - Professioni
  I fatti della vita
Stampa

PREVIDENZA. DA FRANCO ABRUZZO (PRESIDENTE DI UNPIT) DIFFIDA AI MINISTRI DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO dall'approvare la delibera del Cda dell'Inpgi 28/9/2016 (affetta da vizi di legittimità) in cui è prevista l'applicazione del contributo di solidarietà sugli assegni. La riduzione forzosa dei vitalizi dei giornalisti pensionati italiani è arbitraria perché l’Istituto non ha titolo di sostituirsi al legislatore; perché adottata unilateralmente in mancanza di una autorizzazione legislativa a monte e perché in contrasto con le sentenze 116/2013 e 173/2016 della Corte Costituzionale. Censurabile il comportamento della Fnsi che ha dato disco verde ai "tagli" tradendo lo Statuto e una parte dei suoi rappresentati. Il prelievo bocciato in passato dalla Cassazione. I giornalisti pensionati hanno già dato prova di solidarietà generazionale negli ultimi anni con il blocco delle perequazioni e con il contributo di solidarietà, con un esborso di oltre 30 milioni di euro rimasti nelle casse dell’Inpgi, che alla fine del 2017 saliranno a 36 milioni.


Milano, 16.1.2017 - Il Consiglio di amministrazione dell'Inpgi nella seduta del 28 settembre 2016 con delibera ad hoc ha approvato a maggioranza, con due voti contrari, l’introduzione di un contributo straordinario di partecipazione al riequilibrio finanziario della Gestione previdenziale da applicare, in via temporanea per la durata di 3 anni, a tutti i trattamenti di pensione erogati dall’Istituto, di importo pari o superiore a  38.000 euro lordi annui, con percentuali crescenti in base alle diverse fasce reddituali.


L’INPGI/1 è l’unica cassa privatizzata con il dlgs 509/1994 che, come sostituto dell’Inps, gestisce l’AGO, cioè l’assicurazione generale obbligatoria prevista per i lavoratori dipendenti quali sono, appunto, i giornalisti iscritti. Con ciò, quindi, svolgendo una funzione pubblica sotto la sorveglianza dei Ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) nonché della Corte dei Conti e della COVIP ed essendo, di conseguenza, vincolato all’osservanza della normativa pubblica in materia, il che vieta che l’Istituto possa assumere iniziative autonome che violino, peggiorandola, questa normativa. La riduzione forzosa dei vitalizi dei giornalisti pensionati italiani è “arbitraria perché l’INPGI non ne ha titolo in quanto il suo compito è di pagare le pensioni e non di tagliarle, sostituendosi in tal modo al legislatore; perché senza autorizzazione legislativa a monte; e perché in contrasto con gli art. 3 e 53 della Costituzione”. Quanto deliberato dal Consiglio di amministrazione è a tutta evidenza illegittimo. Diffido i ministeri vigilanti dall'approvare la delibera. I giornalisti pensionati hanno già dato prova di solidarietà generazionale negli ultimi anni con il blocco delle perequazioni e il contributo di solidarietà, con un esborso di oltre 30 milioni di euro rimasti nelle casse dell’Inpgi, che alla fine del 2017 saliranno a 36 milioni.


LA NORMATIVA INPGI - Afferma l'articolo 2 della legge 1564/1951: "2.  Le misure dei contributi dovuti all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani «Giovanni Amendola» dai datori di lavoro per i giornalisti da essi dipendenti e le prestazioni che l'Istituto è tenuto ad erogare a favore dei propri iscritti non possono essere inferiori a quelle stabilite per le corrispondenti forme di previdenza e di assistenza obbligatorie". Dice il comma 1 dell'articolo 38 della legge 416/1981 (come modificato dall'articolo  76 della legge 388/2000): "L'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani "Giovanni Amendola" (INPGI) ai sensi delle leggi 20 dicembre 1951, n. 1564; 9 novembre 1955, n. 1122, e 25 febbraio 1987, n. 67, gestisce in regime di sostitutività le forme di previdenza obbligatoria nei confronti dei giornalisti professionisti e praticanti e provvede, altresì, ad analoga gestione anche in favore dei giornalisti pubblicisti". Il comma 4 dell'articolo 38 della legge 416/1981 (come modificato dall'articolo 76 della legge 388/2000) recita: "4. Le forme previdenziali gestite dall'INPGI devono essere coordinate con le norme che regolano il regime delle prestazioni e dei contributi delle forme di previdenza sociale obbligatoria, sia generali che sostitutive”.  L'articolo 5 (coma 7) del dl 16/2012 (convertito dalla legge 44/2012) assorbe “l’elenco Istat” secondo il quale le Casse (Inpgi compreso) sono classificate amministrazioni pubbliche.


CDA, FNSI e FIEG. GIORNALISTI DISCRIMINATI RISPETTO AI PENSIONATI INPS. VIOLATO UN GIUDICATO COSTITUZIONALE. - Il Cda dell'Istituto punta a colpire per tre anni tutte le pensioni a partire, come detto,  dai  38mila euro. Ma oggi nell'ambito INPS un taglio simile non esiste. I pensionati Inpgi, qualora i ministri vigilanti dovessero dare disco verde,  sarebbero discriminati rispetto ai colleghi targati Inps. L'Inpgi viola il giudicato costituzionale (sentenza 173/2016) secondo il quale il contributo di solidarietà può essere approvato una tantum, non una spessum o una semper. I giornalisti pensionati - quelli dal reddito superiore ai 91.250 euro -   sono stati già assoggettati al "prelievo Letta" (dal gennaio 2014 al dicembre 2016) e non possono essere tartassati di nuovo per  altri tre anni.


Ribadisco che la FNSI non ha giuridicamente alcuna legittimazione a pronunciarsi sul taglio delle pensioni perchè gli Statuti delle Associazioni regionali in essa federati, nonché quello dell'UNGP (Unione Nazionale Giornalisti Pensionati) mirano tutti al benessere dei pensionati INPGI, cioé all'esatto contrario. E l'articolo 38 dello Statuto della FNSI riconosce “il diritto di costituirsi, nell'ambito federale, in organizzazioni sindacali, organismi di base della FNSI, all'Unione Nazionale Giornalisti Pensionati (UNGP), cioè ai giornalisti professionali iscritti alle Associazioni Regionali di Stampa e titolari di pensione, “considerato che il trattamento di quiescenza, così come generalmente concepito e disciplinato nei sistemi pensionistici, è una proiezione della retribuzione percepita in attività di servizio”.


Inoltre in base al decreto legislativo n. 509/1994 la FNSI, come parte sociale, é chiamata ad esprimersi unicamente sulla contribuzione da parte dei giornalisti in attività di servizio, ma non può certamente esprimere pareri a favore del taglio delle pensioni perché ciò esula completamente dai suoi compiti statutari.  In ogni caso neppure la FIEG, come Parte Sociale, può dare il suo parere  sul taglio delle pensioni degli iscritti all'INPGI/1 che sarebbe altrimenti illegittimo, ma può esprimersi solo sui contributi chiesti alle aziende editoriali. L'art. 3, secondo comma lettera b) del decreto legislativo n. 509/1994 é in tal senso tassativo. Prevede infatti che "il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (ora delle Politiche Sociali), di concerto con i Ministeri di cui al comma 1 (cioé con il Ministero dell'Economia e delle Finanze), approva i seguenti atti: ...omissis "le delibere in materia di contributi e prestazioni, sempre che la relativa potestà sia prevista dai singoli ordinamenti vigenti. Per le forme di previdenza sostitutive dell'assicurazione generale obbligatoria le delibere sono adottate sulla base delle determinazioni definite dalla contrattazione collettiva nazionale". E' fin troppo evidente che la FNSI abbia travalicato i suoi compiti perché non avrebbe potuto pronunciarsi sul taglio delle pensioni INPGI/1, esulando del tutto dalle determinazioni definite dalla contrattazione collettiva nazionale.


IL NO DEI SUPREMI GIUDICI. Tre sentenze della sezione Lavoro della Cassazione hanno  inesorabilmente bocciato il contributo di solidarietà varato dopo il 2007 dalla Cassa dei dottori commercialisti e  che il CdA dell'Inpgi "fattosi Parlamento" vuole  introdurre illegalmente sugli assegni di  6.554 giornalisti in quiescenza con redditi superiori ai 38mila euro all'anno. L'Istituto prevede così di risparmiare complessivamente circa 19 milioni di euro nel prossimo triennio. Anche i Ministeri dell'Economia e del Lavoro hanno bocciato il prelievo introdotto dall'Inpgi nella riforma varata il 27 luglio 2015. L'ultima parola, comunque, spetta di nuovo ai ministri Padoan e Poletti, che sono chiamati oggi a dar prova di coerenza e serietà.


CONCLUSIONE PARADOSSALE. L’eventuale approvazione da parte dei Ministeri vigilanti della delibera sui tagli alle pensioni votata dal Cda INPGI/1 il 28 settembre scorso finirebbe paradossalmente per snaturare le finalità stesse con cui era nato proprio il Fondo Pensione Complementare dei Giornalisti Italiani. Infatti, anziché assicurare ai suoi iscritti una pensione supplementare aggiuntiva a quella dell’INPGI, di fatto si trasformerebbe inopinatamente in una sorta di pensione integrativa per mitigare gli effetti negativi del taglio delle pensioni INPGI/1.


Il presidente di Unpit (Unione nazionale pensionati per l'Iatlia) Franco Abruzzo (fabruzzo39@yahoo.it) -  cell. 3461454018 -


================================


10.12.2016 -.INPGI, centinaia di firme di giornalisti attivi e pensionati contro il prelievo sulle pensioni. Una lettera-appello indirizzata ai ministri del Lavoro  Giuliano Poletti e della Economia Pier Carlo Padoan. Sotto accusa la delibera illegittima del Cda dell'istituto. Il sostegno all'iniziativa  di Puntoeacapo e del Mil (Movimeto informazione e libertà). - Raggiunta quota 1.103 firme. -  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=21686


=============================


19.6.2016 - INPGI/Riforma./Pubblichiamo integralmente la lettera/diktat dei Ministeri del Lavoro e  dell'Economia che hanno approvato solo 4 punti  della delibera 27 luglio 2015 dell'Istituto.  "I ministeri reputano necessario evidenziare che l'Inpgi deve 'intervenire in breve con ulteriori modifiche che permettano il rientro del disavanzo, adottando norme che potrebbero risultare anche più restrittive di quanto prevede il sistema generale'". "E' rimesso alle scelte responsabili di efficace gestione degli Organi di codesto Istituto - si legge ancora nella lettera - considerare la possibilità dì armonizzare il proprio ordinamento previdenziale al sistema generale" (normativa Inps/Fornero). Bocciato il prelievo sulle pensioni in essere. - di Francesco M.  de Bonis  -  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=19880


===========================


10.12.2016 -.MONTECITORIO - Interrogazione di Giorgio Airaudo (Gruppo Si-Sel) a Renzi e Poletti sull'Inpgi: quali iniziative urgenti il Governo intenda predisporre per riportare l'Istituto sui binari della trasparenza nonché della sana e prudente gestione; come si intenda garantire a chi ha versato «fior fiore» di contributi per decenni, a chi è in pensione, a chi sta per andarci e a chi si avvicina o svolge una professione che ha attinenza con i diritti costituzionali quale il diritto all'informazione la certezza di avere una previdenza e un'assistenza degne di questo nome; se, in situazione così gravemente compromessa, il Governo non ritenga indispensabile assumere le iniziative di competenza per il commissariamento dell'ente, qualora tale misura non fosse già tardiva. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=22044


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§


autore del messaggio: FRANCESCO ("FRANCO")  ABRUZZO, giornalista professionista dal 3/2/1963, già in forza a IL GIORNO e a IL SOLE 24 ORE,  presidente dell’Unpit (Unione nazionale pensionati per l’Italia - www.unpit.it ), sindaco dell'Inpgi,  consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (di cui è stato presidente dal 1989 al 2007), portavoce del MIL (Movimento Informazione e Libertà),  già consigliere dell’Associazione lombarda dei Giornalisti e già docente universitario a contratto di Diritto dell’Informazione e Storia del Giornalismo, - cell 3461454018, casa telef/fax 022484456, skype: fabruzzo39, mail: fabruzzo39@yahoo.it  fabruzzo39@gmail.com - francoabruzzo@icloud.com (il “CHI E’” è in www.francoabruzzo.it all’indirizzo http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§









 






Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
---------------------------------
Decreto legge n. 63/2012 convertito con la legge 103/2012. Art. 3-bis (Semplificazioni per periodici web di piccole dimensioni): 1. Le testate periodiche realizzate unicamente su supporto informatico e diffuse unicamente per via telematica ovvero on line, i cui editori non abbiano fatto domanda di provvidenze, contributi o agevolazioni pubbliche e che conseguano ricavi annui da attività editoriale non superiori a 100.000 euro, non sono soggette agli obblighi stabiliti dall'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, dall'articolo 1 della legge 5 agosto 1981, n. 416, e successive modificazioni, e dall'articolo 16 della legge 7 marzo 2001, n. 62, e ad esse non si applicano le disposizioni di cui alla delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 666/08/CONS del 26 novembre 2008, e successive modificazioni. 2. Ai fini del comma 1 per ricavi annui da attività editoriale si intendono i ricavi derivanti da abbonamenti e vendita in qualsiasi forma, ivi compresa l'offerta di singoli contenuti a pagamento, da pubblicità e sponsorizzazioni, da contratti e convenzioni con soggetti pubblici e privati.
---------------------------------
Provider-distributore: Aruba.it SpA (www.aruba.it) - piazza Garibaldi 8 / 52010 Soci (AR) - Anno XV Copyright � 2003

Realizzazione ANT di Piccinno John Malcolm - antconsultant@gmail.com