PENSIONI, PEREQUAZIONE E CORTE COSTITUZIONALE. IL SUICIDIO DEI GIORNALI. FRANCO ABRUZZO (UNPIT): “Signori direttori, abbiate coraggio. Vi chiedo la cortesia di ricordare a Renzi & C. che le sentenze si applicano a favore di tutti i cittadini e non di una parte di essi, che il maltorto va restituito anche a rate, ma va restituito. Gli anziani hanno subito una rapina a mano armata da parte dello Stato. Non si scherza sulle parole Giustizia e Uguaglianza di trattamento. Le leggi retroattive per svuotare una sentenza sono degne di uno stato fascista o sovietico”.
DI FRANCO ABRUZZO/PRESIDENTE UNPIT
4.5.2015 - In questi giorni va in scena il suicidio dei quotidiani, che, per servilismo verso il potere, giocano e lavorano contro i loro lettori (fedeli) dai capelli grigi e non scrivono (per viltà) che le sentenze si rispettano e che l’ordinamento giuridico dello Stato non ammette leggi retroattive dirette alla disapplicazione di un giudicato costituzionale, quello che ha cancellato il blocco della perequazione (sentenza 70/2015 della Corte costituzionale della Repubblica Italiana). Signori direttori, abbiate coraggio. Vi chiedo la cortesia di ricordare a Renzi & C. che le sentenze si applicano a favore di tutti i cittadini e non di una parte di essi, che il maltorto va restituito anche a rate, ma va restituito. Gli anziani hanno subito una rapina a mano armata da parte dello Stato. Non si scherza sulle parole Giustizia e Uguaglianza di trattamento. Sui fogli si leggono queste amenità: “Il governo potrebbe decidere di non rimborsare tutti, ma solo i pensionati con gli assegni più bassi, limitando così il costo dell’operazione”; “Il Governo potrebbe escludere gli assegni più ricchi”; “Ipotesi blocco sopra 2.300 euro”. Ma non manca un titolo dettato dal buon senso: “Il Governo pagherà a rate” sul presupposto che l’erario ha risparmiato 4,8 mld (così dice l’Avvocatura dello Stato sentito il ministero dell’Economia) su un arco di due anni (2012 e 2013) e che, quindi, restituirà il maltorto in due anni. Il Governo non può eludere una sentenza della Corte costituzionale e non può sorvolare sulla cancellazione della ‘legge Fornero’ nella parte in cui bloccava la perequazione. Le norme retroattive, di cui si parla in queste ore, sono un rimedio aberrante quando escludono un parte dei cittadini dai benefici di una pronuncia fatta in nome del Popolo Italiano. L’Uguaglianza è una parola magica della nostra carta fondamentale. Ignorare una sentenza o applicarla parzialmente significa incamminarsi su un binario che porta alla fine dello Stato di diritto. Renzi non si può macchiare di questo crimine.
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.4.5.2015 -.Perché appaiono ingiuste le critiche alla storica sentenza n. 70/2015 della Corte costituzionale che ha sbloccato dopo anni la perequazione sulle pensioni da medio basse in su. A chi apre la bocca senza conoscere bene i fatti si consiglia un'attenta rilettura in particolare di tre sentenze della Corte stessa: la n. 30 del 23 gennaio 2004 (Presidente Riccardo Chieppa, relatore Ugo De Siervo), la n. 316 dell'11 novembre 2010 (Presidente Francesco Amirante, relatore Luigi Mazzella) e la n. 116 del 5 giugno 2013 (Presidente Franco Gallo, relatore Giuseppe Tesauro), che dimostrano l'assoluta coerenza, correttezza ed equità dei giudici della Consulta, nonché il loro equilibrio e buon senso. In conclusione, le sentenze della Consulta, in base all'art. 136, 1° comma, della Costituzione vanno applicate senza se e senza ma, cioé senza fantasiose e infondate ipotesi (di leggi retroattive) che provocherebbero solo una valanga di ricorsi in tutti i tribunali. - Nota di PIERLUIGI ROESLER FRANZ, consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17643
.30.5.2015 - . PREVIDENZA. INCOSTITUZIONALE IL BLOCCO DELLA PEREQUAZIONE. La Corte costituzionale con la sentenza 70/2015 riconosce per gli anni 2012-2013 la rivalutazione dell'assegno anche a chi percepisce una pensione superiore a tre volte il minimo Inps. Cancellata la norma del Governo Monti. Lo Stato dovrà sborsare 4,8 mld. Bagno di sangue per l'Inpgi che dovrà versare almeno 6 mln di euro (di cui 2 ritorneranno all'erario sotto forma di tassazione). Bastonato Boeri: se la Patria è in pericolo devono concorrere tutti i cittadini (attivi e pensionati). “Risultano intaccati i diritti fondamentali connessi al rapporto previdenziale, fondati su inequivocabili parametri costituzionali: la proporzionalità del trattamento di quiescenza, inteso quale retribuzione differita e l’adeguatezza. Quest’ultimo è da intendersi quale espressione certa, anche se non esplicita, del principio di solidarietà di cui all’art. 2 Cost. e al contempo attuazione del principio di eguaglianza sostanziale di cui all’art. 3, secondo comma, Cost.. La norma censurata è, pertanto, costituzionalmente illegittima nei termini esposti”. FRANCO ABRUZZO (UNPIT): “I pensionati italiani conoscono la straordinaria coerenza della nostra Consulta nella difesa dei grandi valori della Repubblica. La sentenza è una risposta netta e perentoria a chi predica l'odio contro i cittadini che hanno lavorato per 35-40 anni versando contributi d'oro. Noi pensionati non ci sentiamo soli, abbiamo dalla nostra parte la Costituzione e il Giudice che la fa rispettare anche al Parlamento e al Governo”. IN CODA LA SENTENZA. - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17626
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