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PENSIONI. Tito Boeri preannuncia un contributo di solidarietà (che già c’è dal gennaio 2014) sugli assegni più alti e il ricalcolo degli assegni (tutti?) con il metodo contributivo (campo minato dove lo aspettano Sel e l’ala antirenziana del Pd). Non una parola sulla Consulta che dovrà decidere sulla perequazione e sul prelievo della legge 147/2013 (con scaglioni del 6, 12 e 18% sugli assegni superiori ai 90mila euro lordi annui). La Consulta con la sentenza 116/2013 ha già stabilito che, quando la Patria è in pericolo, devono pagare tutti (cittadini pensionati e cittadini in attività). E poi come la mettiamo con le doppie pensioni dei parlamentari e con la decisione della Camera di non toccare le indennità degli ex-colleghi?


Roma, 3 marzo 2015 (www.blitzquotidianp.it e Franco Abruzzo). Pensioni. Tito Boeri: “Sì a età flessibile e al contributo di solidarietà da quelle più alte” (che già c’è, ndr). “Reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà” e “forme di flessibilità” sull’età di uscita anticipata dal lavoro, con pensioni proporzionalmente più leggere. Sono le due proposte lanciate dal neopresidente dell’Inps, Tito Boeri, in un’intervista ad Enrico Marro che apre oggi la prima pagina del Corriere della Sera. “La gente – ha aggiunto Boeri – ci percepisce come  coloro che decidono, invece noi applichiamo le leggi”. Come dire che il pallino è nelle mani del Governo e del Parlamento. Il neo presidente non  ha speso un parola sulla Corte costituzione, chiamata a decidere sulla perequazione (mancata) e sul prelievo della legge 147/2013 (Governo Letta)  che  incide sulle pensioni superiori a 90mila euro lordo (con scaglioni del 6, 12 e 18 per cento). Non una parola sul ricalcolo delle pensioni con il metodo contributivo, che dovrà occuparsi anche delle pensioni basse tra  mille e duemila euro per rispettare il dettato costituzionale dell’uguaglianza di trattamento. Su questo punto lo scontro (con il Sel di Vendola e con la parte del Pd che fa capo a Fassina e Cuperlo) sarà durissimo, perchè il metodo contributivo massacra le pensioni basse ed esalta quelle alte.


Un Boeri, prudente rispetto ad altre interviste del passato, ma anche  ottimista nonostante il terreno minato che dovrà attraversare, si immagina un percorso che, in deroga alla rigidità dell’uscita dal lavoro stabilita dalla riforma Fornero a 66 anni, l’anticipo a 62 anni possa scattare solo dopo il ricalcolo delle pensioni in pagamento con il sistema contributivo (non prima della prossima legge finanziaria) e solo per chi sarà intenzionato a farlo.


Lei da economista ha sostenuto l’opportunità e la praticabilità di un ricalcolo con il contributivo delle pensioni in pagamento e un contributo sugli assegni più elevati per ricavare circa 4 miliardi che potrebbero andare alle pensioni più basse. E’ sempre di quest’idea?


«Ci lavoreremo. Faremo anche qui un’operazione trasparenza: uno studio per categorie mettendo a confronto l’importo delle pensioni in pagamento con quello che si ottiene dal ricalcolo col metodo contributivo. Sulla base di questi dati potremo formulare proposte d’intervento. Si tratta di quel ruolo propositivo dell’Inps di cui parlavo all’inizio e che rivendico. L’istituto, grazie alle sue competenze e al ricco patrimonio di dati di cui dispone, può essere un consulente di qualità del governo, un po’ come Banca d’Italia».


Quando sarà pronto questo studio? Prima della prossima legge di Stabilità?


«Sì, mi piacerebbe riuscirci entro l’estate». (Enrico Marro, Corriere della Sera)


Due idee da accompagnare al taglio delle direzioni centrali, “che sono troppe, una cinquantina”, al cambio di governance dell’ Istituto, con un cda di tre membri e un Civ (consiglio di indirizzo e vigilanza) più “snello” e senza “funzioni di cogestione”, e a un’operazione trasparenza, con un ‘pin’ di accesso al proprio conto sul sito dell’Inps in modo che tutti possano conoscere la propria situazione: nel 2015 sarà una “possibilità” per tutti i dipendenti privati e nel 2016 per i parasubordinati (con la famosa busta arancione riservata a chi non ha un accesso internet). Il neopresidente assicura che non c’è da preoccuparsi per il deficit da 6,7 miliardi ereditato dall’Inpdap: “Lo squilibrio verrà gradualmente riassorbito”. A suo giudizio è da avviare una riflessione sulle spese assistenziali, “per affrontare l’aumento della povertà che, in questi anni di crisi, ha colpito di più le fasce d’età prima del pensionamento”. “Bisognerebbe insomma spendere meglio le risorse pubbliche – prosegue – prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale. Poi, dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità”. “Ma prima – precisa – bisogna convincere la Commissione europea perché purtroppo i conti pubblici vengono considerati nella loro dimensione annuale anziché sul medio-lungo periodo”. (IN http://www.blitzquotidiano.it/economia/pensioni-tito-boeri-inps-si-eta-flessibile-e-contributo-da-quelle-piu-alte-2118194/)



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ARTICOLI COLLEGATI



.29.12.2014 - .PENSIONI. RENZI: “NESSUN INTERVENTO SULLA RIFORMA. LE IDEE DI CHI VIENE A DARCI UNA MANO NON DIVENTANO PROGRAMMA DI GOVERNO”. PAROLE, QUESTE, LETTE COME UNA CHIUSURA AL “PROGRAMMA” DI BOERI. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16495 



.1.3.2015 - .LETTERA APERTA DI PIERLUIGI FRANZ AI PRESIDENTI DELLE CAMERE:  No alla doppia pensione per gli ex parlamentari a spese di "Pantalone" (=Stato italiano) grazie alla distorta interpretazione dell'articolo 31 dello Statuto dei Lavoratori. Migliaia di ex deputati e senatori in 45 anni hanno potuto graziosamente usufruire delle cosiddette doppie pensioni a spese di "Pantalone", cioé fino al 1999 “pago ZERO, ma prendo 2“ (in altri termini pago 0 e incasso il 200%), mentre dal 2000 in poi “pago un terzo, ma prendo 2“ (in altri termini pago il 30% e incasso il 200%)! Eppure l’art. 31 dello Statuto dei lavoratori era stato correttamente creato proprio per garantire a qualunque cittadino eletto deputato, senatore, consigliere o presidente di Regione, sindaco di grandi città (poi questo sacrosanto diritto é stato esteso anche ai deputati del Parlamento europeo) di mettersi in aspettativa e di poter conservare il precedente posto di lavoro fino al termine del mandato, mantenendo anche una adeguata copertura previdenziale. – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=17013 



.30.12.2014 - .PENSIONI, i calcoli segreti sulla previdenza. La questione è che il “ricco” sistema retributivo garantisce – o meglio, garantiva, essendo stato definitivamente abolito – il 2% della retribuzione media decennale solamente fino a un reddito massimo di 43.000 euro/anno; da questa cifra in poi, il fattore percentuale diminuiva fino allo 0,9% a 81.500 euro/annui per poi rimanere tale. In parole povere ciò significa che un lavoratore con retribuzione superiore a 60.000 – 70.000 euro annui che fosse andato in pensione a 60 anni con 40 di anzianità lavorativa e con una aspettativa di vita di 80 anni, aveva poche probabilità di ricevere indietro i contributi versati e rivalutati, nonostante il sistema retributivo venisse propagandato come “ricco”. - di Michele Carugi/www.ilfattoquotidiano.it – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16498 



.15.2.2015 - .LETTERA AL PRESIDENTE INPS. “I pensionati anche nel 2014 hanno fornito allo Stato i soldi per pagare le anticipazioni che ha versato all'Inps per tappare i buchi di varie gestioni previdenziali (21 miliardi), e inoltre hanno contribuito con 24 miliardi al derelitto bilancio pubblico. Per cui, prima di bastonarli come si usa da tanti proporre, bisognerebbe considerare la loro reale posizione economica, e soprattutto usare in modo corretto e completo i dati del sistema previdenziale”. - di LUCIANO GALLINO-La Repubblica 13.2.2015 -TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16881 



.17.2.2015 - .Il «contributo di solidarietà» (legge 147/2013) sulle pensioni torna alla Corte costituzionale. La nuova sforbiciata si presenta come «definitiva», perché le somme trattenute dagli enti previdenziali non sono ovviamente recuperabili, e assume secondo la Corte dei conti del Veneto (l’ordinanza di 39 pagine è qui sotto) l'aspetto di un «prelievo tributario». In quanto tale, il contributo di solidarietà rischierebbe di fare a pugni con il principio secondo cui le richieste fiscali devono essere commisurate alla «capacità contributiva» (articolo 53 della Costituzione) dei cittadini, che sono «eguali davanti alla legge» (articolo 3):gli stessi principi che hanno spinto in passato la Corte costituzionale a cancellare sia i tagli agli stipendi dei "manager" pubblici, sia la prima stretta sulle pensioni. – IN CODA la sentenza 116/2013 della Corte costituzionale che ha cancellato il prelievo del 2011. - di Gianni Trovati-Il Sole 24 Ore 17.2.2015 - TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16905 



28.11.2014-.PENSIONI. Udienza 10 marzo 2015: la Corte  costituzionale deciderà sulla legittimità del blocco della perequazione degli assegni per gli anni 2012 e 2013. Quattro questioni di costituzionalità sollevate dal tribunale di Palermo, dalle Corti dei Conti dell’Emilia-Romagna (due volte) e della Liguria. Secondo i giudici rimettenti violati i principi di uguaglianza, di proporzionalità ed adeguatezza della retribuzione anche differita, nonché della garanzia previdenziale, della capacità contributiva, del concorso di tutti i cittadini alle spese pubbliche e della normativa CEDU. - di Franco Abruzzo-presidente UNPI – TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16212 



.24.1.2015 - .Pensioni dei parlamentari: ancora una volta il taglio bocciato alla Camera. -di Redazione Blitz – IN CODA l’articolo integrale de IL FATTO -  TESTO IN http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=16746 e in http://www.unpit.it/post.php?id=120



.19.8.2014 - .L’IPOTESI DI TAGLIARE LE PENSIONI PIÙ ALTE- Il contratto tradito - di Piero Ostellino/Corriere della Sera –Testo in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=15364



 






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