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Relazione al Parlamento.
INPGI. Corte dei Conti:
“La riforma del luglio 2011
non assicura l’equilibrio
tra entrate e uscite nel
cinquantennio 2009-2059”.
Previsto il saldo negativo
nel periodo 2023 – 2040.

La Corte dei conti valuta il bilancio 2011 ed è perplessa sul futuro dell’Inpgi: “L’intervenuta riforma, volta a ristabilire l’equilibrio previdenziale nel medio lungo periodo, deliberata da INPGI nel luglio del 2011, pur avendo conseguito effetti positivi sulla sostenibilità della gestione, non assicura – alla luce delle proiezioni elaborate dall’attuario con base 31.12.2009 – per tutto il cinquantennio l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni (il saldo previdenziale è, infatti, negativo dal 2023 al 2040)”.
Le altre considerazioni;
1. peggiora il saldo fra entrate contributive e prestazioni (pari a -€/mgl 1.303 nel 2011 a fronte di +€/mgl 31.808 nel 2010), a causa della diminuzione dei ricavi pari all’1,64 per cento sull’esercizio precedente e dell’aumento dei costi del 6,67 per cento;
2. il rapporto fra numero degli iscritti attivi e il numero delle pensioni è in lieve calo, passando 2,58 del 2010 a 2,45 del 2011;
3. l'avanzo di esercizio diminuisce nel 2011 dell’81,2 per cento, attestandosi sul valore di €/mgl 12.741 (€/mgl 67.783 nel 2010);
4. la redditività netta del patrimonio immobiliare si è mantenuta sostanzialmente stabile, mentre diminuisce sensibilmente il rendimento netto degli investimenti mobiliari, sia al valore di mercato (che passa dal 9,16 per cento nel 2010 al 3,14 per cento nel 2011), sia ai valori di bilancio (dal 4,90 per cento nel 2010 all’1,68 nel 2011);
5. l’indice di copertura della spesa pensionistica IVS da parte del correlato gettito contributivo si è attestato sul valore di 0,95, inferiore a quello del 2010 (pari a 1,02);
6. peggiora il rapporto tra la riserva IVS (dopo la destinazione dell’avanzo) e l’ammontare delle pensioni in essere a fine esercizio, pari a 4,38 annualità nel 2011, a fronte delle 4,62 nel 2010.
In coda e in allegato il testo dell'intera relazione.

Corte dei Conti. Determinazione e Relazione della Sezione del controllo sugli enti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” (INPGI) per l’esercizio 2011. In http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/sez_controllo_enti/2012/delibera_62_2012.pdf


§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§


5. Considerazioni finali


Nell’esercizio oggetto del presente referto le risultanze finali, economiche e patrimoniali della Gestione sostitutiva - sempre di segno positivo - mostrano, nel complesso, una flessione ben più significativa di quella registrata nel precedente esercizio sui risultati del 2009.


In buona sostanza, l’andamento del 2011, da una parte, conferma gli elementi di preoccupazione – di cui già v’era cenno nella relazione sull’esercizio 2010 – che, in qualche modo, si ricollegano, non solo al più generale andamento demografico, ma anche alla crisi in atto nel settore editoriale e che si riflettono sulle dinamiche del rapporto tra contributi e prestazioni e, quindi, in definitiva, sugli equilibri della gestione, soprattutto ove rapportati al medio/lungo periodo, dall’altra sottolinea l’assoluta necessità della riforma varata dall’Istituto nel luglio del 2011 dal lato sia  delle entrate contributive, sia della spesa per prestazioni, i cui effetti potranno apprezzarsi già sugli andamenti dell’esercizio 2012.


Nel 2010 l’avanzo economico si era attestato su 67,8 milioni, con una diminuzione


del 27,9 per cento sul 2009, mentre il patrimonio netto aveva raggiunto 1.725,2 milioni, con un incremento sull’esercizio precedente del 4,1 per cento. Nel 2011 l’avanzo economico è di 12,7 milioni (in diminuzione del 81,2 per cento sul 2010), mentre il patrimonio netto si attesta su 1.736,5 milioni, in incremento, dello 0,7 per cento sul 2010.


L’ammontare della riserva di garanzia IVS è risultato, anche nel 2011, sempre superiore a quello della riserva legale minima prevista dalla legge n. 449 del 1997 ed ha raggiunto nell’esercizio medesimo una consistenza (dopo la destinazione dell’avanzo di gestione) pari a 11,526 annualità delle pensioni in essere al 31 dicembre 1994. Ben diverso valore, però, assume il medesimo indice con riguardo alle prestazioni correnti, attestandosi nel 2011 a 4,381 annualità dell’onere delle pensioni a fine dell’esercizio medesimo, con un ulteriore flessione dell’indice rispetto al precedente biennio (4,624 nel 2010; 4,737 nel 2009).


Delle due principali aree del conto economico, costituite dalla gestione previdenziale e assistenziale e dalla gestione patrimoniale, quest’ultima ha registrato nel 2011 un risultato meno favorevole di quello del 2010, anno in cui l’andamento della gestione patrimoniale segnava un miglioramento sul precedente esercizio. Nel 2011 il saldo tra proventi e oneri complessivi è, infatti, di 64,908 milioni (68,367 milioni nel 2010).


Se la redditività netta del patrimonio immobiliare (al valore di libro) si attestata nel 2011 sul 2,70 per cento, contro il 2,69 del 2010, diminuisce sensibilmente il rendimento netto degli investimenti mobiliari, pari, al valore di mercato al 3,14 per cento (contro il 9,16 del 2010) e, ai valori di bilancio, all’1,68 per cento (contro il 4,90 per cento del 2010). Risultato, quest’ultimo, ovviamente da contestualizzare con l’andamento generale dei mercati finanziari nella difficile situazione economica che ha contraddistinto il 2011.


Dati ancor meno favorevoli sono da riferire quanto alla gestione previdenziale e assistenziale. Si accentua, infatti, il trend negativo già segnalato riguardo al precedente esercizio, con un saldo della gestione che chiude in negativo per 1,3 milioni (+ 31,8 milioni del 2010), cui corrisponde un tasso di decremento dei ricavi dell’1,64 per cento e di aumento dei costi del 6,67 per cento.


Sempre con riferimento alla medesima gestione è da rilevare – e questi sono forse i dati cui riservare specifica attenzione - come il gettito contributivo IVS, in diminuzione tra il 2011 e il 2010 dell’1,08 per cento (372,2 milioni nel 2011, contro i 376,3 milioni del 2010), faccia registrare complessivamente nel quinquennio 2007- 2011 una crescita del 5,68 per cento, ben inferiore a quella della spesa pensionistica. La spesa per pensioni IVS è, infatti, nel 2011 di 392,667 milioni, con un tasso di aumento del 6,34 per cento sull’esercizio precedente, la cui spesa in valori assoluti era di 369,272 milioni. Nel quinquennio 2007-2011 gli oneri pensionistici si incrementano complessivamente del 28,7 per cento.


Va inoltre evidenziato che nel 2011: gli iscritti attivi non titolari di pensione hanno raggiunto, a fine esercizio, il numero di 17.907 (-143 unità rispetto al 2010); il rapporto tra iscritti attivi e pensioni (queste ultime, passate complessivamente dalle 6.992 del 2010 alle 7.303 dell’esercizio successivo) è pari a 2,45 (2,58 nel 2010);       l’indice di copertura della spesa pensionistica IVS da parte del correlato gettito contributivo (entrate correnti e entrate relative a esercizi precedenti) si è attestato su un valore di 0,95 (1,02 nel 2010); l’incidenza delle uscite complessive della gestione previdenziale e assistenziale sul complesso delle entrate della medesima gestione è stata del 100,3 per cento, meno favorevole di quella del 2010 (92,5 per cento).


I risultati non positivi della gestione INPGI del 2011 - specie dal lato della gestione previdenziale - tanto più se rapportati alle previsioni attuariali di medio e lungo periodo sulla sostenibilità del sistema previdenziale dei giornalisti, non fanno che confermare l’assoluta necessità dell’intervento riformatore adottato dall’Amministrazione nel luglio del 2011 che è valso, come il nuovo bilancio tecnico 2009-2059 evidenzia, ad assicurare la progressiva crescita del patrimonio e una più solida tenuta tecnica dell’indice di garanzia rappresentato dal rapporto tra il valore del patrimonio e la riserva legale di cinque annualità delle prestazioni correnti.


Resta, però, da sottolineare come l’intervenuta riforma - alla luce almeno delle proiezioni post riforma elaborate dall’attuario, sempre però con base 31 12.2009 - non assicuri per tutto il cinquantennio l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni (il saldo previdenziale è, infatti, negativo dal 2023 al 2040), richiesto dall’articolo 24, comma 24 del decreto legge n. 201 del 2011.


Alla luce di queste risultanze, la Corte, pur prendendo atto degli interventi correttivi adottati da INPGI, ritiene necessario non solo il severo monitoraggio degli effetti della riforma, ma anche l’adozione di quelle misure che valgano a garantire il rispetto pieno delle richiamate disposizioni del decreto “Salva Italia”.


In particolare, appare indispensabile, alla luce anche delle indicazioni impartite dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con la circolare del maggio del 2012, l’acquisizione da parte dell’INPGI di un nuovo bilancio tecnico per verificare l’equilibrio della gestione nel lungo e medio periodo, in coerenza con le linee operative dettate dai Ministeri vigilanti.





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