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SFOGO E ACCUSA.
Lettera di un “redattore
abusivo” sospeso
tra disoccupazione
e occupazione: e il
sindacato che cosa fa?
Da quanto tempo
non gira per le redazioni?

(Davvero il sindacato non sa, o solo finge di non sapere che ancora oggi sono i precari a impaginare i giornali? Grandi e piccoli. Senza distinzione alcuna).
Sono i vertici di categoria, oggi, a dover studiare e varare nuove forme di garanzia a tutela delle fasce più deboli. Contributi per la Casagit a misura di retribuzione reale, contributi sociali. Con una retribuzione di poco più di 1.400 euro netti mensile è impensabile sottrarre duecento euro per la Casagit. Impossibile versare i contributi volontari da quasi 700 euro. Ma è impensabile perdere il diritto alla pensione perché si è sfruttati.

di Garibaldo Spartaco*

Evviva la solidarietà. I padri fondatori degli istituti previdenziali e assistenziali dei giornalisti hanno creduto fermamente che la libertà di stampa avesse le sue radici nella sicurezza dei giornalisti di essere al riparo dagli incubi della perdita del lavoro, della perdita della salute e garantendo una vecchiaia serena.


Ben vengano dunque gli interventi a favore dei disoccupati dall’assegno mensile, ai contributi figurativi alla Casagit garantita. Per questo hanno lottato generazioni di giornalisti e per questi valori siamo pronti a lottare anche noi. NOI PRECARI. O peggio noi redattori abusivi mascherati da precari. Una figura di mezzo tra disoccupazione e occupazione. Abbastanza nel limbo per perdere il diritto all'assegno di disoccupazione (ma soprattutto ai contributi figurativi) e all'assistenza sanitaria.


Innovare vuol dire anche prendere atto delle nuove (finte) forme contrattuali. Non ci sono più i contratti sicuri di una volta, quelli a tempo pieno e a tempo indeterminato. Soltanto contratti a tempo determinato e di collaborazione. E addio a Inpgi e Casagit.


Sono i vertici di categoria, oggi, a dover studiare e varare nuove forme di garanzia a tutela delle fasce più deboli. Contributi per la Casagit a misura di retribuzione reale, contributi sociali. Con una retribuzione di poco più di 1.400 euro netti mensile è impensabile sottrarre duecento euro per la Casagit. Impossibile versare i contributi volontari da quasi 700 euro. Ma è impensabile perdere il diritto alla pensione perché si è sfruttati. E' impensabile che il sindacato avvali forme di sfruttamento che umiliano i giovani giornalisti e sottraggono contributi alle nostre casse. E' un'emergenza professionale e senza prenderne atto i vertici di categoria si trasformano in complici del lavoro nero.


Ormai siamo al paradosso: è più conveniente percepire l’assegno di disoccupazione e lavorare da clandestini, perché ci sono Casagit e Inpgi assicurato. L'abusivo precario è solo un paria. Dimenticato e abbandonato. Ma così non si umilia soltanto la dignità umana e professionale, si svuotano anche le casse di Inpgi e Casagit, mentre i contributi, anche se in misura ridotta, dei giornalisti senza diritti garantirebbero le entrate. E il sindacato che cosa fa? Da quanto tempo non gira per le redazioni? Davvero non sa, o solo finge di non sapere che ancora oggi sono i precari a impaginare i giornali? Grandi e piccoli. Senza distinzione alcuna.


Riflettete e innovate.


* Dietro questa firma si cela un redattore abusivo, che non può rischiare…Oggi chi si ….firma è davvero perduto!





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