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Stampa

FIRENZE.
GIORNALISTI. PRECARI:
‘NOI IN SALDO DA
99 EURO AL MESE’.
IN 200 A PRESIDIO
A MANIFESTAZIONE.
NAPOLITANO: PRECARIATO MALESSERE PER la PROFESSIONE. Scioperano i collaboratori dell’Unità.

Firenze, 7 ottobre 2011. Allo slogan ‘Giornalisti in saldo, da 99 euro al mese’ circa 200 giornalisti precari, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato oggi a Firenze a un presidio, organizzato insieme all’Associazione stampa toscana. La manifestazione si è svolta nella centralissima piazza della Signoria, e si è tenuta nell’ambito della due giorni intitolata ‘Giornalismi e giornalisti - Libera stampa liberi tutti’, dedicata al precariato nel giornalismo italiano. I giornalisti hanno distribuito volantini in cui spiegano la loro condizione di precarietà lavorativa, con compensi, in alcuni casi, che vanno dai 2 ai 10 euro a pezzo. “Senza il nostro lavoro - ha detto uno dei precari - molte testate non uscirebbero, ma siamo sotto pagati. Chiediamo più dignità, maggiori tutele e un equo compenso”. (ANSA).


NAPOLITANO: PRECARIATO MALESSERE PER la PROFESSIONE.


Firenze, 7 ottobre 2011. «Vorrei esprimere il vivo apprezzamento per la decisione dell'Ordine dei giornalisti di essere vicino agli 'ultimì della professione. Già in occasione della giornata dell'informazione al Quirinale ho avuto modo di richiamare l'attenzione delle istituzioni sui problemi e sui motivi di preoccupazione che travagliano la delicata professione giornalistica, indicando proprio il malessere e l'assillo del precariato tra i punti più critici». È quanto espresso dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato all'incontro 'Giornalismi e giornalistì in corso a Firenze fino a domani. Circa 400 i giornalisti precari, provenienti da tutta Italia, che partecipano all'iniziativa insieme a rappresentanti nazionali e locali dell'Ordine dei Giornalisti e della Fnsi.


«Rinnovo con convinzione - ha aggiunto Napolitano - l'auspicio che tutte le parti in causa concorrano alla salvaguardia e alla valorizzazione di quel capitale umano, con le sue risorse di creatività e d'innovazione, costituito da tanti giovani, e ormai anche non più tanto giovani, che quotidianamente operano in una realtà globale percorsa da forti tensioni e intensi cambiamenti». Secondo Napolitano «abbiamo il dovere di credere nel loro futuro e impegnarci perchè anche i giovani professionisti dell'informazione possano contribuire a sviluppare il rapporto con le istituzioni nel segno della comune responsabilità verso i principi costituzionali di libertà e di pluralismo». In apertura dei lavori è stato proiettato un videomessaggio di Luciana Littizzetto. «Guardate che faccia avete - ha detto la comica - andate a fare le escort: la vostra donna delle pulizie prende più di voi». Al termine della due giorni sarà siglata 'La Carta di Firenzè, per definire i diritti dei precari e sanzionare chi non garantirà l'equo compenso ai collaboratori. All'iniziativa è intervenuto anche l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori che ha portato un messaggio di solidarietà ai giornalisti precari. (ANSA)


UNITA’ - SCIOPERO DI DUE GIORNI dei COLLABORATORI


Bologna, 7 ottobre 2011. I collaboratori delle redazioni di Roma, Milano, Firenze e Bologna e i corrispondenti regionali dell’Unità scioperano per due giorni, oggi e domani, per protestare contro le loro condizioni di lavoro. “Una situazione - hanno scritto in una lettera al direttore - che non siamo più disposti ad accettare”. “Innanzitutto - si legge nella lettera - il ritardo nei pagamenti: per la maggior parte di noi l’ultimo bonifico risale a giugno, e riguarda il compenso delle pubblicazioni di febbraio. Una situazione aggravata dalle spese che ci troviamo a sostenere relative al lavoro che forniamo a questo giornale, per cui i pagamenti ricevuti con questo ritardo raramente possono essere considerati un guadagno. Tutto questo avviene in un contesto di totale assenza di prospettive per i precari storici, anche a fronte di spazi che si sono aperti con i prepensionamenti. Abbiamo atteso con sacrificio, in nome di un’azienda che stimiamo e alla quale sentiamo di appartenere, la fine dello stato di crisi, di fatto avvenuto lo scorso giugno, sicuri come eravamo che le condizioni finora mal sopportate sarebbero finalmente cessate. Con tutta evidenza così non è stato. I nostri assegni sono, invece, fermi a due anni fa, ridotti a una media di 20 euro lordi a pezzo. Così è ancora per le nostre prospettive, congelate sull’altare dell’attesa, in nome di un futuro migliore che non si scorge all’orizzonte”. L’appello al direttore, quindi, è perché si faccia portavoce con il Cda della Nie e con l’editore per il pagamento degli arretrati e per favorire la convocazione di un incontro. “Chiediamo che venga riconosciuta da questa azienda la nostra esistenza e con essa il rispetto e la dignità che ne consegue. Il nostro stato di esasperazione e la negazione dei nostri diritti non ci permette di sopportare oltre”. La protesta ha raccolto la solidarietà dell’associazione della stampa Emilia-Romagna, dell’associazione stampa Toscana e dell’associazione stampa Romana. (ANSA).


 


 


 


 


 





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