di Michele Cassano-ANSA
Roma, 15 dicembre 2010. Il timore che serpeggiava tra i banchi dell'opposizione era che l'impero mediatico di Silvio Berlusconi potesse espandersi anche ad un grande quotidiano, sull'altro fronte non si era mai spento il sospetto che il patron di Sky, Rupert Murdoch, potesse affacciarsi sul mercato editoriale italiano. L'annuncio di oggi del ministro Paolo Romani sembra porre un freno a ogni tipo di speculazione: il divieto di incroci tra stampa e tv, previsto dalla legge Gasparri e in scadenza a fine anno, sarà prorogato. La misura dovrebbe essere inserita con ogni probabilità nel decreto milleproroghe, che sarà approvato entro fine anno. Il ministro dello Sviluppo Economico ha fatto sapere che i nuovi limiti avranno scadenza temporanea. La durata del divieto - a quanto si apprende - non sarà nell'ordine di mesi, ma probabilmente annuale o superiore. Secondo la norma, i soggetti che esercitano l'attività televisiva in ambito nazionale attraverso più di una rete non possono acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di quotidiani. A sollecitare la proroga del divieto era stata l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, che il 24 novembre scorso aveva inviato al ministro una comunicazione con l'invito a valutare un intervento legislativo in merito. «La scadenza del divieto in questione - scriveva il presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò - risulta di particolare rilevanza ai fini del pluralismo, in considerazione del fatto che la televisione risulta il mezzo principale di informazione, seguita dai quotidiani, che rappresentano la seconda fonte di informazione utilizzata in Italia». Il divieto di incroci entrò in vigore con la legge Mammì del 1990 e proprio in base a quella legge Silvio Berlusconi fu costretto a cedere la maggioranza delle azioni de 'Il Giornalè al fratello Paolo Berlusconi. Nel 2004 la norma, grazie a un emendamento dell'Udc e del centrosinistra, fu ripresa e aggiornata nella legge Gasparri, con la previsione di un limite. Lo scorso aprile l'opposizione ha presentato un disegno di legge in materia nel quale si prevedeva anche lo spostamento in avanti del divieto. Tra i firmatari il deputato dell'Udc, Roberto Rao, il quale ora auspica che «la proroga promessa dal ministro sia congrua nei tempi per consentire il varo di una legge di sistema su questo argomento». «Aspetto di vedere il testo del decreto, ma intanto prendo atto dell'impegno del ministro Romani», dichiara invece il responsabile del Forum Comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni, aggiungendo che «la scadenza del divieto costituisce una potenziale minaccia all'autonomia della carta stampata, vista l'abnorme concentrazione televisiva che, d'altra parte, si accompagna al conflitto di interessi». (ANSA).
DIVIETO INCROCI,COSA PREVEDE LA GASPARRI
Partecipazioni in quotidiani vietate per chi ha più di una rete prima del 31 dicembre 2010.
Il divieto di incroci tra il settore della stampa e quello della televisione, che il governo ha annunciato di voler prorogare, scade il 31 dicembre prossimo in base a quanto previsto dalla legge Gasparri. La proroga del divieto, con un intervento legislativo, era stata sollecitata in una comunicazione del 24 novembre 2010, inviata dall'Agcom al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e al ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani. Secondo l'Autorità ''il mantenimento della normativa sui limiti antitrust incrociati stampa-tv può a pieno titolo rientrare tra gli interventi consentiti al legislatore per il mantenimento della concorrenzialità e del pluralismo del sistema dell'informazione, anche alla luce del confronto con i principali Paesi europei''. L'originaria disposizione sul divieto, contenuta nella legge Mammì del 1990, era stata modificata dalla Gasparri, approvata il 3 maggio 2004. Secondo la norma, i soggetti che esercitano l'attività televisiva in ambito nazionale attraverso più di una rete non possono, prima del 31 dicembre 2010, acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani. Tale divieto si applica anche alle imprese controllate, controllanti o collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile. La norma è confluita, in sede di riordino e coordinamento della legislazione in materia radiotelevisiva, nel Testo unico della radiotelevisione del 2005, il quale è stato di recente modificato dal Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici del 15 marzo 2010, che ha mantenuto inalterata la disposizione sugli incroci di stampa e tv. L'Agcom, nel suo ultimo intervento, aveva ricordato che ''la disposizione in materia di limiti antitrust è stata sin dall'inizio concepita dal legislatore a tutela del pluralismo dei mezzi di comunicazione e di informazione, sulla base delle indicazioni date dalla Corte Costituzionale''. ''La scadenza del divieto in questione - scriveva ancora l'Autorità - risulta di particolare rilevanza ai fini del pluralismo, in considerazione del fatto che la televisione risulta il mezzo principale di informazione, seguita dai quotidiani, che rappresentano la seconda fonte di informazione utilizzata in Italia''. (ANSA, 15/12/2010)