Milano, 17 novembre 2010. La decisione della Monrif (società editrice di Il Giorno, La Nazione e Il resto del Carlino) di bloccare) di bloccare in portineria i regali di Natale diretti ai giornalisti (e non solo) ha ottenuto una eco vasta nel mondo dei media. Pubblichiamo una prima lettera: “Ciao ancora, Franco. Il titolo che dai all'argomento all'inizio del tuo notiziario è neutro e lo condivido. Non condivido invece quello dell'articolo, con quel verbo "sequestra" che da' un'accezione negativa ad un'azione che viene ritenuta generalmente più che positiva, con contenuto etico. Addirittura molte aziende manifatturiere e di servizi prevedono sanzioni disciplinari ai loro dipendenti che accettano direttamente (ed indirettamente...) regali da clienti e fornitori. sempre un caro saluto, vincenzo”. Il problema, in verità, è complesso perché coinvolge il principio fondamentale della inviolabilità della corrispondenza (art 15 Cost), principio tutelato, come scrive Enrico Fedocci qui sotto da un articolo preciso del Codice penale. E poi ci sono la legge sulla privacy e l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (che protegge le fonti dei giornalisti). (f. ab.)
di Enrico Fedocci
Faccio cronaca nera, quindi sono al di sopra di ogni sospetto: i morti ammazzati non mandano ceste natalizie ai giornalisti. E nemmeno gli assassini. E io, per l’appunto, non ricevo pacchi dono dalle aziende dai tempi del Corriere della Sera, quando lavoravo nella mitica redazione motori.
Ma di anni ne sono passati parecchi e di pacchi dono – mannaggia a me - neanche l’ombra.
Leggendo la lettera del capo del personale di Nazione/Giorno/Resto del Carlino resto perplesso:
la direzione del personale comunica che i pacchi dono che arriveranno per Natale in redazione a nome di questo o quel giornalista saranno requisiti all’ingresso e ridistribuiti ai dipendenti attraverso estrazione a sorte.
Nobile l’intento, ma vana la speranza: mi pare che ci sia un reato specifico, previsto dal nostro codice penale che riguarda la tutela della corrispondenza:
"Si configura il reato di violazione, sottrazione o soppressione di corrispondenza (art. 616 c.p.) quando taluno prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa (violazione), a lui non diretta, oppure sottrae o distrae, al fine di prenderne o di farne da altri prender cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta (sottrazione), oppure, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime (soppressione). Il reato è punito, se il fatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a un anno o con la multa da 30 euro a 516 euro".
Ma l’ammonimento finale del direttore del personale è la ciliegina sulla torta: anche i regali che arrivano a casa dovranno essere portati al giornale per essere inseriti nel “tesoretto” da ridistribuire tra tutti i dipendenti.
I colleghi del gruppo Monrif-Riffeser sono avvisati.
A questo punto non escluderei la perquisizione domiciliare a sorpresa, magari nel cuore della notte, con la guardia giurata del giornale che entra in casa del povero redattore, gli salta in piedi sul letto mentre il tapino ancora dorme e urla: “Dove hai nascosto il prosciutto?! PARLA, PARLA… BASTARDO!!!!”
E, a cuor leggero, non mi sentirei neanche di escludere la perquisizione personale all’uscita dalla redazione:
-“Dove hai preso questo telefonino?”
-“Me l’ha regalato la fidanzata per Natale”
- “REGALATO????!!!”
E giù manganellate
Mah, ridiamoci sopra…
E’ proprio vero, chi c’ha il pane, non ha i denti
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Leggi tutto in http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=5793
Monrif “sequestra”
i regali diretti
ai dipendenti.
Saranno estratti
a sorte tra gli stessi.
E’ “un modo più equo
e solidale per
festeggiare il Natale,
tutti insieme”.
“Vorrei aggiungere - scrive il direttore delle Risorse umane - , anche se mi sembra superfluo, che eventuali regali che dovessero arrivare nelle nostre case dovranno far parte nel suddetto "tesoretto". L’iniziativa riguarda anche i redattori del Giorno, del Resto del Carlino e della Nazione.
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