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Lettera dall’Emilia/Romagna. "Denunciare le assurdità e le ingiustizie che si verificano nel mondo dell'editoria è un dovere nei confronti di se stessi, nonché dei giovani che desiderano affrontare la nostra professione”.
“Dalla sera alla mattina mi sono trovata senza lavoro e senza alcuna tutela. Si è scoperto successivamente, grazie ad una ispezione dell'Inpgi, che l'editore non versava, nè ci dava da versare, la quota previdenziale. Ovviamente noi giornalisti abbiamo avuto la colpa di non aver mai richiesto per paura alcun ragguaglio in merito a questo comportamento illecito".
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