Roma, 10 gennaio 2010. Conto alla rovescia per le testate di partito e di cooperative per il ripristino dei fondi pubblici: l’ipotesi più ottimistica, da parte delle circa 90 aziende interessate è che la norma possa essere inserita nel decreto Sviluppo che secondo indiscrezioni non confermate potrebbe arrivare nel primo consiglio dei ministri dell’anno, convocato per mercoledì 13 gennaio. Altrimenti le strade sono due: o un provvedimento ad hoc, oppure l’inserimento della norma, che ripristinerebbe il cosiddetto diritto soggettivo delle testate di partito e cooperative ad accedere ai fondi pubblici, tramite un emendamento, nel decreto milleproroghe varato dal governo prima di Natale e dalla prossima settimana all’esame del Senato. Di fatto la norma attesa dai giornali di partito e da altre testate di idee e non profit equivale al ritorno all’iter stabilito dall’articolo 44 del decreto Tremonti del 2008 che, riducendo il capitolo di spesa per il settore, demanda ad un regolamento la disciplina e la distribuzione dei fondi. Tuttavia la legge Finanziaria all’articolo 53bis ha cancellato, a partire dal 2010, il diritto soggettivo delle testate di cooperative e di partito a percepire i contributi diretti dello Stato. Secondo gran parte delle cooperative interessate la norma in questione di fatto, stabilisce il contrario di quanto previsto nel regolamento dell’editoria che ha già avuto il via libera del Cdm lo scorso 23 ottobre e, sentito il parere del Consiglio di Stato, dovrebbe essere mandato alle commissioni parlamentari competenti nei primi mesi dell’anno. Per le aziende editoriali interessate i tempi sono importanti: il timore è che demandando il ripristino del diritto soggettivo, ad esempio, ad una norma del milleproroghe, la sua approvazione slitti ai primi di marzo con problemi per i bilanci delle aziende e per i loro rapporti con gli istituti di credito. Secondo il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti, deputato del gruppo Misto, «siamo già in ritardo, bisogna approvare immediatamente una norma che dia garanzie economiche perchè centinaia di imprese sono prive di qualsiasi certezza». Più in generale, secondo il deputato, «sarebbe ora di aprire il confronto sulla riforma dell’editoria con una revisione radicale dei criteri di attribuzione dei fondi, perchè non possiamo far finta di non sapere che ci sono sacche di parassitismo, di privilegio e addirittura ci sono testate che prendo noi soldi e di cui – conclude – non v’è traccia in edicola e in nessun luogo».
«Siamo in una situazione che necessita una grande attenzione e che desta grande allarme. Ci sono giornali con l’acqua alla gola». Stefano Menichini, direttore di Europa, denuncia così il problema del ritardo dei contributi all’editoria di partito. Ieri il quotidiano di area Pd ha sollevato la questione facendo presente che il conto alla rovescia per i fondi ai giornali di partito è ormai agli sgoccioli, anche perchè la promessa di Gianfranco Fini e Giulio Tremonti di ripristinare i finanziamenti, per ora, non ha avuto seguito. «Noi contiamo sul mantenimento della parola data -dice Menichini- anche perchè sappiamo che sono diversi gli strumenti a disposizione. Sapevamo che c’era la possibilità di inserire il ripristino dei fondi nel Dl sviluppo che deve essere approvato entro gennaio. Ma ieri, nel pezzo che abbiamo pubblicato, abbiamo verificato che questa possibilità è sfumata e che molto probabilmente la cosa verrà inserita come emendamento al Dl milleproroghe che sarà approvato entro i primi di marzo». Un notevole slittamento che comporta non pochi problemi a diversi quotidiani che, come spiega Menichini, «sono con l’acqua alla gola». Ma oltre al tema dei fondi, «oltre al quanto, bisogna anche capire che cosa viene inserito. Abbiamo chiesto il ripristino del diritto soggettivo la cui abolizione mette a rischio il pluralismo dell’informazione. Avevamo garanzie anche su questo. Vedremo. Intanto, da parte nostra, teniamo alta l’attenzione».
«Ha fatto bene Europa a lanciare l’allarme e a tenere alta l’attenzione. Comunque io confido in un incontro a breve con il ministro Tremonti per chiarire la situazione». Lo dice Enzo Raisi, deputato Pdl e amministratore de Il Secolo, a proposito del ripristino dei fondi per i giornali di partito visto che, al momento, non hanno ancora avuto seguito le promesse in tal senso fatte alcune settimane fa da Gianfranco Fini e Giulio Tremonti ai direttori dei quotidiani interessati. «Dovevamo incontrare Tremonti prima di Natale ma l’incontro è saltato per via della neve. Poi c’è stata la pausa natalizia e quindi speriamo di poter incontrare il ministro -spiega Raisi- la prossima settimana e avere chiarimenti. Ci sono due possibilità per inserire la norma sui fondi all’editoria o nel Dl sviluppo o nel milleproroghe. Aspettiamo una risposta». In: http://www.altroquotidiano.it/?p=25561
FNSI: RIPRISTINARE DIRITTO SOGGETTIVO. SENZA DI ESSO CONTRIBUTI INCERTI. GOVERNO INSERISCA NORMA IN DL SVILUPPO.
Roma, 12 gennaio 2010. «Resta forte la preoccupazione per i giornali cooperativi, non profit e di partito: oltre 100 testate - quotidiani e periodici - e più di 4000 posti di lavoro, tra giornalisti ed altri operatori del settore, sono pesantemente a rischio a causa di una norma - comma 62 dell'art.2 (ex 53 bis) della legge finanziaria, che sopprime il carattere di diritto soggettivo dei contributi alla editoria». È quanto si legge in una nota della Fnsi che domani, insieme a Mediacoop, Articolo21 e ai cdr delle testate interessate, ha convocato una assemblea-conferenza stampa presso la sede del sindacato alle 11. Il ministro Tremonti ed il sottosegretario Bonaiuti, in parallelo all'approvazione della legge finanziaria - rileva la nota - si erano esplicitamente impegnati a risolvere il problema all'interno del decreto 'milleproroghè ovvero nel cosiddetto 'decreto-sviluppò ma fino ad oggi l'impegno non è stato ancora rispettato. Il ripristino del diritto soggettivo è indispensabile per garantire le certezze necessarie per una corretta gestione aziendale e consentire agli amministratori delle società di programmarne le scelte«. »Il problema - prosegue la nota - non è rinviabile. Senza il diritto soggettivo, infatti, si rende incerto l'ammontare dei contributi, non è possibile appostarli nei bilanci aziendali, nè è possibile redigerli e certificare, determinando - nel contempo- gravissime difficoltà finanziarie, perchè l'erogazione dei contributi viene effettuata alla fine dell'anno successivo a quello di riferimento. Chiediamo che il Governo mantenga l'impegno, autorevolmente assunto ed inserisca l'indispensabile ed urgente provvedimento, all'interno del 'decreto sviluppò che il Consiglio dei ministri si appresta ad approvare”. (Adnkronos)
EDITORIA. FILIERA CARTA A GOVERNO: URGENTI MISURE SOSTEGNO NON RINVIABILI DETASSAZIONE UTILI E CREDITO D'IMPOSTA SU CARTA
Roma, 12 gennaio 2010. La detassazione degli utili investiti in pubblicità e il credito d'imposta per l'acquisto della carta, misure «non rinviabili» per ridare fiato al settore dell'editoria: sono le richieste rivolte al governo dalla Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione. Della Filiera fanno parte Acimga (produttori di macchine grafiche), Aie (editori di libri), Anes (editoria periodica specializzata), Argi (distributori di macchine, sistemi e prodotti per il settore grafico), Asig (stampatori di giornali), Assocarta (produttori di carta), Assografici (industrie grafiche, cartotecniche e trasformatrici) e Fieg, (editori di quotidiani e di periodici): un settore che rappresenta oggi il 5% dell'occupazione manifatturiera complessiva italiana. «Nel biennio 2008-2009, a causa della profonda crisi che ha investito il mondo industriale, il quadro economico nel quale opera la Filiera - sottolinea una nota diffusa dalla Fieg - si è drammaticamente aggravato e deteriorato: in un anno il fatturato è passato da più di 40 milioni del 2008 a 35 del 2009. Tuttavia, per alcuni settori della Filiera si registrano cali di fatturato sino al 30% e le crisi aziendali del settore sono ormai quotidiane. Solo il settore carta nel corso dell'anno ha perso 1,5 milioni di tonnellate di capacità produttiva rispetto al 2008». «Un dato - continua la nota - reso ancora più drammatico dal crollo degli investimenti pubblicitari su carta stampata. Gli aggiornamenti a fine ottobre dell'ultimo osservatorio stampa Fcp (Federazione Concessionarie Pubblicità) evidenziano per il complesso della pubblicità su stampa un calo ormai stabile del 23%, con un -30% per i periodici, -18% per i quotidiani a pagamento e -29% per la free press. Pesanti i riflessi sui livelli occupazionali ridotti di ben 5.800 unità rispetto al 2008. Massiccio il ricorso alla Cassa integrazione, triplicata rispetto ad un anno prima (14,6 milioni di ore negli 11 mesi 2009 contro 5,4 milioni di ore dello stesso periodo 2008). I dati appaiono particolarmente significativi se si considera che, la stessa Filiera, nel periodo 2000-2007 si era caratterizzata per stabilità e continuità, con un tasso di crescita tra i più elevati nel sistema manifatturiero italiano, influendo positivamente sia sui livelli occupazionali sia sulla mitigazione del rischio d'impresa». «Nell'attuale drammatica situazione di incertezza per il futuro del settore, i rappresentanti della Filiera - si sottolinea ancora - chiedono al Governo di intervenire urgentemente con misure di carattere generale che possono promuovere i consumi nel mercato interno. A questo proposito la detassazione degli utili investiti in pubblicità avrebbe un duplice effetto positivo di spinta ai consumi e di rilancio della spesa pubblicitaria, garantendo un afflusso di risorse ai mezzi di informazione su stampa che come già citato stanno registrando forti cali di fatturato. Fondamentale, inoltre il credito d'imposta per l'acquisto di carta, misura per consentire alle aziende di resistere alla crisi e di tornare poi a correre alla pari dei concorrenti europei e mondiali». (ANSA).
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Giornali di idee, di partito E di cooperative.
EDITORIA: NO ai TAGLI.
FNSI RILANCIA
L'OFFENSIVA.
FRONTE SI COMPATTA:
SUBITO DIRITTO
SOGGETTIVO
E STATI GENERALI
Roma, 13 gennaio 2010.Si compatta il fronte del no ai tagli all'editoria che penalizzano i giornali di idee, di cooperative e di partito e cresce il pressing sul governo affinché ripristini il diritto soggettivo di queste testate (cancellato dalla Finanziaria) a percepire dal 2010 i contributi diretti previsti dallo Stato: una strada potrebbe essere quella del decreto-sviluppo, giudicata la più tempestiva per salvare un centinaio di testate e circa quattromila posti di lavoro. E' questo il senso dell'incontro svoltosi nella sede della Federazione Nazionale della Stampa alla quale hanno preso parte i Comitati di Redazione dei giornali interessati, Mediacoop, parlamentari (Emilia De Biase, Pd; Vincenzo Vita (Pd); Beppe Giulietti e Roberto Mura, (Lega) e sindacalisti come il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni.
Un incontro per raccogliere le idee e lanciare un'offensiva affinché si rimedi al 'danno' della Finanziaria e contemporaneamente si metta al centro la riorganizzazione dell'intero settore editoriale con la convocazione degli Stati Generali. Un appuntamento che, se ulteriormente procrastinato dal governo, secondo la proposta avanzata da Fammoni - potrebbe essere convocato dalle rappresentanze di settore subito dopo le elezioni regionali. Intanto, si pensa a una mozione bipartisan da presentare a Camera e Senato che impegni l'esecutivo e non si esclude neanche la proclamazione di uno sciopero dei giornalisti delle testate interessate. "A quaranta giorni dalla soppressione del diritto soggettivo - ha esordito il presidente della Fnsi Roberto Natale - la situazione non è stata chiarita, nonostante le rassicurazioni del ministro dell'economia Giulio Tremonti e le promesse del sottosegretario Paolo Bonaiuti. Fino a questo momento non si sa nulla se la norma che ripristina il diritto soggettivo sarà contenuta nel decreto sviluppo o nel cosiddetto milleproroghe. E' un metodo inaccettabile per le aziende che non capiscono neanche quali siano i soggetti istituzionali chiamati a decidere". Ma c'é un altro punto sul quale Natale ha insistito: nessuna 'corsia preferenziale' per i giornali di partito, le testate definite 'storiche' e, soprattutto, nessuna lista dei buoni e dei cattivi. "La storia - ha spiegato - non é un criterio sul quale regolarci. Noi chiediamo una riforma complessiva che tagli gli sprechi con una trattativa condotta alla luce del sole. Non si può accettare che all'improvviso esca una lista dei buoni e dei cattivi, senza la discussione e la definizione dei criteri".
"Abbiamo l'impressione - ha detto Lelio Grassucci, presidente Mediacoop - che non ci sia una sufficiente attenzione verso una situazione molto grave che richiede una risposta immediata. La cancellazione del carattere di diritto soggettivo provoca gravi conseguenze: non c'é certezza sui contributi; se non c'é certezza non si possono redigere i bilanci e quindi insorgono sempre maggiori difficoltà con le banche". (ANSA).