· Paolo Mieli (professionista): violazione dell'art 2 della legge professionale e della normativa che tutela la privacy. http://www.odg.mi.it/node/32233
Roberto Papetti (professionista): sospensione di 2 mesi per mancata rettifica, violazione privacy e altro
· Carlo Montanaro (professionista): censura per violazione norme su rapporto pubblicità/informazione
· Mario Giordano (professionista) censura per mancata rettifica in seguito a notizie pubblicate inesatte
· Maria Teresa Ruta (pubblicista): sospensione di 2 mesi per violazione Carta doveri pubblicità/informazione
· Raffaello Carabini (professionista): procedimento disciplinare per violazione pubblicità-informazione e smentita
· Nicoletta Salvatori (professionista): procedimento disciplinare per violazione norme pubblicità/informazione
· Giuliano Molossi (professionista): procedimento disciplinare per violazione privacy
· Andrea Galvani (pubblicista): procedimento disciplinare per pubblicazione notizia infondata
· Simona Pletto (pubblicista): procedimento disciplinare per violazione privacy
· Enrico Cereghini (pubblicista): procedimento disciplinare per commistione pubblicità/informazione
· Giancarlo Ferrario (pubblicista): procedimento disciplinare per mancata tutela della privacy
· Carlo Rossella (professionista): procedimento disciplinare per mancata rettifica
· Fabrizio Valenti (pubblicista): procedimento disciplinare per doppio lavoro del pubblicista, conflitto d’interessi
· Fabrizio Provera (pubblicista): procedimento disciplinare per doppio lavoro del pubblicista, conflitto d’interessi
· Fabrizio Garavaglia (pubblicista): procedimento disciplinare per doppio lavoro del pubblicista, conflitto d’interessi
· Elvira Serra (professionista): procedimento disciplinare per violazione norme sulla privacy
· Piergiorgio Lucioni (professionista): procedimento disciplinare per violazione norme sulla privacy
· Antonio Gallo (pubblicista) : violazione norme su pubblicità-informazione
· Mauro Tedeschini (professionista): violazione norme su pubblicità-informazione
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ISTRUTTORIE DISCIPLINARI.
L’autogol del presidente dell’Ordine di Milano.
di Franco Abruzzo
Milano, 23 dicembre 2009. Il 19 dicembre ho diffuso una nota che sintetizzava l’attività disciplinare dell’Ordine di Milano, scrivendo che in 30 mesi aveva reso “pubbliche” 19 istruttorie. In verità le istruttorie erano 20: la ventesima è stata da me taciuta perché riguarda un noto giornalista pubblicista nel frattempo deceduto. La pietà cristiana in me non è mai morta. Alla nota oggi ha risposto via web il presidente dell’Ordine di Milano, dicendo che “le notizie parziali deformano l’informazione”. L’accusa è ridicola quanto campata in aria. Accade che costa fatica e tempo scoprire i procedimenti disciplinari nel sito dell’Ordine: bisogna compiere un giro tortuoso (si clicca prima in alto a sinistra su “documenti”, poi sulla nuova pagina si clicca a destra su “procedimenti disciplinari”, a questo punto si aprono i link dei singoli procedimenti). Perché tanto mistero? Perché i procedimenti non hanno un titolo in prima pagina? Nel sito non ci sono altre informazioni. Non si parla di procedimenti archiviati, non si parla di procedimenti bloccati in quanto collegati a vicende processuali penali. Ho riferito quel che risultava dalla pagina web. Proprio oggi è stato aggiunto un ventesimo procedimento (che concerne Paolo Mieli, -testo in http://www.odg.mi.it/node/32233 -, sanzionato con l’avvertimento). In conclusione “le notizie parziali che deformano l’informazione” sono state fornite dal presidente dell’Ordine responsabile legale del sito, quando ha deciso di rendere “pubbliche” soltanto 19 istruttorie. Un autogol splendido. Ma i giornalisti della Lombardia non hanno il diritto di conoscere alla luce del sole e senza giri strani quello che fa il loro Consiglio dell’Ordine sulla frontiera più delicata, quella deontologica? Non dobbiamo far conoscere alla pubblica opinione l’attività paragiudiziaria dell’Ordine? Si tratta di fare quello che ho fatto io, quando ho diffuso i link dei singoli procedimenti. Noi vecchi cronisti siamo concreti e pratici. Una virtù che non dovrebbe mancare nel Consiglio in carica frequentato da cronisti giovani e capaci. Dal giugno 2007 l’Ordine di Milano è scomparso dalle cronache: nessuno sa quello che fa. Il silenzio porta prima o poi alla morte della istituzione. Ho cercato di dare una mano e ho ricevuto come ringraziamento un’accusa gratuita e al limite della diffamazione. E’ troppo chiedere che siano resi pubblici, sia pure sinteticamente, i procedimenti archiviati?
Chi vuole può leggere qui sotto l’articolo inutilmente polemico del presidente che è incappato in una svista madornale: l’Ordine fino a questa mattina non aveva raccontato i dati statistici che ora il presidente enumera. L’autogol è suo.
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LE NOTIZIE PARZIALI DEFORMANO L’INFORMAZIONE
Newsletter n. 23 del 23 dicembre 2009
di Letizia Gonzales/presidente Ordine Giornalisti Lombardia
Cari colleghi, sono circolate in questi giorni di bilancio di fine anno, alcune notizie che riguardano i procedimenti disciplinari affrontati dai consiglieri dell’Ordine della Lombardia in questi due anni e mezzo di nuova consigliatura. E’ stato detto che 19 sono le sanzioni comminate (e pubblicate sul sito) in 30 mesi. Notizia esatta ma……….. molto parziale, perché travisa il grande lavoro svolto dai consiglieri in questo settore così delicato e cardine dell’Ordine. Sono stati omessi infatti i dati che trasformano la notizia in una verità ben diversa e cioè quanti sono stati gli esposti esaminati, quanti quelli archiviati, quanti quelli sospesi in attesa della fine dell’iter giudiziario, quanti quelli trasferiti ad altro Ordine. Sono consapevole che non tutti i colleghi conoscono la lunga via di un procedimento disciplinare, il tempo che richiede l’esame del contenuto, l’avvio della procedura. Per non tediarvi qui oggi, ne parlerò sul prossimo numero di New Tabloid nella sezione dei disciplinari. Lasciatemi però fare il punto sul gran lavoro poco conosciuto che ha occupato gran parte delle 59 sedute di Consiglio, per rendere giustizia all’attività svolta da tutti i consiglieri. Ecco i numeri: i procedimenti disciplinari esaminati e condotti a termine (a partire dall’8 giugno 2007 a oggi, cioè dall’insediamento dell’attuale presidenza) sono stati 154. Di questi, 28 sono stati sospesi in attesa di conclusioni da parte della magistratura ordinaria, 84 sono stati chiusi con l’archiviazione o con l’assoluzione, 22 trasferiti ad altri Ordini e 20 sono stati i colleghi sanzionati. E’ chiaro che il lavoro svolto dall’attuale Consiglio in 30 mesi non è relativo solo alle 20 sanzioni comminate (di cui 19 già pubblicate sul sito con relativa memoria difensiva e sentenza) perché il lavoro e la procedura svolta, prima di arrivare a qualsiasi conclusione ha riguardato tutti i 154 procedimenti esaminati e condotti a termine. Voglio precisare inoltre che il criterio di esame di ciascuno dei procedimenti è stato ispirato alla più totale imparzialità, senza pregiudizi di sorta. Non è nel mio stile ricorrere al sensazionalismo o alla esibizione giustizialista nei confronti dei colleghi. Ogni istruttoria è stata condotta con la costante della ricerca delle prove, della documentazione e delle testimonianze atte a verificare l’oggetto del procedimento per garantire a tutti l’equilibrio della sentenza. Ho voluto divulgare questi numeri come atto dovuto al Consiglio, per evitare interpretazioni inesatte o la diffusione di notizie parziali che non rendono giustizia alla verità dei fatti.
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