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DECOLLA IL DIBATTITO con
retroscena inquietanti.
SCUOLE DI GIORNALISMO
dell’Ordine. La risposta
di Enzo Iacopino a Franco
Abruzzo: “La trasparenza
di oggi è il frutto di una
azione decisa contro le
incompatibilità e per le regole.
La crisi occupazionale non è
degli ultimi 24 mesi. C’era, pur
se meno esplosiva, anche prima”.

“Questo rigore, Franco, costa. La mortificazione di vedere un esponente dell’Università che tenta di corrompermi (“mettiamoci d’accordo”), qualche amarezza nello scoprire che certi rapporti personali erano legati solo all’interesse, il disagio di essere ascoltato come “persona informata” dall’Autorità giudiziaria, il disgusto di doversi giustificare in sede disciplinare davanti ad una menzogna costruita a tavolino”.

Caro Franco, non so se la tua è una tecnica, ma anche se lo fosse non la troverei deplorevole. Chiedi una risposta sulle scuole di giornalismo. Eccola. Non me ne vorrai, però, se non sarà breve (una contraddizione palese con ogni regola della comunicazione, me ne rendo conto. Ma la delicatezza dell’argomento impone di usare tutte le parole necessarie. Chiare).


A cominciare da una constatazione. Se vogliamo, possiamo prendercela con l’Europa. Ma, oggi, la situazione non è, né può più essere, quella del contratto del 1961 che di fatto prevedeva un giornalista per ogni posto di lavoro esistente.


Dividerò la risposta sulle scuole in due parti. Una di analisi e una di proposta.


Mi occupo delle scuole – con l’essenziale aiuto di Michele Partipilo – da qualche mese dopo la mia elezione, il 27 giugno 2007. Scoprii che una scuola si era autonomamente raddoppiato il numero degli allievi: da 20 a biennio a 20 per anno. Mi sentii truffato anche sul piano personale e chiesi di vedere tutti i fascicoli di tutte le scuole. Ore e ore passate a spulciare documenti, mentre i capelli mi cadevano e il rischio ulcera si moltiplicava. Autentiche vergogne in quelle carte.


Prima? Non c’ero, Franco. Anzi venivo sistematicamente emarginato da chi nell’Ordine si occupava delle scuole (non era Lorenzo Del Boca, così sgomberiamo subito il campo da una qualche volgarità). L’argomento era tabù. Ricordo un mio colloquio con l’allora segretario, Vittorio Roidi. Gli segnalavo un qualche conflitto di interessi tra quanti avevano ruolo di responsabilità nell’Ordine e insegnavano, a pagamento, nelle scuole che dovevano controllare. Ma, sai, questo è uno strano Paese: il solo ad avere un conflitto di interessi è Silvio Berlusconi.


Quando ho cominciato ad occuparmene ho fatto una prima cosa: ho impresso una spinta decisa alla modifica delle regole, il Quadro di indirizzi. Ed ho scritto, personalmente, la norma che regola le incompatibilità. Ne sono orgoglioso.


Non c’ero, prima, Franco. Non volermene, ma la crisi occupazionale non è degli ultimi 24 mesi. C’era, anche se meno esplosiva, anche prima. E tu, allora, sia pure a Milano un ruolo nelle scuole lo avevi. Nessuno (non tu, sia chiaro) ha proposto (nelle carte almeno non c’è) di chiudere le scuole o di ridurre il numero degli allievi assegnati a questa o quella. L’unico documento in materia è recente, del 2009. La Luiss ha chiesto di ridurre da 40 a 35 i suoi allievi: subito accordato.


Non c’ero, Franco. E, quindi, non so se qualcuno prometteva il Paradiso nei bandi di selezione, assicurava il posto di lavoro, millantava questa o altre opportunità. Se qualcuno l’ha fatto, ti prego, allarga la tua meritoria ricerca tesa alla ricostruzione del percorso professionale degli ex allievi del NOSTRO  Ifg (quando lanciasti, da presidente della Lombardia, un appello per farlo vivere risposi immediatamente) e cerca di accertare – con la tua invidiabile capacità di stanare i colleghi ovunque via e-mail – se qualcuno ha fatto queste promesse. Se ne esistono le condizioni, l’Ordine nazionale assumerà tutte le iniziative legali del caso.


Non c’ero, Franco. Ora ci sono, però. In questi mesi, tre Università non hanno avuto l’autorizzazione a proseguire il loro corso: Firenze, Potenza e Palermo (nell’ordine di decisione). Non esistevano le condizioni perché potessero farlo. A mio avviso, queste condizioni non sono mai esistite. Credo, comunque, non siano le sole tre.


Non tendo ad accreditarmi come un superuomo, sia chiaro. Posso dimostralo? Confesso: sono stato imbrogliato almeno da una delle scuole alle quali abbiamo rinnovato l’autorizzazione a proseguire. Stiamo intervenendo, sia chiaro. E la splendida sintonia che c’è con l’Ordine regionale competente ci sta consentendo di ottenere in corsa dei risultati positivi. Senza l’aiuto di Partipilo e dei colleghi del Cts mi avrebbero imbrogliato più volte (uso la prima persona non per protagonismo, ma perché questo è il mio outing)


Ho delle fonti, caro Franco, che erano a disposizione di chiunque si occupava della vigilanza sulle scuole: gli allievi. Quando vengono a fare gli esami, parlano molto con me. Mi raccontano la loro vita da studente, gli aspetti positivi, le frustrazioni, le loro doglianze, le mattinate passate in “una gara su sedia a rotelle” nell’aula scolastica. Ne faccio tesoro e non le dimentico.


Agisco, con l’Esecutivo dell’Ordine e con il Comitato tecnico scientifico (fatto da persone che non sono corruttibili né dalla pigrizia né dalla vanità né da altro), senza farmi condizionare dal grado di popolarità.


Questo rigore, Franco, costa. La mortificazione di vedere un esponente dell’Università che tenta di corrompermi (“mettiamoci d’accordo”), qualche amarezza nello scoprire che certi rapporti personali erano legati solo all’interesse, il disagio di essere ascoltato come “persona informata” dall’Autorità giudiziaria, il disgusto di doversi giustificare in sede disciplinare davanti ad una menzogna costruita a tavolino.


Caro Franco, puoi stare tranquillo: questo Esecutivo potrà essere fermato nell’opera di moralizzazione solo dai colleghi, in occasione delle elezioni del prossimo anno. Non ci saranno agguati, prima, che faranno precipitare l’Ordine nella vergogna precedente.


Ti faccio un esempio. I “ragazzi” di una scuola raccontano come venne fatta una loro verifica. Entrò nell’aula il loro direttore, annunciò gli “ispettori dell’Ordine nazionale”. Un signore mise dentro la testa, salutò dicendo che stava arrivando il taxi e promettendo una nuova visita che non c’è poi stata. Quella scuola continuò la sua attività con le sole informazioni fornite …. Dalla scuola .Funzionava così, Franco.


Te ne faccio un altro, più recente. Una scuola mi annuncia, dopo 9 anni dall’inizio dell’attività, la creazione di quel laboratorio radiotelevisivo che avrebbe dovuto avere fin dall’inizio. Era settembre 2008. Lo vado a vedere, mesi dopo: piccolino e, in parte, con un odore strano. Lo vede, nei giorni successivi, anche Partipilo. Si limite a chiedere di accendere le apparecchiature: non erano neanche collegate. Ero stato semplicemente imbrogliato.


Posso fartene un terzo, di esempio: una scuola ci manda l’elenco degli insegnanti dei semestri conclusi e di quello iniziato. Facciamo un controllo a campione. Una di loro nel prospetto risultava aver insegnato per 16 ore: ma lei era stata lì solo otto. Chiamiamo, con Partipilo, sei altri colleghi. Bene, cinque di loro non sapevano di insegnare in quella scuola. La stessa che, nel biennio precedente, spendeva il nome di Vittorio Roidi tra i docenti. Roidi, che non aveva insegnato, quando lo apprese, mi pregò di diffidare la scuola dal continuare a farlo.


Ora i protagonisti sono gli allievi (chiedilo loro). Anche a quelli del nostro Ifg, pochi mesi fa, ho chiesto in un confronto pubblico ogni aiuto possibile per migliorare le nostre scuole.


Non basta, lo so. Occorre fare di più, ne sono certo. Ed ecco la, più breve, parte propositiva.


No, Franco. Non condivido la tua idea di salvare solo le tre scuole di Milano (che tutte hanno già avuto l’autorizzazione a proseguire) e le tre di  Roma (solo una, fino ad ora, ha avuto disco verde). Non so in base a quali elementi tu arrivi a tale conclusione. A parte che io mi ostino a sperare che l’Ifg possa tirar su nuovamente la sua bandiera in autonomia, è probabile che sulla qualità delle scuole di Roma tu abbia informazioni diverse dalle mie e ritengo che, privatamente, non  mancherai di trasmettermele.


Ma la proposta – che non è mia, ma è allo studio dell’Esecutivo ed è stata annunciata ad alcuni presidenti di Odg regionali – è molto più ambiziosa.


Credo che occorra rendersi conto non solo delle evidenti difficoltà del mercato, ma delle esigenze reali dello stesso. Perché, da Milano a Bari il biennio deve prevedere esattamente gli stessi insegnamenti? Perché non immaginare che dopo i primi 15 mesi (non fermiamoci ai numeri, ti prego, contribuiamo a sviluppare l’idea) gli altri vengano dedicati ad una specializzazione. Perché Milano non deve “produrre” un corso che formi giornalisti esperti in economia? O un altro a vantaggio di quanti hanno vocazione per l’informazione sportiva (tra l’altro, se non sbaglio, le uniche assunzioni in blocco sono state fatte proprio a Milano da un canale sportivo)? Perché Milano, Perugia e Salerno (una splendida realtà che dimostra che anche al Sud gli uomini giusti possono produrre risultati positivi) non debbono specializzarsi nell’informazione radiotelevisiva.


Lo spazio c’è, Franco. Ovviamente se lo leghiamo alla speranza di un qualche spiraglio di luce, alla determinazione a lavorare con impegno vero e non recitato e al contributo che gli uomini di buona volontà – quale ti considero nonostante il tuo caratteraccio – possono dare per rendere sempre migliore l’aria nel nostro Ordine professionale.


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=4036


Via alla Scuola di Giornalismo


“Walter Tobagi” dell’Università


statale di Milano: le iscrizioni


al master entro il 7 agosto.


Fosco il quadro occupazionale.


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Testo in: http://www.francoabruzzo.it/document.asp?DID=3988


La prestigiosa scuola non c’è più.


INDAGINE CONOSCITIVA


SUGLI EX ALLIEVI DELL'IFG


“CARLO DE MARTINO”.


Franco Abruzzo rivolge un appello


affinché chi può e chi sa contribuisca


a dare corpo all’organico dell’Istituto,


che ha cessato di vivere in questi


giorni dopo 32 anni. E’ importante


salvarne la memoria attraverso


la carriera dei suoi 681 allievi.


(scrivete a fabruzzo39@yahoo.it).


In allegato il "censimento" provvisorio.


IN CODA: tutti gli ex-allievi divisi


biennio per biennio dal 1977 al 2009.


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Editore/proprietario/direttore: Francesco Abruzzo - via XXIV Maggio 1 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) - telefono-fax 022484456 - cell. 3461454018
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