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TI MEDIA CEDE 60%
APCOM AL GRUPPO
ABETE. IL CLOSING
È PREVISTO ENTRO
LA FINE DI MAGGIO.

ASR E CDR APCOM: “FARE CHIAREZZA sulla CESSIONE dell'AGENZIA”.

Roma, 29 aprile 2009. Telecom Italia Media cede alla Sviluppo Programmi Editoriali, società controllata dal gruppo Abete, il 60% di Telecom Media News che controlla l'agenzia di stampa ApCom. L'accordo preliminare, si legge in una nota, è stato siglato oggi. I termini principali dell'accordo, si sottolinea, «prevedono che il 60% della società venga venduto ad un prezzo simbolico dopo aver ricapitalizzato la società per 10,5 milioni di euro, al fine di dotarla di adeguati mezzi finanziari per il processo di risanamento. Il closing è previsto entro il prossimo mese di maggio». Con questa operazione «si conferma la scelta strategica di Telecom Italia Media volta a dismettere le attività che non fanno parte del proprio core business. Il gruppo Abete, già proprietario dell'agenzia Asca, con la realizzazione di questa acquisizione rafforza la propria presenza sul mercato dell'informazione». (Adnkronos)


 


ASR E CDR APCOM: “FARE CHIAREZZA sulla CESSIONE  dell'AGENZIA”


Roma, 30 aprile 2009. L'Associazione stampa romana e il comitato di redazione dell'agenzia di stampa Apcom «sono preoccupati dai contorni confusi dell'operazione, annunciata ieri ufficialmente, di cessione del pacchetto azionario di maggioranza della società da parte del gruppo Telecom a una nuova compagine guidata dalla famiglia Abete, già editrice dell'agenzia Asca e di altre testate d'informazione». «L'azienda Apcom, in un incontro con il cdr - scrivono Stampa Romana e il comitato di redazione in una nota - non è stata in grado di fornire chiarimenti esaurienti sul bilancio 2008. Non si capisce, in particolare, per quali ragioni nel rendiconto della gestione dell'anno precedente non risultino i benefici dell'azione di risanamento rivendicata a più riprese dall'amministratore delegato nel corso delle relazioni sindacali. Azione per altro avvertita in modo molto pesante dalla redazione a causa di una restrizione delle spese in materia di trasferte, uso dei collaboratori, sostituzioni ferie e, soprattutto, mancata sostituzione dei colleghi in uscita». Stampa Romana e cdr «non possono che lanciare l'allarme sul possibile esito del passaggio azionario, con un bilancio che è forse gravato da oneri di gruppo, non più accettabili di fronte a un cambiamento degli assetti proprietari. L'operazione avviata dal gruppo Telecom e dalla famiglia Abete non può essere pagata dalla redazione e in generale dai dipendenti - sottolineano - specie a fronte di un andamento dei ricavi in costante crescita, di una progressiva riduzione delle spese, di un'espansione sul mercato che negli ultimi anni non ha eguali nel nostro Paese fra le agenzie di stampa». Asr e cdr chiedono perciò «sia all'azionista uscente sia al nuovo azionista di riferimento un incontro urgente per chiarire i contorni dell'operazione, le sue finalità, le prospettive industriali e le garanzie per occupazione e sviluppo dell'agenzia ad essa connesse». (ANSA).


 





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