di Alberto Zanconato
Teheran, 8 aprile 2009. La giustizia iraniana oggi ha formalmente
incriminato per spionaggio la giornalista americana di origine
iraniana Roxana Saberi, in carcere a Teheran dal 31 gennaio scorso, e
che rischia ora la pena di morte, mentre ha fatto sentire la sua voce
la segretario di stato americana, Hillary Clinton, che ne ha chiesto
la "liberazione rapida". L'annuncio dell'incriminazione l'ha fatto il
vice procuratore della Corte rivoluzionaria di Teheran, Hassan Haddad.
Roxana Saberi, 31 anni, è nata negli Usa da padre iraniano e madre
giapponese e da sei anni risiede in Iran. Ma Haddad ha affermato che
"si tratta di una cittadina iraniana e non esistono prove che sia in
possesso di un'altra cittadinanza". "Comunque - ha aggiunto il vice
procuratore - ciò non avrebbe alcuna influenza sul procedimento". Le
autorità iraniane affermano che Roxana Saberi, che lavorava tra
l'altro per National Public Radio, Bbc e Fox News, si era vista
ritirare l'accredito stampa due anni fa. Ma ha continuato ad inviare
notizie. "Ha svolto attività di spionaggio e lei stessa lo ha
ammesso", ha detto il vice procuratore Haddad. A Washington, parlando
coi giornalisti al Dipartimento di Stato, Hillary Clinton ha riferito
che l'Amministrazione ha chiesto a diplomatici svizzeri, che
rappresentano gli interessi Usa a Teheran, gli ultimi aggiornamenti
sulla vicenda. "Siamo molto preoccupati per le informazioni che ci
sono pervenute", ha detto, aggiungendo: "Chiediamo che sia liberata
rapidamente e resa alla sua famiglia". Il caso coincide con le
promesse di apertura di dialogo con l'Iran da parte del presidente Usa
Barack Obama, che però continua a definire "una minaccia" il programma
nucleare della Repubblica islamica. Oggi in un discorso pubblico nella
città di Isfahan, il presidente, Mahmud Ahmadinejad, gli ha risposto
che ormai Teheran ritiene "chiusa" la questione, cioé che non intende
rinunciare ai suoi piani. E per domani, giorno in cui in Iran viene
celebrata la Giornata dell'energia nucleare, ha preannunciato nuove
"buone notizie" sul progetto nucleare. Ma oltre alla Saberi, un'altra
cittadina iraniana-americana, Silvia Harutunian, è stata condannata in
questi giorni a tre anni di reclusione con sentenza definitiva per un
presunto "complotto" Usa per organizzare in Iran una "rivoluzione di
velluto". Inoltre alla studentessa Asha Momeni, già incarcerata per
quattro settimane nel 2008 mentre realizzava un documentario sul
movimento femminista, viene ora impedito di lasciare il Paese. Rimane
poi aperto il caso dell'ex agente dell'Fbi Robert Levinson, scomparso
due anni fa mentre si trovava nell'isola iraniana di Kish, nel Golfo,
di cui però Teheran dice di non sapere nulla. Dei tre cittadini
americani gli Stati Uniti hanno chiesto il rilascio in una lettera che
la Clinton ha detto essere stata consegnata il 31 marzo a margine
della riunione internazionale sull'Afghanistan all'AJa, da
rappresentanti Usa a quelli iraniani. Ma Teheran nega che ci sia stato
tale incontro. (ANSA)
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IRAN. DEL BOCA: MOBILITAZIONE IMMEDIATA PER GIORNALISTA ACCUSATA DI SPIONAGGIO: “ACCUSA INCREDIBILE CONTRO ROXANA SABERI”.
Roma, 9 aprile 2009. «Fino a prova contraria i giornalisti non fanno le spie, questa accusa a prima vista appare del tutto incerdibile. Quello che serve è una mobilitazione immediata di tutta la categoria». Lorenzo Del Boca, presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, commenta così, all'ADNKRONOS, la vicenda di Roxana Saberi, la 31 giornalista irano-statunitense, collaboratrice della Bbc e di altri media, detenuta in Iran e contro la quale è stata formalizzata un'accusa di spionaggio da parte dei giudici di Teheran. «Sono convinto che la collega abbia fatto solo il suo dovere ma questo non basterà a farla uscire dai guai, bisogna avviare una forte pressione della stampa internazionale sulla vicenda -aggiunge Del Boca- anzitutto contatteremo la federazione internazionale dei giornalisti. La categoria deve far sentire la sua voce, anche per spingere il mondo politico, in Italia e all'estero, a intervenire a favore di Roxana Saberi. Gli iraniani stanno diventando 'amicì degli Usa, sarà il caso che dimostrino la loro buona volontà». (Adnkronos)