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IFG DE MARTINO:
botta e risposta
Gonzales-Abruzzo.
Abruzzo: “Le notizie
si pubblicano senza
chiedersi a chi
giovano. Sei ferma
agli Anni Settanta”.

In coda l'articolo al
centro del dibattito

Al presidente dell'OgL Letizia Gonzales


Cara Letizia, ricevo la lettera che tu hai diffuso sulle vicende dell’Afg-Ifg. Questa mia risposta vuole essere serena e tranquilla:


a)  "la voglia di protagonismo e  di scoop" è una voglia legittima. Vuol che si è cronisti di razza, come credo di essere da 45 anni forte di tre assunzioni firmate da Italo Pietra, Eugenio Scalfari e Gianni Locatelli. Questa notte ho dato un'altra notizia in solitudine: la decisione del Governo di finanziare il prepensionamento dei  giornalisti  dei periodici. Avevo una terza grossa notizia, che non ho diffuso, perché riguarda una società quotata in borsa editrice di più quotidiani e periodici. La notizia avrebbe provocato ripercussioni negative sul titolo.


b) negli anni 70 i giornalisti comunisti sostenevano che quando si dà una notizia bisogna chiedersi "a chi giova?". Tobagi spiegò che un cronista deve pubblicare le notizie di cui è in possesso e di cui è sicuro sotto il profilo dell'attendibilità senza porsi alcuna domanda. E io appartengo alla scuola di Tobagi. Della notizia diffusa sulle trattative Statale/Afg sono sicuro al 1000 per cento dopo averla ovviamente verificata con più fonti.  


c) apprendo che ci sono diversi progetti sul futuro dell'Afg/Ifg e di questo sono felice. Ti pregherei di informare i giornalisti lombardi su quello che bolle in pentola visto che poi i giornalisti lombardi pagano le quote annuali e che con le quote annuali si aiuta la nostra scuola.


d) apprendo ancora che oggi c'è una riunione all'Ordine  sull'argomento. Posso contare su  un comunicato nella giornata di domani?


Cordialmente, Franco Abruzzo


 


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Ifg De Martino: precisazione del presidente dell’Ordine dei giornalisti  


Newsletter n. 12 del 11 Febbraio 2008


di Letizia Gonzales


La voglia di protagonismo e  di scoop a tutti i costi dell’ex presidente dell’Ordine Franco Abruzzo produce l’unico  risultato di creare confusione in un momento molto delicato per il futuro della  Scuola di  giornalismo di Milano.  L’Ordine dei giornalisti della  Lombardia in collaborazione con il presidente AFG Carlo Maria Lomartire sta lavorando intensamente da  tempo e con  grande tenacia per assicurare un  rilancio all’IFG Carlo De  Martino, all’altezza  del suo glorioso passato.  Il Consiglio dell’Ordine  della Lombardia si riunisce proprio  stasera 11 febbraio per tracciare un percorso, che prevede la valutazione di diversi progetti. Fra questi, ma non  l’unico, c’è la proposta dell’Università Statale di Milano,  che è al vaglio dei consiglieri. La soluzione finale dovrà essere esaminata dall’assemblea dei soci Afg e dal  Consiglio Nazionale dell’Ordine. Franco Abruzzo sa bene da  ex cronista  giudiziario che le informazioni in primis vanno verificate alla fonte e che divulgare notizie parziali nel corso di un’istruttoria  rischia di pregiudicare qualsiasi risultato.
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IFG  ”DE MARTINO”:


il futuro potrebbe essere


quello dell’assorbimento


nella Università statale


di Milano. L’Ordine


lombardo deciderà presto.


Pronta la  convenzione.


Per ora il bando del XVII


biennio 2009/2011 è bloccato.


 


I consiglieri dell’Ordine di Milano e dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo (Afg Tobagi) in questi mesi hanno lavorato intensamente per individuare una soluzione. La soluzione è quella di mantenere in vita, - attraverso una Convenzione della durata iniziale di 3 anni - l’Ifg nella Scuola dell’Università Statale, che ha sede in Sesto San Giovanni. I due corsi oggi hanno 70 allievi.  Dalla fusione dovrebbe nascere una nuova Scuola ridenominata “Scuola di Giornalismo Walter Tobagi dell’Università degli Studi di Milano”. Con l’autorizzazione dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, il master avvierà  alla professione 30 allievi per anno in possesso di laurea conseguita in una qualunque classe. La convenzione ha un punto debole: l’incapacità dell’Afg di contribuire alle spese di funzionamento del master.


 


di Francesco De Bonis–redattore collettivo


Milano, 10 febbraio 2009. L’Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo (meglio noto  come “Ifg De Martino”) combatte in queste settimane la battaglia per la sopravvivenza dopo la decisione della Regione Lombardia di tagliare i finanziamenti (da 500mila a 250mila all’anno nel triennio 2007-2009)  a seguito della riduzione degli stanziamenti del Fondo sociale europeo (Fse). Per ora il bando del XVII biennio 2009/2011 è bloccato. Oggi la Regione Lombardia ha il problema serio di riservare i suoi mezzi (di provenienza europea) anche agli ammortizzatori sociali alla luce di una crisi occupazionale acuta  nella maggior parte delle 11 province in cui è diviso il suo territorio. Una crisi che ha colpito anche le redazioni di quotidiani, periodici, Tg, radiogiornali e giornali telematici. I giornalisti professionisti e praticanti disoccupati sono in Lombardia 500 circa (e 1.500/2.000 in tutt’Italia). La Regione Lombardia non può finanziare una scuola, che, nata nel 1977,  soprattutto dal 2004 in poi   sforna, come tutte le altre scuole,  per lo più disoccupati e precari. In 32 anni di vita l’Ifg ha formato 650 giornalisti professionisti, di cui almeno 500 (tra i quali, 40 direttori e vicedirettori) hanno una occupazione stabile.


In Lombardia  attualmente sono aperte 4 delle 18 scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. Altre scuole hanno chiuso i battenti o sono in difficoltà (Bari, Potenza, Firenze, Palermo). Le scuole lombarde sono quelle della Università Statale, della Università Iulm e della Università  Cattolica. La quarta scuola è l’Ifg De Martino (40 allievi praticanti al biennio contro i 30 delle altre). Gli allievi al biennio sono 550 circa sul piano nazionale, mentre ogni anno le redazioni perdono grosso modo 200/250 giornalisti, che vanno in pensione.  Questi numeri fanno capire la gravità delle prospettive. Bisogna considerare anche che gli editori non hanno alcun  obbligo di assumere i praticanti delle 18 scuole. Possono assumere chi vogliono.


I consiglieri dell’Ordine di Milano e dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo (Afg Tobagi) in questi mesi hanno lavorato intensamente per individuare una soluzione. La soluzione è quella di collocare, - attraverso una Convenzione della durata iniziale di 3 anni - l’Ifg nella Scuola dell’Università Statale, che ha sede in Sesto San Giovanni (piazza Montanelli). I due corsi oggi hanno 70 allievi.  Dalla fusione dovrebbe nascere una nuova Scuola ridenominata “Scuola di Giornalismo Walter Tobagi dell’Università degli Studi di Milano”. Con l’autorizzazione dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, il master  avvierà alla professione 30 allievi per anno in possesso di laurea conseguita in una qualunque classe.  Le modalità di partecipazione alla selezione per l’ammissione al master, le modalità di iscrizione e l’entità dei contributi di iscrizione saranno determinate ogni anno dall’Università di Milano e rese note nel bando di concorso.


In  sostanza l’Ordine e l’Università recupererebbero la  Convenzione del 2004, che prevedeva il trasferimento dell’Ifg nella Statale. L’accordo, siglato dall’allora presidente dell’Ordine Franco Abruzzo e dal rettore Enrico Decleva,  fu bloccato dall’assessore regionale alla Formazione con la garanzia che il Pirellone avrebbe continuato a finanziare l’Afg-Ifg, ma l’impegno fu disatteso nel giro di sei mesi, quando ormai la Statale aveva dato vita al suo master biennale in giornalismo. Il Consiglio dell’Ordine, per far fronte alle esigenze del bilancio Afg 2005, chiese 10 euro a ognuno dei 22mila ìscritti all’Albo. Non mancarono le polemiche per quell’esigua richiesta una tantum. L’anno successivo l’Afg si è trovata costretta a licenziare due impiegate per mancanza di fondi. Il bilancio 2007/2008 ha chiuso in pareggio grazie a un contributo straordinario dell’Ordine di 250mila euro, mentre quest’anno l’Ordine dovrà sborsarne altre 80/90mila per portare a conclusione il XVI  biennio.


L’Università mette a disposizione del nuovo master aule per lezioni e seminari, gli spazi, i supporti tecnologici e i servizi amministrativi e tecnici  attualmente utilizzati dalla Scuola, nonché le testate giornalistiche edite autonomamente dalla Scuola medesima, comprendenti un quotidiano on-line, con radio e televisione, e un periodico quindicinale, assicurando inoltre i finanziamenti necessari per il suo funzionamento. L’Associazione “Walter Tobagi” si dovrà impegnare a contribuire agli oneri connessi al funzionamento del master, assicurando all’Università un finanziamento annuale, il cui ammontare sarà definito di anno in anno. Parimenti saranno determinate di anno in anno le modalità di corresponsione del contributo finanziario. Queste parole sono nella Convenzione. Accade, però,  che l’Associazione non abbia mezzi economici,  perché l’aiuto della Regione verrà meno alla fine del 2009, mentre l’attuale sede di via Filzi dovrà essere restituita all’inizio del 2011 al proprietario, che l’ha acquistata dalla Regione nel 2008. L’Università statale pertanto dovrebbe assorbire l’Ifg, contando soltanto sulle rette degli studenti. Lo farà? Senza il salvagente della Statale, l’Ifg chiuderà a fine ottobre 2009, quando terminerà il XVI biennio.


Il progetto, però,  è ambizioso. La Statale e l’Afg intendono promuovere e realizzare, in un ambiente moderno e tecnologicamente avanzato, un percorso di formazione al giornalismo di eccellenza, che miri a preparare un professionista versatile, capace di operare in maniera competente e produttiva in tutti i settori dei media, dotato di solide basi culturali e deontologiche, con un profilo internazionale e aperto all’innovazione tecnico-scientifica. 





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