di Francesco De Bonis–redattore collettivo
Milano, 10 febbraio 2009. L’Istituto “Carlo De Martino” per la Formazione al Giornalismo (meglio noto come “Ifg De Martino”) combatte in queste settimane la battaglia per la sopravvivenza dopo la decisione della Regione Lombardia di tagliare i finanziamenti (da 500mila a 250mila all’anno nel triennio 2007-2009) a seguito della riduzione degli stanziamenti del Fondo sociale europeo (Fse). Per ora il bando del XVII biennio 2009/2011 è bloccato. Oggi la Regione Lombardia ha il problema serio di riservare i suoi mezzi anche agli ammortizzatori sociali alla luce di una crisi occupazionale acuta nella maggior parte delle 11 province in cui è diviso il suo territorio. Una crisi che ha colpito anche le redazioni di quotidiani, periodici, Tg, radiogiornali e giornali telematici. I giornalisti professionisti e praticanti disoccupati sono in Lombardia 500 circa (e 1.500/2.000 in tutt’Italia). La Regione Lombardia non può finanziare una scuola, che, nata nel 1977, soprattutto dal 2004 in poi sforna, come tutte le altre scuole, per lo più disoccupati e precari. In 32 anni di vita l’Ifg ha formato 650 giornalisti professionisti, di cui almeno 500 (tra i quali, 40 direttori e vicedirettori) hanno una occupazione stabile.
In Lombardia attualmente sono aperte 4 delle 18 scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. Altre scuole hanno chiuso i battenti o sono in difficoltà (Bari, Potenza, Firenze, Palermo). Le scuole lombarde sono quelle della Università Statale, della Università Iulm e della Università Cattolica. La quarta scuola è l’Ifg De Martino (40 allievi praticanti al biennio contro i 30 delle altre). Gli allievi al biennio sono 550 circa sul piano nazionale, mentre ogni anno le redazioni perdono grosso modo 200/250 giornalisti, che vanno in pensione. Questi numeri fanno capire la gravità delle prospettive. Bisogna considerare anche che gli editori non hanno alcun obbligo di assumere i praticanti delle 18 scuole. Possono assumere chi vogliono.
I consiglieri dell’Ordine di Milano e dell’Associazione “Walter Tobagi” per la Formazione al Giornalismo (Afg Tobagi) in questi mesi hanno lavorato intensamente per individuare una soluzione. La soluzione è quella di collocare, - attraverso una Convenzione della durata iniziale di 3 anni - l’Ifg nella Scuola dell’Università Statale, che ha sede in Sesto San Giovanni (piazza Montanelli). I due corsi oggi hanno 70 allievi. Dalla fusione dovrebbe nascere una nuova Scuola ridenominata “Scuola di Giornalismo Walter Tobagi dell’Università degli Studi di Milano”. Con l’autorizzazione dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, il master avvierà alla professione 30 allievi per anno in possesso di laurea conseguita in una qualunque classe. Le modalità di partecipazione alla selezione per l’ammissione al master, le modalità di iscrizione e l’entità dei contributi di iscrizione saranno determinate ogni anno dall’Università di Milano e rese note nel bando di concorso.
In sostanza l’Ordine e l’Università recupererebbero la Convenzione del 2004, che prevedeva il trasferimento dell’Ifg nella Statale. L’accordo, siglato dall’allora presidente dell’Ordine Franco Abruzzo e dal rettore Enrico Decleva, fu bloccato dall’assessore regionale alla Formazione con la garanzia che il Pirellone avrebbe continuato a finanziare l’Afg-Ifg, ma l’impegno fu disatteso nel giro di sei mesi, quando ormai la Statale aveva dato vita al suo master biennale in giornalismo. Il Consiglio dell’Ordine, per far fronte alle esigenze del bilancio Afg 2005, chiese 10 euro a ognuno dei 22mila ìscritti all’Albo. Non mancarono le polemiche per quell’esigua richiesta una tantum. L’anno successivo l’Afg si è trovata costretta a licenziare due impiegate per mancanza di fondi. Il bilancio 2007/2008 ha chiuso in pareggio grazie a un contributo straordinario dell’Ordine di 250mila euro, mentre quest’anno l’Ordine dovrà sborsarne altre 80/90mila per portare a conclusione il XVI biennio.
L’Università mette a disposizione del nuovo master aule per lezioni e seminari, gli spazi, i supporti tecnologici e i servizi amministrativi e tecnici attualmente utilizzati dalla Scuola, nonché le testate giornalistiche edite autonomamente dalla Scuola medesima, comprendenti un quotidiano on-line, con radio e televisione, e un periodico quindicinale, assicurando inoltre i finanziamenti necessari per il suo funzionamento. L’Associazione “Walter Tobagi” si dovrà impegnare a contribuire agli oneri connessi al funzionamento del master, assicurando all’Università un finanziamento annuale, il cui ammontare sarà definito di anno in anno. Parimenti saranno determinate di anno in anno le modalità di corresponsione del contributo finanziario. Queste parole sono nella Convenzione. Accade, però, che l’Associazione non abbia mezzi economici, perché l’aiuto della Regione verrà meno alla fine del 2009, mentre l’attuale sede di via Filzi dovrà essere restituita all’inizio del 2011 al proprietario, che l’ha acquistata dalla Regione nel 2008. L’Università statale pertanto dovrebbe assorbire l’Ifg, contando soltanto sulle rette degli studenti. Lo farà? Senza il salvagente della Statale, l’Ifg chiuderà a fine ottobre 2009, quando terminerà il XVI biennio.
Il progetto, però, è ambizioso. La Statale e l’Afg intendono promuovere e realizzare, in un ambiente moderno e tecnologicamente avanzato, un percorso di formazione al giornalismo di eccellenza, che miri a preparare un professionista versatile, capace di operare in maniera competente e produttiva in tutti i settori dei media, dotato di solide basi culturali e deontologiche, con un profilo internazionale e aperto all’innovazione tecnico-scientifica.