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CONTRATTO. Trattative.
Siddi il 9 ottobre ha detto:
“Il tempo non può essere
infinito”. Frattanto i giorni
passano e il nervosismo
nella categoria aumenta.
Malinconico: “Serve tempo”.
“Tempi brevi” ribatte il 23
ottobre la Giunta della Fnsi.
Il 5 novembre potrebbe essere
il giorno decisivo: intesa o rottura.

Alberto Donati (Fieg): “Sui principi ci sono molte convergenze. Sul come trasformare i principi in regole concrete da calare all’interno delle imprese si sta ancora discutendo. A ogni modo dalla trattativa non si può uscire con un contratto ambiguo che si presti a diverse interpretazioni a livello aziendale”. “Il Consiglio nazionale, che ha il compito di programmare e verificare gli indirizzi di politica e azione sindacale della categoria - ha spiegato la Fnsi nella nota 23 ottobre - si riunirà nel pomeriggio del 5 novembre prossimo a Roma per un esame della vertenza contrattuale e dei suoi avanzamenti”. In sedi diverse, Siddi ha detto che “i prepensionamenti si faranno, che gli scatti cambieranno, che puntiamo a un contratto di sopravvivenza”. Dichiarazioni, che hanno creato scompiglio nella categoria.
UNA LETTERA DI MARIA GRAZIA MOLINARI FA DISCUTERE “STAMPA DEMOCRATICA”: “Stampa Democratica deve tornare ad essere un laboratorio di idee, deve uscire dal letargo. Deve incalzare la Fnsi anche per quanto riguarda il lato economico del contratto. Deve tornare a dire ad alta voce quello che scriveva tanti anni fa Walter Tobagi: la dignità del giornalista è anche dignità di retribuzione. Siamo monetaristi? Siamo monetaristi”.

Analisi di Francesco M. De Bonis (giornalista collettivo)

Milano, 27 ottobre 2008.  Il 9 ottobre Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, ha detto: “Il lavoro per il rinnovo del contratto dei giornalisti procede con molta serietà e rigore, ma il tempo non può essere infinito. A giudizio della Fnsi sui punti strategici le nuove relazioni sono chiare. I giornalisti hanno fatto tutta la loro parte: ora è necessario non disperdere il lavoro fatto e, alla luce anche del quadro complessivo di settore e delle esigenze di operare con certezza e serenità per il futuro, andare con altrettanta serietà ad affrontare i capitoli aperti”. Il 1° ottobre aveva detto: “I nodi strategici sono chiari, ora serve il coraggio di chiudere”, mentre il 12 settembre aveva precisato: “Nella prossima decade di settembre la delegazione tecnica della Fnsi e quella della Fieg lavoreranno congiuntamente per verificare la definizione di un testo comune sui punti fondamentali di valore strategico relativi a multimedialità e innovazione (anche negli assi organizzativi e redazionali delle imprese), materie sulle quali c'è stato un oggettivo avvicinamento tra le parti. Il processo verso il nuovo contratto, presenta tuttavia ancora diversi elementi su cui persistono differenze e lontananze. In tempi ragionevolmente brevi debbono essere chiarite le volontà di un rinnovo contrattuale di interesse strategico, obiettivo che certamente il Sindacato dei giornalisti perseguirà fino in fondo con chiarezza. La controparte editoriale dovrà scegliere definitivamente, presto, se fare il nuovo piano regolatore» del lavoro giornalistico e della progettualità editoriale per i prossimi anni, attraverso il nuovo contratto o imboccare una strada dagli orizzonti confusi e di scarsa prospettiva. A conclusione della prima parte del tentativo di composizione tecnica, la Fnsi sarà impegnata a fare questa verifica fondamentale”.   Il presidente della Federazione italiana degli editori, Carlo Malinconico, ha spiegato, sempre il 9 ottobre,  che  “al rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti, scaduto da oltre tre anni e mezzo, si sta lavorando seriamente. Sono convinto che il senso di responsabilità che deve guidare tutti porterà a una soluzione dei problemi. Occorre tempo, perché l'avvicinamento c'è, ma va ulteriormente maturato, verificato”.  Successivamente, in  sedi diverse, Siddi ha detto che “i prepensionamenti si faranno, che gli scatti cambieranno, che puntiamo a un contratto di sopravvivenza”. Dichiarazioni, che hanno  creato scompiglio nella categoria.


«La crisi impone la necessità di fare un contratto nazionale di svolta». Lo ha affermato Alberto Donati, capo della delegazione della Federazione degli editori alle trattative con la Fnsi, in un'intervista sul numero di ottobre di “Prima Comunicazione”. «Abbiamo di fronte - dice Donati - una crisi virulenta, di sistema, un cambiamento di fondo di come i media interagiscono con il sistema stesso. E noi facciamo ancora i conti con delle regole contrattuali superate, comunque insufficienti ad affrontare la situazione e che non aiutano a gestire il cambiamento». Secondo Donati le nuove regole contrattuali dovrebbero permettere di «gestire le risorse giornalistiche con flessibilità, consentendone l'utilizzo per un'altra testata o un altro media di una stessa casa editrice», cosa che «contribuirebbe ad attenuare le conseguenze di una congiuntura difficile». «Dobbiamo trovare il modo - afferma Donati - affinché il giornalista lavori sulla carta stampata, su Internet e su altre piattaforme. Non è un fatto che possa sconvolgere. Dobbiamo entrare nella logica di poter spostare le risorse giornalistiche che vi lavorano a un altro progetto all'interno della stessa azienda: a un'altra testata, a un media differente o a un'attività diversa, senza che ciò comporti particolari problemi». Un altro problema importante in discussione con la Fnsi è quello dell'occupazione. Secondo Donati questo problema va risolto «aggiornando il sistema degli ammortizzatori sociali, magari riconoscendo all'Inpgi le opportune risorse per non svuotare le sue casse». Donati aggiunge: “Sui principi ci sono molte convergenze. Sul come trasformare i principi in regole concrete da calare all’interno delle imprese si sta ancora discutendo. A ogni modo dalla trattativa non si può uscire con un contratto ambiguo che si presti a diverse interpretazioni a livello aziendale”.


«L'esecutivo del sindacato – ha spiegato il 23 ottobre la Federazione della stampa - ha ribadito la volontà di tentare fino in fondo la strada che porti ad un contratto di dignità e di valore, un contratto che includa e non escluda. Per questo motivo la segreteria è impegnata a non prestare il fianco a informazioni false, parziali o fuorvianti e a continuare nell'opera di confronto con le redazioni, sulla base dell'impostazione originaria maturata a partire dai seminari di settore dei comitati di redazione della primavera scorsa…… L'ipotesi finale sarà sottoposta a passaggi interni previsti dallo Statuto e dalle deliberazioni congressuali, che nessuna piazza può modificare. La volontà della Giunta è che il chiarimento con gli editori su tutti i nodi contrattuali, a questo scopo, possa essere fatto in tempi ragionevolmente brevi, con concretezza e lealtà”. Nessuno ha spiegato  in cosa consistano le “informazioni false, parziali o fuorvianti” alla luce sia delle dichiarazioni di Siddi. Malinconico. Donati  e della  Giunta della Fnsi. I documenti Fnsi/Fieg pubblicati nel sito dell’Ordine nazionale e in www.francoabruzzo.it  sono veri e incontrovertibili.


Il Consiglio nazionale, che ha il compito di programmare e verificare gli indirizzi di politica e azione sindacale della categoria - ha spiegato la Fnsi nella nota 23 ottobre - si riunirà nel pomeriggio del 5 novembre prossimo a Roma per un esame della vertenza contrattuale e dei suoi avanzamenti”. Il 5 novembre potrebbe essere il giorno decisivo delle trattative: intesa o rottura.


La lettera di  Maria Grazia Molinari a “Stampa democratica”. Tutte le componenti del sindacato, da “Autonomia & Solidarietà” a  “Stampa democratica” –  di nuovo alleate a livello di Giunta federale  -  sono percorse da serrati dibattiti interni, acuiti dalle difficoltà oggettive delle trattative con la Fieg. Per quanto riguarda “Stampa democratica” fa discutere una lettera di  Maria Grazia Molinari – già presidente dell’Associazione lombarda dei giornalisti e nota anche per non aver firmato il contratto del 2001 attualmente in vigore – lettera resa nota in occasione della riunione 3 ottobre della  storica componente sindacale  lombarda fondata da Walter Tobagi: “Care colleghe e cari colleghi, mi spiace di non essere alla riunione di Stampa Democratica ma la convocazione è arrivata mentre io stavo partendo per la Francia. Riprendo i fili del discorso sindacale dopo mesi di attenta osservazione di quanto andava accadendo in Stampa Democratica, Lombarda. Fnsi. Quello che più mi ha colpito di questo periodo è l'assenza totale, da parte di tutti, di proposte sindacali, di previsioni, di contrapposizioni costruttive e quindi produttive per i giornalisti. Vorrei tanto che fosse solo una mia impressione. Ma, purtroppo, è la realtà. Basta leggere i comunicati - o interpretare l'assenza di comunicati - per capire quanto è debole questo nostro sindacato. Mi spiego. La Lombarda, una volta capace di grandi stimoli, ha varato nei giorni scorsi, all'unanimità, un testo che sarebbe stato perfetto quattro anni prima, all'apertura delle trattative per il rinnovo del contratto: sostegno e appoggio alla Fnsi, inviti ad andare avanti, eccetera eccetera. Peccato che, appunto, siano passati quasi quattro anni da quel momento, che nel mezzo ci siano stati 16 o 18 giorni di inutili scioperi, che sia cambiata anche la dirigenza del sindacato.


Il segretario Fnsi, Franco Siddi, scrive intanto che bisogna avere il coraggio di chiudere il contratto. Ha proprio ragione. Sarebbe ora. Ma quale contratto? A me sembra che le trattative siano state "carbonare" nel senso che nulla è mai stato raccontato al popolo giornalistico sulle riunioni della nuova Fnsi con Fieg. Vietato disturbare il manovratore. Stampa Democratica, da parte sua, non ha fiatato.


Nei giorni scorsi finalmente qualcosa si è mosso. Alcune redazioni hanno incominciato a chiedere conto dell'attività federale, singoli colleghi hanno messo nero su bianco alcune riflessioni. Tra questi anche Andrea Montanari, che cito particolarmente perché "appartiene" a Stampa Demcratica. Condivido quanto lui ha scritto, gli rimprovero solo di non aver lanciato le sue considerazioni direttamente dal nostro sito. Noi tutti abbiamo bisogno di recuperare la dialettica, di fare domande, di ottenere risposte. L'unanimità è un concetto politico che può anche avere lati positivi purché non annienti la critica, non si trasformi nella melassa dell'unanimismo a tutti i costi.


Per concludere, credo che Stampa Demcratica debba recuperare la voglia di parlare, non debba avere timore di contrapporsi ad altre componenti, di maggioranza o minoranza che siano. Stampa Democratica deve tornare ad essere un laboratorio di idee, deve uscire dal letargo. Deve incalzare la Fnsi anche per quanto riguarda il lato economico del contratto. Deve tornare a dire ad alta voce quello che scriveva tanti anni fa Walter Tobagi: la dignità del giornalista è anche dignità di retribuzione. Siamo monetaristi? Siamo monetaristi.


E deve dibattere, Stampa Democratica, dibattere e ancora dibattere al proprio interno, come sempre è avvenuto. Il reato di lesa maestà non ha mai avuto diritto d'asilo nella nostra componente.


Buon lavoro e un grande abbraccio a tutti. Mariagrazia”.





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